Musotto: la mia vittoria contro il regime

Musotto: la mia vittoria contro il regime Battuto nettamente l'ulivista Puccio. «Avevo solo nemici, da Orlando alla Confindustria» Musotto: la mia vittoria contro il regime «Io già assolto, Di Pietro no» PALERMO DAL NOSTRO INVIATO Adesso che «la gente» lo ha riportato sulla poltrona «usurpatagli» per via giudiziaria, Francesco «Ciccio» Musotto - eletto al primo scrutinio presidente della Provincia - vede realizzarsi il sogno che lo ha tenuto in piedi per tutto il tempo successivo al suo arresto, al processo, fino all'assoluzione in primo grado e - oggi - alla rielezione politica. Attorniato dal popolo di Forza Italia, nella sede di piazza Alberigo Gentili, «Ciccio» stringe mani, dispensa abbracci e pacche sulle spalle. Risponde alle mille telefonate che intasano i quattro o cinque telefonini gestiti dall'inseparabile Frabizio BignardeUi, ieri assessore della giunta «criminalizzata» ed oggi ispiratore e realizzatore della campagna elettorale vincente. «Grazie professore, è stata una grande vittoria, una vittoria contro il regime», dice a Buttigliene che lo chiama per complimentarsi. Eppure non è ancora arrivata la soddisfazione più grande. Mentre, durante la campagna elettorale, batteva le contrade della provincia di Palermo, aveva confidato quale sarebbe stata: «Tornare a palazzo Comitini e riprendere a far politica con una frase storica: "Dove eravamo rimasti?" Già, come Enzo Tortora». Perché, al di là dell'amore per la politica che «da tre generazioni è la costante della mia famiglia», si capisce che candidarsi per lui è stato una sorta di test sulla propria onorabilità. Una rivalsa sui magistrati? «Una rivalsa contro questo regime, certamente. Contro l'arroganza del potere, di un potere che ha utilizzato tutti i suoi mezzi ed anche la calunnia nei miei confronti». Non cade nella trappola del duello a distanza coi giudici. Ma agli avversari politici non risparmia frecciate velenose. E' l'una e un quarto, quando va a scuola della figlia, la piccola Vittoria: «Gliel'ho promesso. Stamattina mi ha telefonato dalla segreteria per chiedermi: "Hai vinto, papà?"». Musotto avanza a lunghe falcate per i viali dell'istituto delle Ancelle, la scuola della buona borghesia palermitana, saluta, sorride e sibila: «Il regime era preoccupato per la mia candidatura. Questi signori avanzavano riserve e dubbi di opportunità. Ma perché questa sensibilità non è stata manifestata anche nei confronti della candidatura di Di Pietro? Io sono stato assolto da un Tribunale in nome del popolo italiano, Di Pietro è ancora indagato». Finalmente incontra Vittoria. Un abbraccio forte sotto gli occhi di nonna Rosanna, la mamma di «Ciccio». Manca Nunziella, la moglie insegnante. «E' a scuola e ancora non le ho telefonato per darle la notizia». Nonna Rosanna si commuove, ricorda il difficile momento passato. Poi dice: «Sono abituata alla tensione della campagna elettorale. Mio marito e suo padre la politica ce l'avevano nel sangue. Una famiglia di socialisti, una famiglia di uomini di legge». I cronisti premono: «Presidente, qualcosa da dire ai magistrati di Palermo?». Ma Musotto non abbandona il sorriso bonario e si impone il silenzio. Esattamente come, a distanza, accade a palazzo di giustizia con il pubblico ministero Alfonso Sabella che per Musotto aveva chiesto nove anni e sei mesi di carcere. Il magistrato non commenta e dice di attendere le motivazioni della sentenza di primo grado. Per quanto possa sembrare incredibile, il «Musotto-day» - comcinciato alle sei del mattino con un caffè in cucina davanti a televideo - è più una reazione contro i suoi avversari che contro i magistrati che lo hanno accusato e che «non hanno voluto neppure ascoltare le mie ragioni quando mi sono presentato spontaneamente». C'è il rancore inespresso per la «corporazione» degli avvocati giudicata debole e succube del conformismo. Sarà forse per questo che Musotto evidenzia ancora la scelta di non voler più esercitare la professione: «A giugno farò gli esami per diventare agronomo, con la toga ho chiuso». Rabbia «per la vuota politica della sinistra», per i giornali che «si sono schierati, fino a raccontare bugie». Ma «non sono stati solo alcuni giornali a schierarsi». Musotto ripensa ai giorni passati: «Persino gli industriali ho avuto contro. L'Assindustria mi ha ignorato». E il Comune? Orlando ha dato ima mano a Puccio, candidato dell'Ulivo, per questo ora Musotto afferma che la sua vittoria è anche una sconfitta del sindaco, ma aggiunge che «bisognerà recuperare serenità e lavorare in armonia con tutti i comuni della Provincia, nell'interesse dei cittadini». Non fa ancora analisi definitive, Musotto. Scambia impressioni col fido BignardeUi restìo a tornare in giunta. Il tempo delle riflessioni non mancherà. Le tv premomo, Bruno Vespa lo aspetta a Porta a Porta. E poi la cena. A casa, con Nunziella, Vittoria, la madre e Anna Maria, la figlia più grande. La mondanità, d'altra parte, non si addice ad un ex avvocato deluso dalla giustizia ed attratto dalla campagna. Francesco La Licata F. MUSOTTO 55,3% Centro 7,8%, Ccd 4,9%, Forzo Italia 20,1%, AN 11,3%, Cdu per L'Udr 12,8% E PUCCIO 43,1 % Democratici sinistra 12,8%, Rif. Com.4.4%, Ppi 7,5%, Rinnovamento It-Dini 2,6%, Fed. Verdi-Altri 3,2%, La Rete-Mov. Dem. 0,3%, Udf 1,2%, Socialisti Dom. 1(2,2% G. SCIANO' 1,6% NoiSiciliani-FnsO,9% SEZ. 283 SU 299 mmm m M. DEL0GU 56,8% Ccd 6,4%, Forza Italia 29,5%, AN 13,9% R! CAXBONI 27,6% Democratic! sinistra 12,2%, Rif. Com. 3,7%, Ppi 6,1 %, Fed. dei Verdi 2,5%, Rinnov. It-Altri 2,2%, F. Democr-Soc. Dem. It. 4,1%, Costituente Sardista 1,7%, N. GRAUSO 14,5% Ps d'Aztone 0,9%, Socialista 0,9%, Cdu 1,0%, Cdr 5,4%, Lista Civica 0,9%, G. BENONE 0,6% Sardigna Natzione 0,4% M. MELIS 0,5% Forza Sardegna 0,5% AN A destra l'editore Nicola Grauso Qui sopra il sindaco (riconfermato) di Cagliari Mariano Delogu (Polo) La felicità di Francesco Musotto appena saputo della rielezione alla Fi .cincia

Luoghi citati: Cagliari, Italia, Palermo, Sardegna