E llrriducibile Armata s'arrocca a Fort Alamo

E llrriducibile Armata s'arrocca a Fort Alamo ANALISI E llrriducibile Armata s'arrocca a Fort Alamo QLONDRA UESTA settimana gli irlandesi hanno votato per la pace. Nel primo referendum tenuto simultaneamente a Nord e a Sud della frontiera creata con la violenza nel 1921, la maggioranza ha votato per seppellire le faide della storia. Hanno detto no agli odi tradizionali tra cattolici nazionalisti e protestanti che vogliono restare sudditi britannici. Questo voto è un fatto storico schiacciante, e marca davvero uno dei numerosi appuntamenti dell'Irlanda con il destino. Ma come spesso è accaduto in passato, è possibile che nessuno dei più importanti giocatori colga pienamente l'opportunità. Gerry Adams, capo del Sinn Féin, il braccio politico dell'Ira, ha detto che gli irlandesi del Nord e del Sud hanno fatto «un enorme salto per fede», e che presto ci sarà una nuova Irlanda basata su «eguaglianza e partecipazione». Nell'Irlanda del Nord a sorrisi ed applausi è stata messa la sordina. Malgrado l'alta affluenza ai seggi (ben oltre il 75% di votanti, moltissimo per un'elezione britannica), in un certo senso il risultato può essere interpretato come un voto di frammentazione e paralisi, piuttosto che come un «sì» ad un nuovo brillante futuro. Qui un'analisi attenta di chi ha votato per cosa mostra un lato assai oscuro a ciò che appare come un chiaro raggio di sole. In Irlanda del Nord, su quasi un milione di voti espressi, il 71,12% sono stati a favore dell'accordo di pace negoziato da Tony Blair a Belfast il Venerdì Santo. Solo il 28,88% erano contrari. Ma bisogna ricordare l'inesorabile matematica della de mografia in Irlanda del Nord, dove la popolazione è divisa in un 35 per cento di cattolici ^litro il 65 per cento di protestanti in qualche modo fedeli alla Corona britannica. Dei lealisti protestanti che hanno votato, solo il 51% erano per l'accordo, mentre il 48% circa era ad esso contrario. Questo significa che la comunità protestante è ora seriamente divisa. La spaccatura all'interno dei partiti e delle comunità protestanti potrebbe significare che l'agenda politica per l'estate sarà un conto alla rovescia di disordini e violenza. Entro un mese a partire da oggi, il popolo dell'Irlanda del Nord dovrà votare per una nuova Assemblea con 108 membri, per mettere in pratica le nuove proposte di pace. Ora, è possibile che i protestanti che hanno votato al referendum a favore della pace con un esiguo margine, possano votare con una simile stretta maggioranza a favore di candidati che sono contrari a mettere in pratica la maggior parte di quello stesso accordo di pace. L'accordo del Venerdì Santo significa che l'Irlanda del Nord sarà governata da un esecutivo forte di 12 uomini scelti tra i na¬ zionalisti cattolici, compresi certamente Gerry Adams t il Sinn Féin, così come tra gli unionisti protestanti. Inoltre le elezioni saranno tenute nel pieno della «stagione delle marce», quando i falchi protestanti dell'Ordine di Orange celebrano le rituali parate in bizzarre uniformi, suonando le vecchie cattive canzoni create per provocare i cattolici irlandesi. L'ultima volta che fu fatto un tentativo di governare l'Irlanda del Nord con un organismo locale costituito dalle due parti dell'abisso settario dell'Ulster, nel 1974, l'intera regione fu bloccata da uno sciopero generale organizzato dal Consiglio dei lavoratori dell'Ulster (protestante). Il leader degli sciope-' ranti era la voce che risuonava più forte nelle strade protestanti: quella del leader populista degli Unionisti democratici, il reverendo Ian Paisley. Questa volta Paisley non ha vinto - dopotutto una maggioranza di protestanti ha votato a favore dell'accordo e della cooperazione con Dublino, l'odiato nemico cattolico che governa nel Sud. Ma se non ha vinto, Paisley non ha ancora nemmeno perso. Egli ha un improbabile alleato nel poliedrico avvocato Bob McCartney, unico rappresentante nel Parlamento di Londra del cosiddetto Partito unionista del Regno Unito. Questi sostiene che Tony Blair ha ceduto al ricatto dei terroristi dell'Ira e di Gerry Adams, il quale ridurrà all'anarchia prima l'Ulster, e poi ridurrà in rovina il resto del Regno Unito. Paisley e McCartney, a loro modo di vedere, sono i nuovi Davy Crockett e Jim Bowie che difendono il Fort Alamo dell'Ulster protestante dalle orde del Sud. Essi saranno in grado di giocale sui timori per il futuro della polizia, la Royal Ulster Constabulary, che viene ancora reclutata essenzialmente nella comunità protestante, e che è destinata a una radicale riforma. C'è preoccupazione anche per il prossimo rilascio di detenuti dell'Ira e per la riluttanza dell'Ira a consegnare il suo arsenale di sofisticate armi da guerriglia. Alla fine, il giorno del referendum è arrivato grazie al puro potere della volontà di Tony Blair e del leader unionista moderato, David Trimble. Ancora una volta Blair ha dimostrato di essere un vero politico radicale. Nella campagna referendaria si è mostrato totalmente dedicato a strappare l'Irlanda del Nord dalla prigione del suo passato. In ciò, come nelle riforme della Costituzione britannica, egli ha provato il contrario di quanto detto dal principe di Salina nel famoso distico del «Gattopardo» («Perché le cose restino le stesse, è necessario che tutto cambi»). Ancora una volta egli ha detto che «se vuoi che le cose cambino in meglio, devi essere pronto a cambiare totalmente». Robert Fox