«Rossi e bianchi, ma solo per il vino»
«Rossi e bianchi, ma solo per il vino» Il premier nell'Astigiano: è ora di difendere la nostra agricoltura in Europa «Rossi e bianchi, ma solo per il vino» Prodi: è Vunica divisione possibile con quei colori CANELLI [Asti] DAL NOSTRO INVIATO Quello che Prodi ha dato ieri nell'Astigiano è stato un esempio di presidente del Consiglio «alla francese», ovvero di come un premier possa dedicarsi ai problemi di un comparto di nicchia della nostra economia, anzi, fare di più: diventare testimonial di un prodotto italiano nel mondo. L'occasione per inaugurare questo stile è venuta da un'area particolarmente cara al presidente del Consiglio, quella agricola, e da un settore, quello vinicolo, che costituisce una delle punte avanzate del nostro export e una colonna della nostra bilancia commerciale. Ma quella dedicata nell'occasione all'Asti spumante è stata una sorta di parabola applicabile a tutto il «sistema Italia», destinato a cimentarsi, nella nuova Europa e nel mondo, con quell'ingranaggio, definito da Prodi «terribile», che è il mercato globale. E la strada è una sola: sviluppare una politica forte nelle sedi in cui si possono portare avanti gli interessi del Paese, in quei dibattiti ai cui tavoli l'Italia ha fatto sentire, in passato, troppo debolmente la sua voce. «Dobbiamo dimostrare il nostro ruolo in Europa anche difendendo i nostri prodotti - ha detto il presidente del Consiglio -, invece dal dibattito europeo sui grandi temi agricoli l'Italia è sempre stata assente, come se i nostri rappresentanti si vergognassero a fare gli interessi del Paese». E l'importanza dell'agricoltura nello scacchiere degli accordi mondiali, ha sottolineato Prodi, è dimostrata dal fatto che proprio il settore primario, con quello del tessile e abbigliamento, costituisce il costante punto critico nelle trattative a hvello Wto. Quindi nessun problema a fare la voce grossa, se è il caso, con i partner europei «anche perché - ha spiegato Prodi - so per esperienza che una reazione determinata e precisa serve a chiarire scenari sociali, economici o storici di cui le altre parti sedute al tavolo non immaginano l'ampiezza o la stessa esistenza». E nessun problema nemmeno a dare a ministri ed ambasciatori veste di testimonial dei nostri prodotti: «Lo fa¬ remo», ha assicurato il premier, «anzi, io comincio ora», ha aggiunto sollevando una coppa di moscato d'Asti. «In Francia il capo del governo difende i prodotti nazionali in modo quasi personale - ha ribadito Prodi -. Non mi costa alcuna fatica adeguarmi, soprattutto in questo caso, perchè sono nato in una zona agricola. Però l'Italia deve fare passi nuo¬ vi per rivalutare l'enorme potenziale che ha a disposizione». E la concorrenza va fatta sulla qualità «perché - ha ricordato Prodi - se pensiamo di batterci sul terreno dei costi possiamo anche chiudere bottega subito». Ma, prima di tutto, bisogna capire quali sono le linee prioritarie, quali gli interessi da difendere e per farlo c'è quella che Prodi usa come la sua parola magica: concertazione. «Prima di agire bisogna sederci intorno ad un tavolo», dice «bisogna individuare gli interessi del Paese, prima di tutto, e del settore di cui ci si sta occupando. Questo si può fare solo con il contributo di -tutte le parti in causa». L'interesse comune prima di tutto, il gioco di squadra per il bene di tutti. «Oggi - conclude Prodi - gli italiani possono presentarsi divisi tra rossi e bianchi solo se si parla di vino». Vanni Cornerò «Ministri e politici facciano da testimonial ai prodotti nazionali Bisogna rivalutare l'enorme potenziale a disposizione» ti presidente del Consiglio Romano Prodi
Persone citate: Prodi, Romano Prodi, Rossi, Vanni Cornerò
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