ECCO IL SALONE CHE VORREI

ECCO IL SALONE CHE VORREI ECCO IL SALONE CHE VORREI Le idee di imprenditori e intellettuali per migliorare la manifestazione TRATTENERE il Salone del Libro a Torino dipende soltanto da una puntuale volontà politica, migliorarlo si può. Cosa manca per renderlo più appetibile? Morti visitatori concordano nel far notare che le casse sono lontane dall'ingresso (con disagi per disabili e anziani) e che scarseggia la segnaletica soprattutto nei parcheggio. Naturalmente tutti chiedono sconti sul biglietto, sul parcheggio e sui libri. Chi viene da altre città vorrebbe collegamenti più comodi con Caselle mentre i tassisti fanno notare che con più corsie preferenziali e maggior severità nei confronti di chi parcheggia in doppia e tripla fila, al Salone si arriverebbe più in fretta. Ecco invece le proposte degli operatori economici e culturali torinesi. Maurizio Baldini, direttore Aiat, associazione albergatori. «Ciò che manca è una specie di Convention Visitor Bureau, un ufficio che razionalizzi il calendario degli eventi. Che senso ha avere Sindone, Salone dell'Auto e del Libro quasi contemporaneamente?». Claudio Ferrara, direttore Epat (Pubblici esercizi). «Per valorizzarlo si dovrebbero muovere le categorie interessate. Noi, per esempio, abbiamo contribuito moltissimo per riportare a Torino il Salone del Gusto, anche con eventi esterni». Mimmo Fogola, librario ed editore. «Come editore chiedo uno stand fisso tutti gli anni e una divisione dei padiglioni a temi e non per editori. Come libraio mi compiaccio per un evento che promuove il prodotto. Non mi dispiace che si faccia pagare il biglietto, si paga anche per il carnevale di Viareggio! Trovo scorretto lo sconto e la presentazione in anteprima delle opere. Propongo anche di far tornare a Torino le librerie antiquarie, che invece affollano la mostra annuale di Milano». Piergiorgio OdHreddl, docente di Logica alla facoltà di Matematica. «Farei una suddivisione per argomenti. L'Associazione Mathesis, per esempio, offre nel suo stand un panoramica di tutti i libri di matematica». Carlo Ossola, docente di attere all'Università. «In una città in cui le biblioteche chiudono con i negozi, e spesso prima, il Salone ha n merito di dare alla lettura il tempo vitale della compagnia in ogni era della giornata. Di più, suscitando dibattiti intorno ai volumi, ha fatto capire che il libro non è una mattonella di carta, ma voce vivente che si stacca dalla pagina e conversa con chi si avvicina. Se il Salone si limitasse soltanto a esporre volumi, il libro tornerebbe ad essere quella malinconica derrata che si contempla con la distrazione che si riserva alle cose mutili». Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio. «Va potenziato dandogli una valenza europea approfittando del fatto che Torino in quei giorni si trasforma in luogo di incontro di scrittori e operatori della cultura che normalmente si ritrovano a Milano». Giuliano Soria, presidente Premio Grinzane Cavour. «Propongo un consiglio di amministrazione nel quale non siano concesse, al partner pubblico, le solite lottizzazioni; e comitati con meno consulenti di richiamo e più gente che sappia cosa fa. Fare il Salone della cultura, con un'anima, un'identità che lo renda insostituibile e non una fiera della vanità, una kermesse che insegue i numeri. Meglio meno presenze fittizie e più qualità. Riportare, come si è fatto quest'anno, il Salone sul libro e sui problemi della lettura e facendo ritornare gh scrittori: se mancano loro è come avere un magnifico ristorante senza buon- Sstai. drea Rolli dell'Associazione librai. «Noi finanziamo il Salone due volte: con la mancata vendita di libri in quei giorni (il 70 per cento di 10 miliardi incassati al Lingotto) e come contribuenti degli enti locali che finanziano il Salone. Abbiamo proposto varie iniziative negli anni, quest'anno è in atto una la promozione di acquistare libri da regalare alle bilioteche degli ospedali infantili Proposte? Ottanta librerie a Torino potrebbero avere una voce ed essere rappresentate nei vari comitati del Salone. Sarebbe anche auspicabile che ad ogni acquisto al Salone gh editori rilascino un buono da spendere in libreria». Irene Cablati Giuliano Soria: «Serve un Salone della cultura con un'identità che lo renda insostituibile» 34

Persone citate: Carlo Ossola, Claudio Ferrara, Giuliano Soria, Maurizio Baldini, Mimmo Fogola, Pannunzio, Pier Franco Quaglieni

Luoghi citati: Grinzane Cavour, Milano, Torino, Viareggio