In piazza sfila il no alla droga di Maria Grazia Bruzzone

In piazza sfila il no alla droga Roma, anche Fini tra i 20 mila in corteo per bocciare il disegno sulla depenalizzazione In piazza sfila il no alla droga Le comunità contro il Senato ROMA. «Chiederò al governo di autorizzare la coltivazione delle piantine di fiori sul balcone, non le piantine di marijuana». Scherza, ma mica tanto, Gianfranco Fini, che marcia tra le file dei ragazzi di San Patrignano. Saranno ventimila, alla manifestazione nazionale «Liberi per vivere», promossa a Roma, alla vigilia del voto amministrativo, da varie comunità terapeutiche contro ogni ipotesi di depenalizzazione e legalizzazione delle droghe leggere. E contro il disegno di legge, da poco approvato in commissione al Senato, che depenalizza tra l'altro la coltivazione a uso personale della marijuana. E tra i manifestanti, mescolati ai giovani, c'è un nutrito gruppo di parlamentari del Polo, e anche un piccolo drappello di popolari. Un corteo colorato e fantasioso ma duro. «Le pere sugli alberi, le spade ai cavalieri, le pasticche alla nonna, le canne ai pescatori», recita imo striscione con disegnati i vari tipi di droga, sorretto da ragazzi che portano enormi pere di cartone. Il primo bersaglio è il governo: «Ci mancano le case, lavoro e occupazione, e invece ci danno la legalizzazione», «Vogliamo l'Europa degli ideali, le foghe d'erba lasciamole ai maiali», «Caro Prodi, sei senza orgoglio, l'erba e il metadone, dalli a tuo figlio». Né mancano gli slogan contro i radicali, da sempre antiproibizionisti: «Pannella, Pannella, la droga è tua sorella». E la battuta di una donna anziana, «Il buon Dio ha fatto venire il mal di cuore a Pannella per quello che ha fatto. Se passa la droga libera gli stacchiamo il bypass», è accolta da un'ovazione. «Abbiamo lottato contro la camorra, ora dobbiamo lottare contro lo Stato, se diventa spacciatore», arriva a dire Assunta Esposito, presidente dell'Associazione nazionale genitori Lotta contro la Droga, quando il corteo arriva a piazza Navona, dove Pannella ha tante volte distribuito hashish. Don Gelmini non c'è, e neppure il capo dell'agenzia antidroga dell'Onu, Pino Arlacchi, che ha mandato però un suo rappresenante «a dare il sostegno delle Nazioni Unite». E Andrea Muccioli, figlio del fondatore di San Patrignano, denuncia l'indifferenza dello Stato per le comunità terapeutiche. «Nessuno ci ha seguito. Siamo soli. I soli ad aver dato e a dare alternative, ad aprire le nostre case. Cosa fa di concreto lo Stato? Quante nuove istituzioni sono state aperte in questi ultimi anni?». Accusano lo Stato per accusare il governo. Per protestare contro la legge passata al Senato che, con l'obiettivo primo di depenalizzare ben 200 reati tra i più vari, alleggerendo il carico delle prigioni, depenalizza anche il consumo di gruppo delle droghe leggere (quello individuale è stato depenalizzato dal referendum) e la coltivazione a uso personale. Non nel senso che non sono più reati, ma in quello che non sono più reati penali, puniti col carcere, ma solo da mul¬ te e altre sanzioni anuninistrative. Ma per l'opposizione, che annuncia un pesante ostruzionismo alla Camera, si tratta comunque di una legge sbagliata, anzi «sciagurata», come la definisce Firn. E il capogruppo di An al Senato Giulio Maceratini, che marcia insieme a Francesco Storace, a Maurizio Gasparri e, per una volta, con Pino Rauti del Msi, minaccia: «Dopo l'ergastolo, la depenalizzazione. Il Senato si sta specializzando in leggi lassiste e contrarie alla volontà popolare. Ma l'Ulivo non avrà vita facile». «Contro questa legge irresponsabile» è pronto a fare ostruzionismo anche il Ccd, annuncia Pierferdinando Casini. E Angelo Sanza dell'Udr auspica che «i cattolici trovino un comune sentire nelle battaglie a tutela della vita». Giuseppe Fioroni, responsabile Sanità del Ppi, ha voluto partecipare alla manifestazione per testimoniare l'impegno del suo partito a sostegno delle comunità terapeutiche, ma giudica l'ostruzionismo «una trovata pubblicitaria» e invita a venire in Parlamento per esprimere le proprie posizioni: «Serve un libero confronto in aula per migliorare la legge». Maria Grazia Bruzzone Andrea Muccioli ieri a Roma alla manifestazione dei centri antidroga

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