Cozze d'alto mare

Cozze d'alto mare PIATTAFORME PETROLIFERE Cozze d'alto mare Prodotte 2000 tonnellate all'anno NON hanno il marchio doc, ma le cozze di piattaforma sono tra le migliori in commercio, per qualità e dimensioni. Ogni anno, dalle piattaforme petrolifere italiane (una settantina di strutture) vengono raschiati e raccolti da sommozzatori specializzati più di 20 mila quintali di Mitylus galloprovincialis, la comune cozza appunto. Prima di essere vendute ai grossisti e trascorrere la «quarantena» nelle vasche di stabulazione, le cozze vengono sottoposte ad accurati controlli dalle Aziende Sanitarie locali. Una conferma indiretta che le acque marine attorno alle piattaforme, dalle quali viene estratto ogni anno circa un terzo del metano consumato in Italia, non sono inquinate. Oltre alle enormi quantità di mitili tenacemente attaccati ai tralicci d'acciaio, nella parte sommersa delle piattaforme flora e fauna proliferano, sviluppando uno straordinario ecosistema. Queste strutture artificiali, grazie alla loro estensione altimetrica, diventano un habitat ideale per alghe, madrepore, molluschi e molti altri tipi di organismi sessili (che vivono cioè fissati ad un substrato solido sommerso), normalmente distribuiti in fondali di diversa profondità. La presenza di questi organismi (i primi anelli della catena alimentare) richiama pesci d'ogni genere: sardine, acciughe, spigole, saraghi, scorfani, dentici, ricciole... Tutti attratti sia dalla maggiore disponibilità di nutrimento, sia dall'azione fisica di protezione esercitata dalle strutture immerse. Infatti difficilmente i grossi predatori, come squali e tonni, si addentrano nell'intricata rete di pali metallici, data la loro propensione agli spazi aperti, e lo stesso predatore uomo è impossibilitato ad agire, poiché intorno alle piattaforme la pesca è vietata. Si calcola in quasi 100.000 ettari la superficie dell'Adriatico protetta dalla pesca per motivi di sicurezza legati all'attività petrolifera. Lo sviluppo di organismi sessili sulle strutture sommerse (indicato con il termine inglese «fouling») può provocare tuttavia alterazioni nell'efficienza delle strutture stesse: appesantimento, aumento della resistenza idrodinamica, innesco di fenomeni corrosivi. E' per questo che a scadenze fisse si procede ad una pulizia per raschiamento della parte immersa dei piloni, recuperando i molluschi; inoltre viene spesso utilizzato un sistema di protezione catodico per impedire la corrosione, cercando di evitare, se possibile, l'impiego di vernici antifouling. La presenza umana sotto le piattaforme è quindi limitata alle attività di manutenzione, peraltro svolte sempre più spesso dai Rov (Remotely Operated Vehicles), speciali veicoli sottomarini senza equipaggio pilotati via cavo da una nave appoggio. E' molto forte quindi il contrasto con ciò che avviene sopra le piattaforme: qui lavorano, con turni di 12 ore alternati, dalle 40 alle 60 persone. C'è la squadra di perforazione, con un capo e 6 o 7 addetti. Poi c'è il geologo, i tecnici del parco tubi, i gruisti, i meccanici, gli elettricisti, i motoristi, i cuochi, i camerieri e gli amministrativi. Il turno di lavoro internazionale è di 28 giorni in mare e 28 a casa. I collegamenti sono garantiti da due imbarcazioni: una staziona sempre nelle vicinanze della piattaforma, l'altra porta i rifornimenti. Le piattaforme sono di tre tipi: quelle ancorate al fondo (utilizzate fino a 80-100 metri d'aqua), quelle semisommergibili o galleggianti (tra i 100 e i 600 metri) e le navi-piattaforma (tra i 600 e i 2500 metri d'acqua). Il loro valore economico è elevatissimo, La piattaforma più comune, tra le 60 che sorgono al largo di Ravenna, ha un costo (dal progetto alla realizzazione) dell'ordine dei 100 miliardi. Gli elementi che costituiscono i vari moduli della piattaforma vengono assemblati su un basamento galleggiante o ancorato al fondo marino. Le cabine sono da due o quattro posti, come quelle delle navi. Per il tempo libero sono presenti la sala tv con antenna satellitare, il bar, una piccola palestra, una sala lettura, il biliardino e il ping pong. Tra le persone a bordo si crea in genere un forte sentimento di amicizia e solidarietà, anche se resta forte il senso di distacco dalla terraferma. Un tempo gli uomini chiamavano le famiglie grazie a ponti radio. Oggi, grazie ai telefoni cellulari, anche questo problema è stato risolto. Davide Pavan Torre di perforazione j Pati infissi ì nel fondo Sopra, la struttura dj una piattaforma A lato, un impianto nell'Adriatico

Persone citate: Davide Pavan, Pati

Luoghi citati: Italia, Ravenna