Dalle urne un test per le riforme
Dalle urne un test per le riforme Con le amministrative di ieri si è aperto un mese di contesa elettorale. Oggi i risultati Dalle urne un test per le riforme In settimana scatta il match sul semipresidenzialismo ROMA. Massimo D'Alema ha seguito da una barca a vela gli ultimi giorni della campagna elettorale amministrativa, rendendo così manifesta la sua intenzione di sdrammatizzare il voto di ieri. L'ideale, per il leader della Quercia, sì . he che onesto mese li vota: ..oni a raffica (l'ultima scheda sarà deposta nell'urna il 28 giugno in Friuli) scorresse via senza provocare inciampi al cammino del governo e a quello delle riforme. Qualunque rivolgimento elettorale, viceversa, avrebbe l'effetto di mettere a repentaglio questo doppio obiettivo strategico. Perfino un trionfo uhvista porterebbe instabilità perché darebbe la carica a quanti, dentro la maggioranza, sognano uno sbocco elettorale anticipato per incassare subito i dividendi politici dell'Euro (tra gli amici di Prodi ve n'è più d'uno caduto in tentazione). Dall'altra parte, una vittoria del Polo renderebbe Berlusconi particolarmente euforico e dunque più «intrattabile» sulle riforme, con il rischio di mandare all'aria tutto quanto è stato fin qui costruito dalla commissione Bicamerale. Insomma, quando stamane alle 8,30 cominceranno ad affluire le prime proiezioni, tutto fa credere che D'Alema si aspetti un risultato senza grandi sorprese, se si eccettua magari un'avanzata del pds nell'ambito del centro-sinistra. Eppure, anche lo «status quo» nasconde delle insidie. In un clima di bo- naccia politica sembrano destinate a esplodere le inquietudini di Rifondazione, costretta sempre e comunque a inseguire la propria anima antagonista. Ieri Fausto Bertinotti ha gridato tutta la sua insoddisfazione per le politiche sociali del governo, parlando senza mezzi termini di «fallimento» e chiedendo una «profonda innovazione» negli indirizzi economie, a partire dalle 35 ore. Sono alcuni giorni, ormai, che il leader di Rifondazione alza la voce, annunciando un'estate calda e un autunno ancora più bollente (si dice che Bertinotti abbia in animo di sfilarsi dalla maggioranza durante il semestre bianco di Scalfaro, quando il presidente non potrebbe più sciogliere le Camere e dunque Rifondazione non potrebbe essere «punita» sul piano elettorale). La novità di ieri è che Armando Cossutta, fin qui considerato un freno ai progetti bertinottiani, ha dato visibili segni d'impazienza. Parlando di riforme, l'esponente comunista ha puntato l'indice contro «l'asse politico tra Fini e D'Alema», esclamando: «Ma quale maggioranza è mai questa, che respiro può avere, quando ci sono posizioni così diverse al suo interno sull'assetto dello Stato?». A Cossutta non va giù la soluzione semi-presidenziale che va prendendo forma alla Camera, dove questa settimana, a partire da mercoledì, si riprenderà a votare sui poteri del Capo dello Stato. Rifondazione comunista teme ulteriori concessioni al Cavaliere, il quale preme perché questi poteri vengano dilatati, rispetto al testo in discussione, soprattutto in tema di scioglimento delle Camere. Sabato Berlusconi era stato chiaro in proposito, così come aveva fatto intendere che non avrebbe accettato una riduzione dei gradi di giudizio, da tre a due. Su questo ieri ha espresso un'opinione diametralmente contraria Antonio Di Pietro: «Sono convinto che un doppio grado di giudizio sia sufficiente per le garanzie del cittadino», ha detto. Non si placa, intanto, la discussione tra gli ex de innescata dal discorso del Papa contro la legge 194 che regola l'aborto e dal capo dei vescovi italiani, Camillo Ruini, sceso in difesa della scuola privata. Ieri il leader del ccd, Pierferdinando Casini, ha proposto un tavolo comune di tutti i cattolici proprio sul finanziamento pubblico delle scuole private. Sembrerebbe una mano tesa verso i Popolari, visto che sabato Marini aveva annunciato battaglia sui pari diritti delle scuole non statali, mettendo in allarme il laico Giorgio La Malfa. Ma il vicesegretario del ppi, Dario Franceschini, declina l'offerta: «Il ddl del governo - spiega - «già va nella direzione della parità: se il ccd e altri nel Polo vogliono aiutarci ad approvarlo più in fretta, ben venga il loro aiuto». [u. m.] sse ma sa» L'AFFLUENZA ALLE URNE ORE Ut TOTALE AMMINISTRATIVE: 11,1% ELEZIONI COMUNALI: 13,4% ELEZIONI PROVINCIALI: 9,8% PRECEDENTI Cio^%) (12,3%) 18,8%) ORE 17: TOTALE AMMINISTRATIVE ELEZIONI COMUNALI: ELEZIONI PROVINCIALI: 33,5% (36,2%) 39,8% (40,8%) 29,6% (31,7%) ORE 22: TOTALE AMMINISTRATIVE: ELEZIONI COMUNALI: ELEZIONI PROVINCIALI: 69,3% (73,9%) 76,9% (79,8%) 64,1% (68,8%) Il leader dei Ds Massimo D'Alema Cossutta contro l'asse tra Fini e D'Alema «La maggioranza è divisa»
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