Madrid, alla sbarra il terrorismo di Stato di Gian Antonio Orighi

Madrid, alla sbarra il terrorismo di Stato SPAGNA Si parte col caso meno grave: il sequestro e le torture su un innocente ritenuto un killer dell'Età Madrid, alla sbarra il terrorismo di Stato Poliziotti e politici dell'era Gonzàlez accusati di 28 omicidi di baschi MADRID NOSTRO SERVIZIO La «madre di tutti gli scandali» dei 14 anni di governo socialista di Felipe Gonzàlez, il terrorismo di Stato anti-Eta degli squadroni della morte dei Gal (28 veri e presunti «etarras» freddati dall'83 all'87 nei Paesi Baschi francesi), va oggi alla sbarra davanti al Tribunal Supremo di Madrid. Un processo che non ha precedenti nella storia giudiziaria spagnola. E il cui esito potrebbe compromettere il futuro politico dell'ex premier Gonzàlez. L'attesissimo dibattimento giudica la prima azione rivendicata dai Gal, il sequestro del cittadino francese Segundo Marey, avvenuto il 4 dicembre dell'83. Sono accusati di «partecipazione a banda armata, sequestro e malversazione di fondi pubblici», tra gli altri, un ex ministro degli Interni, due ex sottosegre- tari di Stato alla sicurezza, un ex segretario regionale socialista, l'intero staff antiterrcrista basco e due superpoliziotti pentiti, Amedo e Dominguez. Tutti gli imputati, 11, tranne l'ex ministro Barrionuevo e l'ex sottosegretario di Stato Vera che proclamano la loro innocenza dicendosi vittime di una congiura antisocialista, hanno ammesso le loro responsabilità. Un commando di mercenari dei Gal, pagato, informato e armato dall'antiterrorismo di Madrid, sequestrò ad Hendaya Marey, scambiato per il dirigente «etarra» Mikel Lujua. Uno dei due pentiti, Amedo (uno 007 della polizia tra i più decorati di Spagna) lo fece passare in Spagna. Marey rimase sequestrato 10 giorni in una capanna della Cantabria prima di essere rilasciato. Secondo le dichiarazioni dei 9, Barrionuevo e Vera mantennero il «fermo» anche se Marey era un innocentissimo cittadino francese che mai aveva avuto a che fare con Età. Fino al '94, Amedo e Dominguez tennero la bocca chiusa, anche se il giudice Garzon, il Falcone spagnolo, li aveva già condannati a 108 anni di carcere per due attentati rivendicati dai Gal. Ma, quando decisero di collaborare con la giustizia, fornendo tutti i particolari, accusarono tutto il ministero degli Interni. Il caso passò al Tribunal Supremo perché Barrionuevo è un deputato. Garzon mcrinrinò, co- me capo dei Gal, anche Gonzàlez, l'ex ministro della Difesa Narcis Serra, il numero 3 del partito socialista. Ma l'alto tribunale, per 6 voti contro 4, prosciolse Gonzàlez. Marey subisce ancora le conseguenze fisiche e psichiche di quel sequestro. «Sono un morto vivente, non dimenticherò né perdonerò mai», ha dichiarato a El Mundo. Il suo avvocato di Barcellona Olga Tubau chiede un risarcimento di 300 milioni di lire. L'accusa chiede per Barrionuevo e i due sottosegretari di Stato 23 anni di galera più 18 di inabilitazione. 16 per l'ex segretario socialista Garda Damborrenea, che dichiarò pubblicamente di aver parlato con Gonzàlez della «guerra sporca anti Età». Da 21 a 8 anni per il resto dei poliziotti implicati. Il verdetto è previsto per l'autunno. Gian Antonio Orighi L'ex premier spagnolo Felipe Gonzàlez

Luoghi citati: Barcellona, El Mundo, Madrid, Paesi Baschi, Spagna