Budapest, sorpresa al secondo round di Tito Sansa

Budapest, sorpresa al secondo round I «Giovani democratici» di Orban in testa, ma per governare dovranno ricorrere alla destra Budapest, sorpresa al secondo round Ballottaggio fatale ai neocomunisti BUDAPEST NOSTRO SERVIZIO L'Ungheria va a destra. Fedeli alla loro tradizione di contestatori e di rivoltosi contro il potere, gli otto milioni di elettori magiari chiamati ieri alle urne per il secondo, definitivo turno delle elezioni politiche (ma ha votato poco più del 57 per cento degli iscritti) hanno bocciato il governo del socialista ex comunista Gyula Horn, nonostante gli indubbi successi da esso ottenuti nei quattro anni in cui ha guidato il Paese insieme con i liberali, conquistando la fiducia degli investitori stranieri, americani, tedeschi e olandesi in prima linea. I risultati definitivi dei voti scrutinati hanno confermato ieri sera nelle grandi linee quelli degli exit poli (le dichiarazioni fatte dagli elettori all'uscita dai seggi), il partito dei giovani democratici Fidesz di Viktor Orban, che ha insistito in particolare sulla caratteristica «borghese» della sua formazione, nel tète-à-tète con i socialisti di Gyula Horn, ha accumulato un lieve vantaggio per la conquista del Parlamento di Budapest. Le cifre ufficiali danno la seguente suddivisione delle 386 poltrone di deputato: in testa il borghese Fidesz, con 148 seggi, a un'incollatura il partito socialista, con 134, in terza posizione i piccoli pro- !)rietari del demagogo popuista Jozsef Torgyan (48 seg- fi), quindi, con 24 seggi, i lierali di Gabor Kuncze (ex alleati di governo, stritolati nel primo turno elettorale). Ed a seguire il pericoloso Miep dello scrittore Istvan Csurka, anticapitalista, antioccidentale, antisemita, xenofobo, del quale si dice a Budapest che «al suo confronto il francese Le Pen è una mammola». Un seggio è stato attribuito a un indipendente, l'ex ministro delle finanze Mihaly Ku- La svolta a destra, incerta fino all'ultimo momento paventata perfino da Otto D Asburgo, discendente dell'imperatore austro-ungarico, non è - secondo gli osservatori stranieri, diplomatici e giornalisti - un buon viatico per la Repubblica ungherese. All'esperto, freddo ma pure paterno neocapitalista Gyula Horn l'elettore magiaro ha preferito il giovane entusiasta, ambizioso, rinnovatore ma senza esperienza Viktor Orban (festeggerà la vittoria con il suo 35° compleanno domenica prossima, 31 maggio) ma - ed è quel che mag¬ giormente preoccupa - con il voto all'ultraconservatore Jozsef Torgyan dei piccoli proprietari e all'estremista di destra Istvan Csurka. Con questi dati nubi oscure si presenteranno all'orizzonte politico ungherese, con più rischi che certezze. L'unica cosa sicura che si può dire fin da adesso è che nessuno, né i giovani democratici Fidesz né i socialisti, ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento, come era stato il caso dei socialisti di Gyula Horn. Pertanto sarà necessario cercare alleanze. E per il giovane Viktor Or¬ ban saranno guai: dato per scontato che accorperà in una eventuale coalizione di governo i conservatori del foro democratico Mdf, per avere la maggioranza parlamentare gli servono altri voti. Ma quali? Esclusi a priori quelli dell'estremista Csurka, rimangono soltanto quelli (e sono un buon gruzzolo di 48 seggi) del partito dei piccoli proprietari, con il quale Fidesz rielle votazioni di ieri aveva stretto un patto di desistenza. Il partito di Jozsef Torgyan ha però un grave difetto: è ferocemente antieuropeista, mentre l'Ungheria cerca di entrare nella Comunità europea, per cui una coalizione di questo tipo nuocerebbe alla reputazione internazionale del Paese. Per il vincitore rimane una soluzione temporanea di compromesso: la grande coalizione con Gyula Horn. Il che sarebbe sgradito soltanto agli elettori incattiviti di centro e di destra che ieri hanno voluto far fuori ad ogni costo gli ex comunisti, ma non dispiacerebbe alle cancellerie straniere e a chi investe miliardi di dollari nell'economia ungherese. Tito Sansa Viktor Orban, con la famiglia, nel seggio dove ha votato a Budapest [foto ansa]

Luoghi citati: Budapest, Ungheria