Cacciari: per ora è il massimo Ma la partita s'inizia adesso

Cacciari: per ora è il massimo Ma la partita s'inizia adesso INTERVISTA IL SINDACO DI VENEZIA Cacciari: per ora è il massimo Ma la partita s'inizia adesso ASSLMO Cacciari arriva con la sua solita aria imbronciata e professorale: «Non cominciamo con l'uno per cento in più o in meno. Quello che contava davvero era capire se questa partita si poteva giocare o no». E cosa s'è capito? «Che si può giocare». Il 9 per cento (quasi) preso a Treviso dal suo Movimento del Nord-Est non consente a Gianni Maddalon di andare al ballottaggio con l'uomo forte della Lega, Luca Zaia. Ci andrà l'Ulivo che già accusa il Nord-Est di avergli portato via dei voti. Però quel 9 per cento vale ben qualcosa per un Movimento appena nato e che, a Treviso, è partito solo contro tutti: Lega, Polo, Ulivo. Professor Cacciari, conta il risultato politico, ma conta anche il fatto che c'è stata una fortissima astensione. A Treviso, in particolare, ha votato poco più del 60 per cento. Che significa? «E' chiara la provenienza di questa astensione. C'è un settore ampio di voto moderato in questa regione che non si riconosce in politiche avventuristiche o secessionistiche, né di pura demagogia pubblicitaria. Ci sono politici che fanno gli stessi discorsi del segretario leghista Comencini e poi concludono dicendo: ma noi siamo italiani. Chiacchiere da agenzie pubblicitarie». Lei parla del presidente della Regione Galan di Forza Italia. Ma l'astensione ha colpito probabilmente anche l'Ulivo e persino voi. «Certo, in quell'ampio settore moderato c'è gente che non si riconosce nell'Ulivo e neppure ancora in forme autonomiste e regionaliste come il Movimento del NordEst. Ma il dato dell'astensionismo mi sembra scontatissimo». E il risultato del suo Movimento come le sembra? «Ci permette di giocare. E' come giudicare una partita dal primo minuto di gioco. S'è capito che la partita è giocabile». E di quale partita si tratta? «La prospettiva di dare finalmente a questa regione una linea programmatica e politica seria, senza demagogie, senza pubblicità, tutto fondato su un programma di proposte e portata avanti da uomini coerenti con quelle proposte». Ma il 9 per cento è una vittoria? «Ci dice che non è scontato perdere: era il massimo che si poteva ottenere dopo due sole settimane che si stava in campo». Professor Cacciari, l'Ulivo a Treviso vi accusa sottovoce di avergli portato via dei voti. Cosa risponde? «Questi conti da bottega noi non li abbiamo fatti. Ma se l'Ulivo ragionasse farebbe un conto ben più significativo, e cioè che i voti noi li portiamo via agli altri». E a chi avete preso dei voti? «Non mi interessa sapere da chi li abbiamo presi. Ci hanno votato persone che condividono chiaramente l'opinione che in questa regione è possibile e necessario ricominciare a fare politica». Cosa vuol dire? Che qui i grandi partiti non fanno politica? «Che qui non possono attecchire le forze politiche che vengono vissute o sentite co¬ me fotocopie di forze politiche e movimenti nazionali. E' così evidente ormai il grande disagio del Polo nel continuare a portare avanti una politica che è quella della Lega». E come giudica il risultato della Lega che si attendeva molto qui in Veneto? «La Lega mi sembra ferma. Non avanza e non mi stupisce. A Verona è andata maluccio. In Lombardia e Piemonte il trend negativo era già cominciato. Io credo che la fase ascensionale della Lega sia finita da qualche anno. Qui in Veneto si poteva temere un'ulteriore avanzata. E invece non c'è stata». E adesso che succede? Che rapporto avrete, voi del Nord-Est, con Ulivo e pds? «Non dipende certo da noi. Abbiamo le nostre proposte, i nostri documenti, che sono anche impegnativi. Le altre forze politiche devono dirci che cosa ne pensano della proposta federalista». Ma in fatto di federalismo, ognuno ha la sua ricetta. «Non c'è un federalismo diverso, c'è solo il federalismo che dico io. Gli altri non sono federalisti, ma demogogie, proteste, secessionismi, casini. Il federalismo è un concetto preciso». Il suo? «Il mio e di tutti i sindaci delle città metropolitane, Albertini compreso. Proprio stamattina abbiamo firmato insieme un documento impegnativo e critico contro il testo di riforma uscito dalla Camera. E tutti i sindaci sono sulle posizioni del sottoscritto». Torna il partito dei sindaci? Cacciari dice di no, si arrabbia e se ne va. [c. m.] «L'Ulivo dovrà capire che noi i voti li prendiamo agli altri» «Il Polo è a disagio perché fa una politica leghista» Massimo Cacciari con il candidato del suo movimento alle provinciali di Treviso, Gianni Maddalon: ha sfiorato il 9 per cento