«Caso Moro, è l'ora della verità» di Renato Rizzo

«Caso Moro, è l'ora della verità» Il Presidente rilancia il richiamo ai giudici. La vedova dello statista: come non essere contenti per queste parole? «Caso Moro, è l'ora della verità» Scalfaro: magistrati, continuate le indagini BARI. Non sono bastate né l'irritata smentita della procura di Roma, né le ironiche provocazioni di Andreotti, né le dirette contumelie di Cossiga: Oscar Luigi Scalfaro esce dall'angolo dove credevano d'averlo chiuso. E rilancia le sue accuse e i suoi sospetti sulla vicenda che, 20 anni fa, segnò la coscienza del Paese come un trauma incancellabile: il caso Moro. Di più. A Bari per commemorare la figura dello statista ucciso, il Presidente lancia un richiamo forte e chiaro ai giudici: sostenete che, pur considerando immotivate le mie valutazioni sui «cervelli» che ispirarono il sequestro, non smetterete di indagare? Bene, allora continuate. E sappiate che il primo magistrato d'Italia non vi perde d'occhio, siate certi che «noi rimarremo attenti». Sono parole che provocano l'inattesa «contentezza» della famiglia Moro per 20 anni praticamente chiusa a ogni contatto con uno Stato giudicato inadempiente o latitante nei confronti della cospirazione. Ma anche parole che s'intrecciano alla certezza dello storico Pietro Scoppola: la verità suXL'affaire sarà conquistata anche grazie al contributo della Cia che, presto, aprirà i propri archivi. Piove, a Bari, in questo giorno di maggio che apre l'ultimo anno di presidenza di Scalfaro. Nell'aula magna dell'Università, il Capo dello Stato riprende il suo intervento del 9 maggio a Montecitorio quando ricordando Aldo Moro pose un interrogativo incendiario: al di là dei responsabili assicurati alla giustizia, quali erano le «intelligenze» che tramarono per quel rapimento e quella morte? Oggi sigilla i suoi dubbi con stringati accenni: «Ho parlato, credo, chiaramente e non mi ripeto». E' tempo «di ripetere la richiesta di verità, senza speculazioni e senza odii». Usando quella libertà «che De Gasperi seppe insegnare anche a Moro e a me». Una ri- vendicazione d'autonomia di pensiero che Scalfaro porta, per un solo attimo, al di fuori della cerimonia. Apre una parentesi: libertà è anche non lasciarsi imbrigliare da certe valutazioni espresse «Oltretevere». Riferimento fugace ed evidente alle recenti prese di posizione del pontefice su aborto e scuola privata. Ma è davvero solo un lampo. Il Capo dello Stato torna alla commemorazione riallacciandosi al comunicato che il procuratore capo di Roma, Salvatore Vecchione, diramò l'I 1 maggio dopo il discorso alla Camera: «Le indagini non legittimano argomentazioni idonee a sostenere che la responsabilità del sequestro e dell'omicidio di Aldo Moro possa essere fatta risalire a livelli occulti». Il che, fuori del paludato linguaggio giuridico, significa: il Capo dello Stato non si perda in inconsistenti dietrologie. Ovviamente retorica la coda del documento: «Vengono esaminate con la massima attenzione tutte le circostanze che possono presentare motivo d'interesse». Ed è a queste parole che Scalfaro aggancia, ora, il proprio «attenzione, le istituzioni vi guardano» con cui, in qualche modo, mette la sordina anche ad Andreotti che aveva irriso ai seminatori di dubbi ed a Cossiga che s'era detto «incurante della cagnara indegna» compiuta sui morti. Da questa posizione nasce l'abbraccio liberatorio tra il rappresentante della Repubblica e la famiglia Moro che si associa «completamente» alla richiesta «di verità. Senza la quale continueremo ad essere inseguiti periodicamente da questo fantasma oppure a dover lamentare che l'Italia è avvelenata dalle dietrologie». Il figlio dell'ex presidente de, Giovanni, ha aggiunto: «Credo che stamani sia stato dato un contributo importante». Così importante, evidentemente, da interrompere anche quella sorta di voto del silenzio assunto dalla moglie dello statista scomparso: «Come si fa a non essere contenti per queste parole di Scalfaro?», s'è domandata commossa Eleonora Moro. La ricerca della verità, pei Pietro Scoppola, non potrà, comunque, prescindere dal contributo degli archivi americani che si aprono «a scadenze rigide e piuttosto rapide». Lo storico cattolico non s'attende <de soluzioni semplici che vengono proposte dall'ideologia del doppio Stato per cui tutto si riconduce al Grande Vecchio». E che cosa emergerà, allora, dalle memorie della Cia? «Una realtà complessa e contraddittoria in cui entrano pezzi di Stato italiano in combutta con pezzi di servizi segreti». Renato Rizzo «De Gasperi ci insegnò a essere liberi, anche verso Oltretevere» I i .-agi» » ; Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro bacia la mano alla vedova di Aldo Moro durante la celebrazione di ieri a Bari

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