Pellegrino della Sindone pellegrino della Storia
Pellegrino della Sindone pellegrino della Storia PANEALPANE Pellegrino della Sindone pellegrino della Storia il Papa è a Torino per proclamare tre nuovi beati di origine piemontese e per venerare la Sindone. L'occasione è eminentemente religiosa, addita ai fedeli esempi di una nor spenta virtù cristiana, quasi sublimati dall'icona di Cristo davanti alla quale sfilano da un mese i pellegrini. Ecco, il Papa si comporta come uno di loro, nonostante i riguardi conferitigli dal rango e dall'età. Certo non gli sfugge - per quanto a sua volta oggetto di pellegrinaggio e catalizzatore di folle - lo spirito dei viaggiatori medioevali che andavano a fare atto di penitenza a Gerusalemme o a Santiago di Compostela. Con questo stesso animo del resto ha compiuto i suoi viaggi lungo i punti cardinali, le quattro braccia del mondo, per rendere testimonianza alla Chiesa vivente e chiedere perdono a tutti delle sue inadempienze. E' una pratica antica che riveste tuttavia un nuovo significato nell'ordine dell'umiltà e della carità, sen^a per questo precluder^ atorità del magistero. Non è un caso che il suo pellegrinaggio sia stato preceduto da una serie di ammonimenti. Parlando davanti all'assemblea della Cei, ha richiamato il diritto delle scuole private - in buona parte cattoliche - a ottenere dallo Stato piena parità nei confronti di quelle pubbliche, confortato dall'atteggiamento di molte nazioni evolute e non confessionali che hanno ritenuto di attuare anche a questo proposito una scelta di libertà. Ma ha ricordato anche la necessità di proteggere la famiglia e di affrontare in modo più stringente il problema del la disoccupazione. Al raduno del Movimen to per la vita ha contestato poi, con visibile sofferenza, la legge italiana sull'a borto che (nonostante i po sitivi risultati raggiuntiha comportato ancora, in vent'anni, tre milioni mezzo di morti. Nessuno può disporre della vita altrui, ha ripetuto, facendos forte dei suoi ripetuti appelli contro la pena di morte, eseguita su adulti che pure non erano innocenti. E ancora ieri, a Vercelli, ha invocato dai responsabli della cosa pubblica, nell'eco di troppi scandali, competenza e trasparenza, insieme a una maggiore sollecitudine per il bene comune contro ogni egoistico particolarismo. Sono richiami di una coscienza critica che, per quanto rivolti in prima istanza ai cristiani, non possono lasciare indifferenti, suggeriscono momenti di riflessione a chiunque è costretto a commisurare l'intangibilità dei principi con i condizionamenti della vita reale e dell'umanità imperfetta, cristianamente «caduta». Tanto più coinvolgenti o almeno rispettabili perché provengono da una figura carismatica che, pur avendo contribuito potentemente a imprimere una svolta alla storia di fine secolo, non ne''ha abusato trionfalisticamente e non si è acquiefàto nella persuasione di vivere nel migliore dei mondi possibili. A 78 anni, Giovanni Paolo II continua invece a comportarsi con fervore intatto come all'inizio della sua «carriera», più che mai determinato ad aguzzare lo sguardo oltre il Duemila. Oggi sarà giornata di preghiera, per questo pellegrino della Storia, ma non è escluso che in faccia alla Gran Madre o sul sagrato della cattedrale si lasci sfuggire qualche parola fuori tema. Ispirata magari al disagio di una città che, per sentirsi viva, per fugare le apprensioni del futuro, ha dovuto profittare anche del palladio sindonico. Chissà... Lorenzo Mondo do |
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Lorenzo Mondo
Luoghi citati: Compostela, Gerusalemme, Santiago, Torino, Vercelli
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