Cent'anni dalla scoperta della radioattività

Cent'anni dalla scoperta della radioattività MARIE E PIERRE CURIE Cent'anni dalla scoperta della radioattività / coniugi scienziati insigniti del premio Nobel per la chimica nel 1911 UN secolo fa, nel 1898, Marie Sklodowska Curie scoprì, con il marito Pierre, due nuovi elementi radioattivi, il polonio e il radio. Per questa scoperta i coniugi Curie furoho insigniti nel 1911 del premio Nobel per la chimica. Nel 1903 i Curie avevano diviso con Becquerel il Nobel per la fisica per i loro lavori sulla radioattività. A quei tempi Marie stava cercando un argomento da trattare nella tesi per ottenere la libera docenza e passando in rassegna le ultime novità sperimentali decise di dedicarsi alle misteriose emissioni da parte dei sali dell'uranio che aveva scoperto alcuni anni prima Henri Becquerel. Incuriosita dal fenomeno, che lei stessa chiamerà «radioattività», Marie passa in rassegna tutti gli elementi noti, per scoprire se altri avessero la stessa proprietà dell'uranio. E le sue ricerche danno subito un risultato: anche il torio emette miste¬ riose radiazioni come l'uranio. Marie, però, non si ferma al torio, ma avendo a disposizione la collezione di minerali della Scuola di fisica, decide di sottoporla tutta al suo esame. Ed ecco il colpo di scena. Marie scopre che in alcuni composti la radioattività è molto più forte di quella che si poteva prevedere tenendo conto della quantità di uranio e di torio in essi contenuti. Il fatto è molto strano, tant'è che sulle prime pensa che si tratti di un errore di misura. Ma dopo aver ripetuto per decine di volte le misurazioni Marie si arrende all'evidenza. La pechblenda e la calcolite, due composti dell'uranio, sono molto più attivi dello stesso uranio e, come scrive all'Accademia delle scienze, «questo fatto va rilevato e induce a credere che questi minerali possano contenere un elemento molto più attivo dell' iranio». Marie e il marito Pierre, che nel frattempo Jia temporaneamente tralasciato i suoi lavori sui cristalli per dedicarsi alla causa della moglie, scoprono che nella pechblenda la radioattività si concentra in due frazioni chimiche. Nel luglio del 1898 i coniugi annunciano la scoperta di una delle due nuove sostanze, che nel sistema periodico degli elementi è assai vicina al bismuto e che viene chiamata polonio dal nome del Paese di origine di Marie. Alla fine di dicembre dello stesso anno i Curie annunciano la scoperta dell'altra sostanza radioattiva, alla quale propongono di dare il nome radio. Non basta, però, l'annuncio. Il mondo scientifico aspetta una conferma e i chimici soprattutto vogliono vedere questa sostanza. Marie e Pierre, allora, si buttano a capofitto nel lavoro per ottenere radio allo stato puro, ma la cosa non è semplice perché questa sostanza si trova in piccolissime tracce dentro la pe¬ chblenda e questa è un materiale abbastanza prezioso che viene estratto nelle miniere di Sankt Joachimsthal e utilizzato nell'industria del vetro. Se la pechblenda è preziosa, i residui della sua lavorazione non dovrebbero però esserlo e i due Curie, avvalendosi di una amicizia influente, riescono ad ottenere gratuitamente una tonnellata di residui di pechblenda che li terrà impegnati per quasi quattro anni durante i quali Marie, come scrive la figlia Irene, con la sua «terribile pazienza» è stata «nello stesso tempo un fisico, un chimico, un operaio specializzato, un ingegnere e un facchino». Ma quarantacinque mesi dopo averne annunciato l'esistenza, nel 1902 riesce a isolare un grammo di radio puro e a determinare il peso atomico che risulta 225. Nel 1904 esce il primo numero della rivista «Le Radium», che tratta di radioattività. Poi ai Curie arriva una let- tera con la quale i titolari di una ditta americana chiedono informazioni sul radio e invitano i loro scopritori a brevettarlo per diventarne proprietari a tutti gli effetti. Marie, però, pensa che col radio si potranno curare gli ammalati e pertanto non ritiene che se ne debba trarre vantaggio. Sarebbe contrario, dice Marie, allo spirito scientifico. Anche Pierre è d'accordo. Decidono pertanto di passare alla ditta americana tutte le informazioni necessarie senza chiedere nulla in cambio. E, scrive Irene, dopo aver preso questa decisione, «Pietro e Marie varcano, sulle loro biciclette, la porta della barriera di Gentilly, e, pedalando si clirigono verso i boschi di Ciamart. Essi hanno scelto, per sempre, tra la povertà e la ricchezza. Alla sera tornano stanchi, con le braccia cariche di foglie e di mazzi di fiori di campo». Franco Gabici A sinistra i coniugi Curie nel loro laboratorio chimico a Parigi, nel 1898, al tempo delle prime scoperte Rifiutarono di brevettare le scoperte per non speculare sulle possibilità terapeutiche delle radiazioni

Persone citate: Becquerel, Curie, Franco Gabici, Gentilly, Henri Becquerel, Marie Sklodowska Curie, Pierre Curie, Sankt

Luoghi citati: Parigi, Pierre