E Bertinotti attacca l'Ulivo

E Bertinotti attacca l'Ulivo E Bertinotti attacca l'Ulivo «Il livello della disoccupazione dà la misura del suo fallimento» TORINO. L'impegno di Rifondazione con il governo dell'Ulivo dipende da quello che farà per l'occupazione. Di fronte a operai e sindacalisti - riuniti nella conferenza dei lavoratori comunisti sulla Fiat - il segretario di Rifondazione, Fausto Bertinotti, non è tenero. Tornato per una manciata di ore nella città dove è stato dirigente della Cgil ha bocciato il governo Prodi: «Le sue politiche sull'occupazione sono un fallimento e lo dimostra il livello della disoccupazione in particolare al Sud». Ha forti alleati nel suo allarme: «Non sarà un caso che due autorità morali come il Papa e il presidente della Repubblica ricordino questo problema. Se Scalfaro ha sentito il bisogno di lanciare un appello vorrà pur dire che il fenomeno è a una soglia socialmente e politicamente intollerabile». E Bertinotti affonda: «Non è un caso che la politica del governo abbia ottenuto il plauso della Confindustria e il dissenso del sindacato. Questo ci dice che la sua linea è contestabile». La forte critica di Cgil-Cisl-Uil alle strategie governative sull'occupazione fa un po' risalire le quotazioni del sindacato che presso Bertinotti non sono da tempo troppo alte. «E' bene che stiano discutendo una mobilitazione per il lavoro; la Cgil dovrebbe ragionare di quale obiettivo la mobilitazione deve avere nei confronti del governo e della Confindustria». Ma la concertazione non sfugge alla polemica: «Critico il sindacato per il suo carattere concertativo che alla fine rende non autonoma la sua azione». Per creare lavoro Bertinotti rilancia la ormai classisa ricetta della riduzione di orario: «Per l'approvazione rapida della legge sulle 35 ore serve un impegno straordinario della maggioranza. Sarebbe un segnale anche per la Confindustria che vuole più flessibilità e meno diritti». Ma la leva dell'orario non basta: «Bisogna riconoscere la centralità del Sud, avviare l'Agenzia per il Mezzogiorno, costruire una nuova idea di programmazione che ab" da al centro il lavoro». La conferenza di Rifondazione sulla Fiat aveva avanzato qualche perplessità sullo sviluppo dell'azienda al termine della rottamazione e Bertinotti non sfugge al tema: «Occorre ora chiedere che tutti gli assunti siano confermati e che - se alla Fiat ci sarà un calo della produzione dopo gli incentivi - si utilizzi la carta della riduzione di orario in anticipo anche sulla legge. E non solo come contratti di solidarietà, ma come riduzione generalizzata». E aggiunge: «Bisogna sapere che dal Duemila il 70 per cento dei produttori di automobili in Europa avrà l'orario a 35 ore». Rispetto alla richiesta che oggi ajnministratori, politici e parti sociali rivolgeranno a Prodi di avere l'Alta velocità per aiutare il rilancio di Torino Bertinotti è del tutto sfavorevole: «Ne penso tutto il male possibile. E' un'idea sbagliata nel fondo. La Torino-Venezia, in particolare è un massacro per il territorio. E' speculare, rispetto al Nord, del ponte sullo stretto al Sud. Opere affette da gigantismo infrastnitturale che devastano il territorio». Insomma un altro tassello del dissenso nei confronti della maggioranza dell'Ulivo. E anche le amministrative potrebbero diventare per il segretario di Rifondazione un test del «desencanto» verso l'Ulivo. Dice: «Vedo crescere in strati popolari la difficoltà a identificarsi con il centro-sinistra» e ammette: «Per noi saranno elezioni difficilissime per la distribuzione territoriale e perchè Rifondazione è penalizzata nel voto arnmnistrativo rispetto a quello politico». Marina Cassi li segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti

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