La Regina in Irlanda dopo 87 anni di Fabio Galvano

La Regina in Irlanda dopo 87 anni «Prima del voto» La Regina in Irlanda dopo 87 anni LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La regina per celebrare la pace nella nuova Irlanda. I giornali inglesi, non smentiti da Buckingham Palace, parlano apertamente della prima visita di un monarca inglese da 87 anni, da quando Giorgio V visitò Dublino nel 1911 con un messaggio ben diverso, quello del dominio britannico. Mentre da allora non sono state infrequenti le visite in Ulster, Dublino è rimasta tabù. Non è ben chiaro, tuttavia, quando la visita potrebbe avvenire: 1'«Express» suggeriva ieri che Elisabetta potrebbe andare a Belfast prima del voto del 25 giugno per la nuova Assemblea; e che probabilmente in quell'occasione potrebbe fare una deviazione a Dublino, invitata dal premier irlandese Bertie Ahern. Anche Tony Blair, che durante la campagna per il referendum nordirlandese è stato tre volte nella provincia, sta per tornare a Belfast. La battaglia, infatti, non è finita; anche se la chiara vittoria del sì ha fatto superare al processo di pace il primo difficile ostacolo. L'intervento della regina, evidentemente, sarebbe un segnale concreto che Londra considera definitiva la svolta avviata con il referendum, tanto a Nord quanto a Sud del confine. Ma attorno a quel segnale di distensione altri emergono, a indicare quanto sia lunga e difficile la strada ancora da percorrere. C'è, per esempio, la questione delle armi. Entro sei mesi, ha invitato domenica il leader unionista David Trimble, il Sinn Féin deve convincere l'Ira a disarmare. Entro giugno, cioè prima del voto, hanno invocato altri esponenti politici. Ma questo, ha precisato ieri un esponente del Sinn Féin, Alex Maskey, non fa parte dell'accordo del Venerdì Santo, che prevede la demilitarizzazione entro due anni, cioè entro maggio 2000. La questione principale è l'uguaglianza, ha precisato il vicepresidente del partito, Pat Doherty: «Il disarmo è un binario morto». Non tutti, naturalmente, sono dello stesso avviso. Il sottosegretario al Nordirlanda, Paul Murphy, ritiene che la consegna delle armi sia «parte indispensabile dell'accordo»; e nella legislazione con cui Londra renderà possibili le nuove strutture democratiche dell'Ulster il disarmo sarà indicato a chiare lettere. «Se il Sinn Féin prenderà posto nel nuovo esecutivo nordirlandese senza la consegna delle armi da parte dell'Ira l'accordo di pace si sgretolerebbe», ha ammonito ieri il numero due di Trimble, John Taylor: «Perché quella è una delle garanzie che ci ha dato Blair». Fabio Galvano

Persone citate: Alex Maskey, Bertie Ahern, David Trimble, Giorgio V, John Taylor, Pat Doherty, Paul Murphy, Tony Blair, Trimble