Europa, un voto popolare per il successore di Santer di Aldo Rizzo

Europa, un voto popolare per il successore di Santer Europa, un voto popolare per il successore di Santer ONO passate tre settimane da quel vertice di Bruxelles che diede il definitivo, storico via alla moneta unica, ma ne appannò il significato simbolico e politico con la rissa (o se preferite il duello) tra Francia e Germania per la presidenza della Banca centrale europea. Nella successiva riunione bilaterale di Avignone, gli stessi francesi e tedeschi sentirono il bisogno di ricomporre i cocci del 2 maggio, rilanciando il tema del rafforzamento dell'unità politica europea, che dovrebbe avere una prima eco nel nuovo vertice comunitario di Cardiff a metà giugno. Nel frattempo, il problema di andare «oltre l'Euro», cioè di consolidare anche le componenti politiche e non solo economico-monetarie dell'integrazione, ha fatto dei passi per suo conto. E una proposta molto interessante è venuta dall'associazione «Notre Europe», presieduta da Jacques Delors. L'idea del grande europeista francese (uno dei padri della moneta unica) è quella di collegare alle prossime elezioni parlamentari europee la nomina, o meglio l'indicazione del futuro presidente della Commissione. In altre parole, i gruppi politici transnazionali (socialisti, popolari, liberali) indicherebbero il proprio candidato e farebbero campagna per lui. Chi risultasse maggioritario non potrebbe essere ignorato dai capi di Stato o di governo, anche perché il futuro presidente avrebbe bisogno della fiducia del Parlamento. E tutto questo senza bisogno di nuove e laboriose norme istituzionali. La proposta di Delors ha il sostegno di personaggi come Felipe Gonzàlez e Giuliano Amato, che sono, sia pure non ufficialmente, i più forti candidati alla successione di Jacques Santer. Ne ha preso le difese con passione anche Tommaso Padoa Schioppa, autorevolissimo membro italiano del direttorio della Bce, ma anche convinto sostenitore, oltre che dell'autonomia della Banca, della necessità di un progresso politico-istituzionale dell'Unione europea. Osservazioni critiche sono venute invece da altre parti, fra le quali l'«Economist», il cui europeismo è così gradualistico e prudente da poter essere scambiato a volte, magari a torto, per euroscetticismo (il che naturalmen- 1 volte I scetti ti te dispiace, trattandosi del più importante settimanale pontico europeo). L'«Economist» obietta che le elezioni europee si svolgono normalmente su piattaforme nazionali e non su temi e tanto meno su nomime comunitarie, che sono di competenza degli Stati membri. Ma questo è appunto lo scopo della proposta Delors, rovesciare un trend che dura da vent'anni, tentare di coinvolgere i cittadini, nel momento del voto, in questioni europee e non solo nazionali, e far derivare da questo una legittimazione democratica delle istituzioni dell'Ue. Certo, non è la Commissione il motore politico-decisionale dell'Unione, ma essa è il motore amministrativo, con poteri d'iniziativa e con indubbie caratteristiche sovrannazionali. Se il suo presidente fosse indicato ed eventualmente imposto da un voto popolare, ne risulterebbe una spinta non trascurabile all'integrazione politica. L'«Economist» poi osserva che forse Delors, con questa proposta, intende rafforzare le sue possibilità di diventare, come suggerito dal presidente francese Chirac, il «suggeritore» di una più ampia riforma dell'Ue, da adottare prima dell'allargamento ad altri cinque membri. E magari! Nessuno in Europa ha più titoli di Delors per cercare di sbloccare un'«impasse» decisionale dell'Unione, rimasta tale anche dopo il Trattato di Amsterdam. E a proposito, questo modesto Trattato sarà sottoposto giovedì 28 al referendum danese, di quei danesi che già procurarono grossi guai bocciando in prima istanza il ben più importante, e fortunatamente ormai vigente, Trattato di Maastricht... Una ragione in più, se i danesi dovessero ripetere lo scherzo, per andare avanti con Delors sulla via di un europeismo pragmatico ma tenace, che non si arrende mai. Aldo Rizzo

Luoghi citati: Amsterdam, Avignone, Bruxelles, Cardiff, Europa, Francia, Germania