TRE POETI E UN MECENATE di Giovanni Giudici

TRE POETI E UN MECENATE IVREA TRE POETI E UN MECENATE Scotellaro, Giudici, Fortini Serate culturali sull'era olivettiana LA tecnologia unita alla parola dei poeti. Ecco i due elementi attorno a cui gravitò la Olivetti fino agli Anni Settanta. Questo strano connubio manageriale faceva dire allo psicanalista Cesare Musatti, anch'egli coinvolto nel progetto di Comunità: «Adriano è matto. Ma sono i matti che, con le loro intuizioni profetiche, fanno cambiare la direzione al mondo». Per realizzare quella sua lucida follia, Adriano Olivetti, secondogenito di Camillo, fondatore deDa stirpe, chiamò uno stuolo di intellettuali. Radunò architetti, come Figini e Pollini, e sociologi come Luciano Gallino, a capo dell'Ufficio Studi. E scrittori e poeti. Paolo Volponi che, oltre a dirigere il Personale, a Ivrea concepì «La macchina mondiale». Geno Pampaloni, alle Relazioni Esterne, e Giovanni Giudici, alla Pubblicità. Proprio Giudici, e due altri poeti che animavano la corte neo-rinascimentale di Adriano, Franco Fortini e Rocco Scotellaro, saranno al centro della manifestazione «Tre poeti olivettiani, tra critica e poesia», che si svolgerà le sere di .venerdì 22, 29 maggio e 5 giugno, nella Sala Dorata del Municipio di Ivrea. Il direttore scientifico è Giorgio Bàrberi Squarotti, i moderatori degli incontri sono Dario Pasero e Roberto Bertolo. Venerdì 22 maggio, alle 21, Marco Merlin parlerà di Scotellaro, lo scrittore lucano che fra il '47 e il '53, quando morì, aderì al Movimento di Comunità. In quegli anni si rivelò lo spirito da mecenate di Adriano che salvò lui e la sua famigka, rimasta al Sud, dall'indigenza. Come nei successivi incontri, gli attori Franco Ferrerò e Laura Conti leggeranno i testi. Il 29 maggio sarà il turno di uno dei principali poeti italiani viventi, Giovanni Giudici; su di lui si soffermerà Ciro Vitiello. L'autore di «Lume dei tuoi misteri» ha ricordato di recente: «All'Olivetti mi lasciavano il tempo per pensare alle mie poesie; spesso chiudevano, con molta umanità, un occhio sulle mie assenze mentre, fisicamente, ero in ufficio». L'ultima serata, il 5 giugno, è dedicata a Franco Fortini, su cui interverrà Giorgio Luzzi. Traduttore di Proust e Brecht, critico militante, autore di pas- si che hanno segnato i primi Anni Sessanta, Fortini non potè sottrarsi al fascino di Adriano, che tentò di coniugare il profitto aziendale con il benessere psicologico ed economico dei suoi operai, le visioni dei poeti con il rigore dei tecnici. Paolo Bricco Adriano Olivetti in una foto dell'archivio storico A sinistra Giovanni Giudici

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