La rivincita di Marco Polo di Gabriele Beccaria

La rivincita di Marco Polo Aperto per la prima volta agli stranieri il mitico paradiso di Xanadu La rivincita di Marco Polo UNDICI ore di viaggio sfiancante, un permesso assurdamente dettagliato da Pechino fino all'impronunciabile Xhenglanqi e subito oltre la meta, dal nome sognante di Xanadu. Raccontata, favoleggiata, perduta, ritrovata e subito proibita, la capitale estiva di Kubilay Khan, abilmente pubblicizzata sei secoli fa da Marco Polo, si è concessa a occhi occidentali per la prima volta da quando è tornata alla luce nel ' '92, a tre testardi reporter inglesi, tra cui il corrispondente del «Times», James Pringle. L'Oriente meraviglioso torna a colpire, anche se stavolta ci si deve accontentare di qualche smilzo reportage invece che dei richiami da sirena del «Milione». E' la rivincita del veneziano, di questi tempi strapazzato da studiosi che lo hanno sbugiardato come un esploratore da salotto. Il celebre palazzo delle meraviglie esiste. Di fronte alla porta Nord della città, dice Pringle. Le prospezioni aeree prima e gli scavi poi ne hanno ricostruito la forma a «yurt», la tenda mongola, dove si accoglieva nel fasto più sfrenato un migliaio di guerrieri e notabili alla volta. Intorno, su una superficie di una cinquantina di chilometri quadrati, emergono le rovine imponenti di altri 38 edifici, compreso il palazzo di marmo: lì Kubilay fu incoronato imperatore e - conferma l'archeologo-capo Wei Jian - dal 1260 ci tornò ogni estate per sfuggire alla cappa che soffocava Khanbaliq, cioè Pechino. La visita si è svolta in un'innaturale solitudine. Oltre le mura sbrecciate si snoda il filo spinato. Xanadu è nel mezzo di una base militare, un tempo caposaldo contro la minaccia d'invasione dell'Armata Rossa. Dissolto il pericolo, l'invito speciale ai tre inglesi potrebbe essere il segnale Si una prossima apertura al turismo. Resisterà l'incanto da fiaba? Gabriele Beccaria

Persone citate: James Pringle, Jian, Kubilay, Kubilay Khan, Pringle

Luoghi citati: Pechino