CHE FILM SARA'?

 CHE FILM SARA'? CHE FILM SARA'? AE?° CHE FILMSSISTEVO mio .padre operato d'ernia alle Molinette e notavo che non c'erano conttolli per i visitatori che entravano nelle corsie con borse che avrebbero potuto contenere di tutto. Poiché in uno scrittore di gialli si nasconde un criminale mancato ho incominciato a fantasticare sul contenuto di quelle borse: cosa succederebbe se nella falsa Vuitton di quella bellezza mediterranea fosse nascosta, in mezzo alla biancheria di ricambio, una pistola col silenziatore? Un passo dopo l'alno, per lente spirali, è nato un romanzo. E ora addirittura un film. La cosa che più mi impressiona è che una semplice e oziosa fantasticheria, nata in un momento di forzata inattività, abbia messo in movimento tutto questo can can: i miliardi che ci vogliono per produrre un film non sono mica noccioline, direbbe Frassica. E se va male, non è che mi chiederanno i danni? Un giorno di molti anni fa il grande e a me carissimo Giovanni Alpino dichiarò che non sarebbe andato al cinema a vedere «Profumo di donna», il film che Dino Risi aveva ricavato dal suo romanzo «H buio e il miele». Ricordo che pensai: toccasse a me una fortuna simile, mi piazzerei ne ore prima davanti alle porte del cinema per essere sicuro di trovare un posto in prima fila. Adesso invece Arpino comincio a capirlo. Intendiamoci: considero una grande fortuna che un attore bravo, serio e ostinato come Sergio Ca¬ M SARA'? stellilo abbia scelto il mio romanzo per debuttare nella regia cinematografica. Ma io ho convissuto per mesi con i personaggi della mia storia, so come si muovono, cosa pensano, come parlano e come si vestono. Ho conttoÙato passo passo le loro azioni, i movimenti, gli ambienti nei quali agiscono. Anche se ho fatto passare per corso Agnelli il tram numero 12 anziché il 10, come subito mi ha fatto notare un attento lettore. Il film sarà, anzi deve essere un'alna cosa. Un romanzo è un romanzo e un film è un film, ciascuno con la sua autonomia. Sembrerà un'ovvietà ma è una verità da tenere sempre presente. Un film deve avere un suo respiro, un suo ritmo narrativo, deve reinventare la storia attraverso il lavoro collettivo degli sceneggiatori, del regista e degli attori, senza contare le legittime esigenze della produzione che deve piazzare il prodotto sul mercato. Non dirò mai che il film ha nadito lo spirito del romanzo, poiché considero questo tradimento un suo preciso dovere. Mi sta bene anche che cambino il titolo, anche se avrei preferito quello del libro: non più «Torino lungodora Napoli» ma «Braccia di burro». Anzi, avendo fatto saltuariamente l'attore nel cinema (l'ultima volta in «Cucciolo» dove ero il padre di Massimo Boldi), mino qualche speranza che mi affidino una parte: quella del burro. Brano Gambarotta

Persone citate: Dino Risi, Frassica, Gambarotta, Giovanni Alpino, Massimo Boldi, Sergio Ca, Vuitton

Luoghi citati: Arpino, Napoli, Torino