Godzilla di 1. T.

Godzilla Godzilla Un kolossal senza fantasia CANNES. Fisicamente, nella sua ultima incarnazione Godzilla ha gambe umane virili sagomate bene quanto quelle dei bronzi di Riace ma terminanti in enormi piedi palmati, ha il punto-vita segnato, ha la schiena crestata e una grossa coda sfasciatutto capace di travolgere il culmine dell'Empire State Building, si muove eretto (magari un po' curvo), ha una testa fra il tirannosauro e il coccodrillo. Lo si direbbe di colore verde scuro oppure grigio ferro, ma è difficile dire: il film di Roland Emmerich che ha concluso il 51" festival è tutto girato nell'oscurità e sotto la pioggia, un po' per moltiplicare la paura con il buio e il mistero, molto per risparmiare trascurando i dettagli. Anagraficamente, Godzilla ha 44 anni; è giapponese, ideato nel 1954 dal produttore Tomoyuki Tanaka; si chiamerebbe in realtà Gojira, sintesi dei termini giapponesi «gorira» (gorilla) e «kujra>; (pescecane); è un gran lavoratore, è stato protagonista di oltre venti film avendo come antagonisti King Kong, un ragno gigante, un drago a tre teste, un megarobot. Il nuovo «Godzilla» può procurare divertimento nostalgico a coloro che conoscono il mostro dalla nascita, e non sono poi moltissimi. Per gli altri è un film-catastrofe come tanti: stavolta il mostro è frutto d'una alterazione genetica provocata dagli esperimenti nucleari francesi in Polinesia, mangia pesce, si autoriproduce deponendo uova; distruggendo e divorando arriva a New York e subito va in centro, come ogni turista; schiaccia, devasta, abbatte, travolge, viene costretto a rituffarsi sottacqua nell'Hudson; come al solito, Esercito, Marina e sindaco combinano poco, mentre il giovane scienziato Matthew Broderick scopre, insieme con Jean Reno dei servizi segreti francesi, il luogo dove il mostro ha deposto almeno duecento uova e dà le indicazioni necessarie ad eliminare genitore e progenie. Ma un uovo, uno solo, rimane intatto, si schiude: un altro Godzilla è nato, per la prossima puntata. Kolossal a risparmio, il film è grosso, fragoroso, puerile, ogni tanto divertente e testimonia la mancanza d'inventiva del cinema industriale: davvero non si poteva ideare qualcosa di nuovo? [1. t. ]

Persone citate: Jean Reno, Matthew Broderick, Roland Emmerich, Tomoyuki Tanaka

Luoghi citati: New York, Riace