Nel Nord-Est ribelle vince l'astensione

Nel Nord-Est ribelle vince l'astensione In difficoltà Alleanza nazionale, «tempi supplementari» per Forza Italia e per l'Ulivo Nel Nord-Est ribelle vince l'astensione Lega al ballottaggio solo alla Provincia di Treviso TREVISO DAL NOSTRO INVIATO Luca Zaia alza il suo calice di prosecco sotto il porticato di piazza dei Signori per celebrare la vittoria annunciata della Lega, qui a Treviso (41,2 per cento) e dimentica di dire che i suoi della Liga speravano ben di più, addirittura di evitare il ballottaggio e sbancare la torpida piazza trevigiana. Ma hanno votato solo sei su dieci, il venti per cento in meno di due anni anni fa. Nella città che tuttora si specchia nel vecchio film di Pietro Germi, «Signore e signori» chissenefrega, nel senso che il «non voto» è stato quasi pari al «voto». La Lega, dunque, vince a Treviso, ma si ferma lì o quasi. Nell'inquieto Nordest non c'è un vero vincitore di questo giro elettorale. L'Ulivo si prende Rovigo al primo colpo; il Polo è in pole per confermarsi (con una sindachessa di Forza Italia) a Verona. H «Movimento» di Massimo Cacciari e Mario Carraro che del Nordest ha preso il nome, alla prima vera uscita (solo e contro tutti) incassa a Treviso l'8,75 per cento. Tanto? Poco? Cacciari dice che è abbastanza per «cominciare a giocare la partita». Giancarlo Galan, presidente forzista della Regione, lo definisce «pessimo, considerato il battage che se n'è fatto». Gianni Maddalon, candidato a presidente della provincia per il Movimento del Nordest, ieri mattina in prefettura sembrava abbastanza soddisfatto: «Con due fotocopiatrici, le poste che non funzio- nano e i volantinatoli che ci hanno preso in giro, abbiamo ottenuto un risultato che va oltre qualsiasi previsione. Di qui comincia il lavoro. Le prospettive sono positive». La realtà è che nel «Movimento» si aspettavano qualcosa di più. Qualcuno sperava anche di andare al ballottaggio. Ci andrà invece il candidato dell'Ulivo (appoggiato anche da Rifondazione) Ivano Sartor, segretario del partito popolare e coor¬ dinatore locale ulivista, che incassa il 24,2 per cento. Abbastanza? «Benino - dice Sartor - anche se un po' meno delle aspettative». Prospettive? «Quelli del Nordest e del cdu (da solo ha preso più del 7 per cento, ndr) sono voti nostri nella battaglia contro la Lega e con il due per cento dei socialisti andiamo alla pari. Poi si vedrà». Il Polo, in provincia di Treviso, ha preso solo un 16 per cento (6,6 An e 9,8 di Forza Italia) teoricamente a disposizione della Lega. Ma Luca Zaia, capolista leghista con la faccia da duro, ha voluto chiarire che lui non manda «messaggi a nessuno». Perché? «I moderati non voteranno certo per i comunisti». Dunque, quel calice di prosecco alzato in piazza dei Signori, vuol dire che gli uomini del sindaco «sceriffo» Gentilini si sentono già la provincia in tasca. Il segretario della Liga Fabrizio Comencini, pur in dissidio con Bossi su questioni venetiste, esibiva un faccione sereno, non «serenissimo», anche perché in un Comune come quello di Conselve (Padova), una delle patrie degli scalatori di San Marco da un mese in libertà, la Lega non ha partecipato alla festa: c'era un sindaco dell'Ulivo, ha vinto il candidato del Polo. «Per noi non è un trionfo, ma un passo avanti sì ha detto Comencini -. Nonostante gli anatemi, il nostro progetto indipendentista esce confermato dalla volontà popolare». La Lega, anzi la Liga, incassa altri sindaci in quello sciame di Comuni pedemontani che stanno diventando la sua vera forza: Piombino Dese, Segusino, Cappella Maggiore. A Bovolone (Verona) il sindaco Lovato vince con il 66 per cento (e lì la Lega aveva il 21), ma bisogna dire che questo stesso Lovato aveva subito una dura contestazione dalle camicie verdi che lo accusavano di essere troppo tiepido nel seguire il leader Bossi. E' quel tipo di situazioni che, insieme ai modesti risultati della Lega in Piemonte e Lombardia, hanno fatto dire a Ilvo Diamanti, il politologo che da anni studia il «male del Nord», che in questo voto «ha vinto la Liga e perso la Lega». A Conegliano, invece, la Lega che aveva il sindaco, ha perso tutto: ballottaggio per Polo e Ulivo. A Rovigo, zona tradizionalmente rossa, il sindaco uscente Fabio Baratella ha fatto il pieno e passa al primo turno: 53,9 per cento contro il pallido 24 della signora Annamaria Bernardi, medico del Polo che ha commentato il suo risultato con: «Ho visto tanti intrallazzi che nemmeno immaginavo». Baratella, ex segretario Confesercenti e mai iscritto a partiti diventa così un uomo simbolo. Era sostenuto anche dal Movimento Nordest. A Verona la sindachessa Michela Sironi (Polo) prende un bel 40 per cento e andrà al ballottaggio con l'ulivista Brugnoli (30). Mentre la Lega (che era in giunta, ma che è andata al voto da sola) si ferma al 15 per cento: non tanto. A guardare dentro il voto di Verona, si scopre anche che Alleanza nazionale, che qui ha celebrato 0 suo scintillante congresso tre mesi fa, ha ramazzato solo l'8 per cento (nel '96 aveva il doppio ed era il primo partito). Poco, per Gianfranco Fini. Cesare Martinetti «Una sconfìtta? Di più non si poteva ottenere Eravamo in campo da due sole settimane» L ZAIA 41,4% Lega Nord 41,4% I. SARTOR 24/1 % Democratici sinistra 11,1%, Rif. Com-F. Verdi 4,7%, Ppi-Rinnovamento It. 8,4%, F. E E MAZZI 16,8% Alleanza Nazionale 6,7%, Forza Italia-Ccd 10,0% G. MADDALON 8,7% Nordest 8,7% R. ZANATTA 1,8% Socialisti Dem. It. 1,8% 7^y Treviso: a sinistra il candidato della Lega Luca Zaia e qui sopra lo sfidante dell'Ulivo, Ivano Sartor