«Nuove norme per evitare le evasioni beffa»

«Nuove norme per evitare le evasioni beffa» Il governo studia l'ipotesi di rendere esecutiva la pena dopo la condanna in secondo grado «Nuove norme per evitare le evasioni beffa» Napolitano: un allarme le fughe di Getti e Cuntrera ROMA. Il caso «emblematico» della fuga del boss Cuntrera è quasi chiuso. Ma il ministro dell'Interno Napolitano sa che restano ancora aperti il problema di «un suo sollecito rientro» e il capitolo delle polemiche sui motivi di quella fuga, esaltata, oltretutto, dall'essere giunta a pochi giorni di distanza dalla fuga di Licio Gelli, l'ex capo della P2. «Restano all'ordine del giorno del governo e delle forze di pohzia i problemi evidenziati» da quelle fughe, ammette il ministro. «Il governo è convinto che ci sia la necessità d; verificare con attenzione la validità delle disposizioni vigenti e delle procedure e prassi seguite». In vista dovrebbero esserci «innovazioni su normative secondarie, ma anche ordinarie», da rimettere poi al Parlamento per l'approvazione definitiva. In altre parole, il ministero dell'Interno e il ministero di Grazia e Giustizia hanno allo studio qualcosa e si preparano a discuterne con il presidente del Consiglio e gli altri membri del govern.. Lo stesso ministro Flick, che ieri non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, avrebbe però confermato nelle telefonate di ieri che, al di là del compiacimento per la cattura del boss, la sua fuga rappresenta «un campanello d'allarme» per il governo. Che cosa esattamente sia allo studio il ministro Napolitano non lo dice. Spiega peir che cosa si sta pensando di modificare. Innanzitutto è allo studio l'ipotesi di rendere esecutiva la pena dopo il giudizio di secondo grado, facendo attendere al «presunto colpevole» la sentenza definitiva dietro le sbarre. «Abbiamo problemi di comunicazione tra le autorità giudiziarie, specifi camente fra la Corte di Cassazione o le Procure generali delle Corti d'Appello». Non solo. «Abbiamo problemi di comunicazione - prosegue il rninistro - tra autorità giudiziaria e forze di polizia, responsabili della pubblica sicurezza». «C'è qualcosa in questo sistema di comunicazioni che lascia spazi a chi voglia sottrarsi alla giustizia», questo «qualcosa» va, dunque, «rettificato». Ma il governo esaminerà anche altre questioni oggi controverse. Per esempio, «in quali ambiti e entro quali limiti le forze di polizia debbano garantire che non si rendano irreperibili persone condannate in primo o secondo grado per decorrenza dei termini di carcerazione». Secondo il ministro, infatti, «non si può pensare di colmare lacune o superare difficoltà insi¬ te nello Stato di diritto con iniziative di polizia che possano essere considerate arbitrarie». Contrario appare il rninistro all'uso dei servizi segreti, perché «non si possono invocare misure che poi possono essere censurabui dal punto di vista giudiziario». Nessun riesame, », invece, sulla riorga- nizzazione delle forze speciali di polizia. «Non c'è nessun motivo - spiega - per mettere in dubbio le direttive. Anzi, nulla può confermare di più l'attualità del fatto fisico che carabinieri e polizia hanno catturato Cuntrera insieme». Un fatto - che Cuntrera sia stato catturato dagli uomini dello Sco della polizia e dai carabinieri - che per il ministro è «emblematico del coordinamento» fra le due forze. Per il ministro è dunque «strumentale e propagandistico» il modo in cui alcuni politici hanno reagito alla cattura del boss, cercando di «trarre profitto per una polemica in parte già superata dal voto in ambedue i rami del Parlamento». Con ironia, conclude il ministro, «non vorrei che a qualcuno fosse dispiaciuto che è stato ripreso Pasquale Cuntrera». Quanto al problema del rientro del boss Cuntrera, il ministro dell'Interno ha sottolineato che, in base all'articolo 66 del trattato di Schengen, esistono due possibilità. Se Cuntrera è d'accordo all'estradizione, la Spagna «può autorizzare l'estradizione senza avviare la procedura formale». In questo caso sarebbero sufficienti due, al massimo tre giorni per completare la pratica. Molto diverso il caso in cui il boss non fosse d'accordo. Dovrebbero partire le operazioni tradizionali per la richiesta di estradizione del ministero di Grazia e Giustizia italiano al ministero degli Esteri a cui spetta il compito cu inoltrarla alla Spagna. Il risultato sarebbe una moltiplicazione delle procedure e un allungamento dei tempi. Di quanto, non è in grado di precisarlo nemmeno il ministro Napolitano, [f. ama.] li ministro: se il boss accetta l'estradizione rientrerà in Italia in pochi giorni cazione tra le autorità giudiziarie, specifi camente fra Secondo il ministro, infatti, «non si può pensare di colmare lacune o superare difficoltà insi¬ bui dal punto di vista giudiziario». Nessun riesame, », invece, sulla riorga- Sotto: il boss Pasquale Cuntrera. A sinistra: il residence di Malaga dove si era nascosto con la moglie

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