Un parco di azalee e rododendri

Un parco di azalee e rododendri LA BURCINA Un parco di azalee e rododendri I N Piemonte una singolare I collezione di azalee, rododen■ dri, altre acidofile e conifere esotiche rare e preziose è visitabile nel Parco Burcina, che si estende su ben 60 ettari nei Comuni di Biella e Pollone. Burcina deriva il suo nome dal termine dialettale brucina, ossia collina della brughiera, in riferimento alla distesa di erica presente sui versanti del colle, colle che era stato acquistato a metà Ottocento da Giovanni Piacenza, un industriale tessile e per sua volontà rimboschito con un intervento talmente valido da essere menzionato nel corso di ima seduta in Parlamento. Gli eredi Piacenza fecero interventi successivi rendendo con grande sapienza il parco gradevole in ogni mese dell'anno: a gennaio-febbraio la Primula Vulgaris, a marzo le scille e i crochi regalano i primi colori dopo il riposo invernale seguiti dalla fioritura di Chaenomeles e Spirea, ad aprile i narcisi insieme al rododendro più precoce il Rhododendron arboreum, e ai ciliegi giapponesi, ad aprile-maggio sbocciano le azalee dalla mollis la prima a fiorire, quindi le giapponesi e, infine, queDe a grandi fiori che formano imponenti siepi; a giugno è la volta della comparsa delle rosee corolle della kalmia lati/olia, e così via. La famiglia Piacenza ha anche saputo migliorare la fruibilità del parco da parte del pubblico, accentuandone l'aspetto romantico. Nel 1935 il Comune di Biella acquistò l'intero parco. Un angolo che colpisce il visitatore è la macchia di ortensie, disposta ad andamento curvilineo in modo da creare a chi la osserva dal basso l'impressione di vedere la famosa «mer de Giace» del Monte Bianco sebbene caratterizzata dal colore azzurro intenso che i fiori di tale specie assumono in presenza di substrati acidi. Le conifere introdotte dal Nord America e dall'Oriente tra cui la Sequoia sempervirens, il Sequoiadendron giganteum, il Taxodium distichum (cipresso calvo), la Tsuga canadensis del Canada, della Georgia e dell'Alabama, insieme ai cedri del Libano, atlantica e deodara non costituiscono un arboreto, al contrario, forniscono un elemento compositivo in quanto sono dislocati in modo geniale con l'intento di conservare un effetto estetico durante tutto il corso dell'anno. Il massiccio impiego di conifere è giustificato anche dalle idee del tempo circa l'utilità delle specie resinose per migliorare e rendere salubre l'aria: abeti, larici e pini erano al riguardo le specie preferite. Esempi rilevanti di riinboschimenti con conifere effettuati nel Biellese sono la Pineta Frassati visibile dalla Burcina, quelli effettuati da Federico Rosazza nella Valle del Cervo e da Ermenegildo Zegna nella zona di Trivero, degni di essere ammirati. Alla Burchia non mancano però le latifoglie: viali di Liriodendron tulipifera (l'albero dei tulipani cosiddetto per la forma del fiore), faggi i cui tronchi argentei spiccano durante l'inverno, l'albero dei fazzoletti, la Davidia involucrata, di origine cinese dai cui rami pendono non fiori, ma brattee bianche simili ad un fazzoletto, le Acacia julibrissin, aceri e betulle dai bianchi tronchi. A prima vista la Burcina appare come un parco informale, con grande ricchezza di fiori e di colori, solo la lettura più approfondita consente di individuare il disegno, i confini, i percorsi e permette di capire come giustamente i Piacenza abbiano limitato la presenza di manufatti architettonici come chioschi, gazebi, grotte, delegando aUa vegetazione il compito di costituire l'ossatura del parco e di destare le sensazioni di meraviglia e di sorpresa dovute anche al fatto che il paesaggio circostante, il paese, la fabbrica, la pianura, la montagna fanno parte del parco. Il parco va salvaguardato e restaurato, gestito e fruito da un pubblico che diviene culturalmente sempre più sensibile e interessato alle bellezze naturali, ai silenzi, ai profumi e ai colori della vegetazione. Questo è quanto sa fare l'Ente Parco che si avvale anche della collaborazione della scuola di specializzazione in «Parchi e giardini» dell'Università di Torino nell'ambito di un progetto finalizzato del Cnr volto a studiare lo stato attuale della vegetazione per stabilire un corretto piano di gestione delle specie arboree e arbustive. Elena Accati Università di Torino

Persone citate: Elena Accati, Ermenegildo Zegna, Federico Rosazza, Frassati, Giovanni Piacenza