Breznev usò Togliatti per abbattere Krusciov di Antonella Rampino

Breznev usò Togliatti per abbattere Krusciov Smirnov, allora responsabile dei rapporti tra pois e pei: ecco i segreti del testamento del Migliore Breznev usò Togliatti per abbattere Krusciov Perché il «memoriale di]alta» fu pubblicato sulla Pravda RETROSCENA PARLA L'UOMO OEL CREMLINO CORTONA DAL NOSTRO INVIATO Guemikh Pavlovic Smirnov è il compagno Enrico che fu l'ombra di Togliatti in ogni suo viaggio in Urss. Per questo è stato invitato a Cortona, al convegno di Rifondazione comunista sul Migliore, di cui Armando Cossutta ha ricordato che «già nel '62 sentiva la necessità di un'intesa con il centro-sinistra». Il volto aguzzo di Smirnov, i capelli appena più radi, è quello stesso che spunta dietro Togliatti nell'ultima foto che lo ritrae, dieci minuti prima del malore che poi lo porterà al coma e alla morte, nel campo dei pionieri Artek, vicino Jalta. Smirnov, italianista e storico dell'arte, dal '41 al '91 è stato testimone dei rapporti che Krusciov, Breznev, Cemienko, Andropov e Gorbaciov hanno avuto con i dirigenti pei da Togliatti a Occhetto: perché, come responsabile per i rapporti con l'Italia del. Comitato centrale del pcus, egli si prestava da interprete a quegli incontri, da tra- duttore del pensiero. «Spesso si trattava di smussare parole che all'una o all'altra parte potevano suonare offensive», dice oggi ripensando alle «arrabbiature» di Breznev o di Berlinguer, e non di Togliatti «che era estraneo al sentimentalismo politico, e aveva una straordinaria, tagliente e fredda capacità di discernere il possibile dall'impossibile». Professor Smirnov, Togliatti a Jalta aveva lasciato il famoso memoriale in cui criticava il sistema sovietico. Ma come si ar- rivo alla decisione di pubblicarlo sulla Pravda? «Io ero nell'ex palazzo di Alessandro III, un posto assai tetro, che era stato messo a disposizione di Togliatti e di Nilde lotti. Quel che accadde è che il servizio segreto sovietico prelevò il memoriale, ne fece una fotocopia, e la consegnò a Ponornariov, che in poche ore se lo fece tradurre da Sergio Dorofeev. Ponomariov si accorse subito che quel documento era esplosivo, poiché criticava apertamente la politica kruscioviana, la mancanza di democrazia nel partito e nel Paese, la rottura con i cinesi e lo stato dei rapporti internazionali. E riferì tutto a Krusciov. Si tentò allora di non consegnarlo agli italiani, sostenendo che era un documento scritto per un incontro riservato di Togliatti con Krusciov, e Longo riuscì a ottenerlo solo dopo molte insistenze, come cosa riservatissima». Longo poi lo fece pubblicare sull'Unità... «Sì, ma prima Breznev, che aveva accompagnato in aereo la salma di Togliatti a Roma, gli chiese cosa volesse farne. E quando Longo gli disse che lo voleva pubblicare, Breznev tacque. La verità è che Breznev stava già meditando il piano di defenestrazione di Krusciov, e ne discuteva in quei giorni appartandosi con Romanov, segretario del pcus di Leningrado, nei giardini di Villa Abamelek a Roma. Insomma, credo che Breznev tacque con Longo non perché contrario alla pubblicazione, ma perché quel memoriale scritto da un uomo politico della qualità di Togliatti, poteva essere utilizzato contro Krusciov. Che cadde nell'ottobre '64, poche settimane dopo la pubblicazione del testamento del Migliore sulla Pravda». Come reagì Breznev allo «strappo» di Berlinguer? «Breznev, Suslov e Ponomariov sapevano cosa stava maturando nel pei dal canale riservato della Tass, dall'ambasciata a Rema, e dal Kgb. Temevano un allontanamento definitivo, una rottura vera e propria. Scrissero un drastico documento di disaccordo con lo strappo. Ma per fortuna, Zagladin, che doveva darne lettura al congresso del pei di Milano, decise invece di leggerlo personalmente, in un incontro riservato con Berlinguer. Così i rapporti tra pcus e pei non si ruppero, semplicemente si congelarono». Nel sequestro di Moro, ci fu lo zampino del Kgb? «Premesso che le Br sono sempre state estranee alla politica del pcus, devo dirle che su questo ho lavorato nelle ultime settimane perché il direttore del «Calendario del popolo», Nicola Teli, mi ha chiesto se nel sequestro Moro fosse in qualche modo coinvolto il Kgb, o qualche altro servizio segreto. Ho intervistato molti agenti del Kgb che ora sono in pensione, e possono parlare. E tutti mi hanno detto che no, il Kgb non se ne è mai occupato, ma che le Br avevano contatti con i servizi israeliani, e di alcuni Paesi dell'Est». Antonella Rampino «Gosì l'ambasciatore Zagladin evitò che lo strappo di Berlinguer portasse alla rottura tra i due partiti» Palmiro Togliatti

Luoghi citati: Cortona, Italia, Leningrado, Milano, Roma, Urss