THRILLER FREDDO

THRILLER FREDDO THRILLER FREDDO Un nuovo talento nel campo del thriller criminale (domenica, ore 11, Spazio autori C). E' Kathy Reichs, di cui Rizzoli pubblica Corpi freddi. La scrittrice, nata a Chicago, lavora come antropologa forense. In America è stata salutata come la nuova Patricia Comwell. Sempre domenica, alle 18, nello spazio autori B, la casa editrice Iperborea presenta lo scrittore finlandese Arto Paasilinna, di cui è stato appena tradotto /( figlio del dìo del tuono (l'Olimpo finnico in subbuglio mentre si avvicina il Duemila). Interverrà il traduttore Fabrizio Carbone. se e quella tedesca anzitutto, ma anche quella italiana - non è diventato un impegno della letteratura europea. Non ne ha posto neanche le premesse. Italiani, francesi, tedeschi siamo più lontani di ieri. Nulla di ciò che volevano i diversi impegni è andato come si voleva. Il più grande problema tedesco, come far passare il passato che non passa, è passato: la Germania che entra in Europa non è più la Germania, è un'altra cosa. Il passato che non si sapeva come far passare era il tempo in cui la Germania voleva il dominio sull'Europa. Ora che an dominio l'ha trovato, non militare ma economico (che non vuol dire di meno, ma di più), il passato passa. Uno dei nuclei centrali dell'impegno della gauche in Francia e del Gruppo 47 in Germania era come espiare quel passato. L'espiazione non è mai avvenuta, ma non se ne parlerà più: il «silenzio» di cui dice Quignard. Scrivo questo articolo in un alberghetto sul boulevard SaintGermain, sono qui per lavoro: guardo dalla finestra e non vedo nulla di quel che vedevano i più accaniti impegnati d'Europa, quelli che anteponevano l'impegno all'amicizia, alla colleganza («Pas d'a- IL FLOP: DIETRO 1A PORTA DI BASSANI TUTTOLIBRI mi invita a ricordare una delusione o un successo, significativi entrambi, nella mia vita di venditore. 1964. Due anni dopo il grande successo de II giardino dei Pinzi Contini, Bassani pubblica Dietro la porta. Molte erano le speranze, ma soprattutto insistite le richieste di tirature e lancio in libreria. Dopo le cinquantamila copie iniziali, per pressioni e sollecitazioni si aggiunge subito, e non necessaria, una ristampa di altre ventimila. Il consuntivo fu ben deludente, ed il libro si inabissò nei silenzio del mercato. Qualche tempo dopo, era estate e cenavo con Eric Under, suo agente, ricordammo a commento di quel risultato, un aneddoto su George Bernard Shaw. Un giorno, una celebre e bella attrice inglese incontra il Maestro, e dopo grandi convenevoli, eccedendo un po' gli dice: «Maestro, pensi quale bellezza e quale intelligenza potrebbe nascere dalla nostra unione». Di rimando Shaw: «E se succedesse il contrario?». A commento del libro in oggetto, e senza dire altro, Under ed io concludemmo: «Appunto!». 1974. A giugno esce La Storio di Elsa Morante. Prezzo L 2000, tiratura centomila copie; una pagina di pubblicità su // Corriere della Sera, l'ultima. Il consenso del pubblico fu immediato. Due settimane dopo ero in una riunione di lavoro con i miei uomini a Bologna e mi sento chiamare da Valerio Riva. Come va il libro? Bene, ne ristampo altre centomila. Non rovinarti il buon nome. Pazienza. Nell'anno le vendite si attestarono a seicentomila copie. Nel mio lavoro di venditore ho sempre cercato di conoscere un libro per dedurne qualsiasi obiettivo. La vendita è speranza sorretta da conoscenza ed onesto scetticismo. Mi sono sempre ricordato dell'aneddoto di George Bernard Shaw. Cerati Roberto Cerati Cerati mitié sans unite»), alla famiglia. Lì, da quel bar troppo famoso dove si dice che l'impegno sia nato, il massimo rappresentante dell'impegno francese sosteneva che il Terzo Mondo avrebbe inaugurato una storia nuova, l'età della relazione e non dell'aggressione. Va come tutti vedono: per entrare nell'aggressiva Europa i terzomondiali son pronti a morire a centinaia nei barconi, a farsi sparare nelle stazioni del metrò o dietro gli altari delle chiese. Vorrei vederlo, l'incontro tra uno di questi terzomondiali e quel teorico della storia separata della negritudine. Moravia ha difeso per quattro decenni (ma alla fine s'è ricreduto) un suo opuscolo che aveva fatto circolare ciclostilato sul finire della guerra: diceva che il cristianesimo era finito perché aveva vinto, portando l'umanità alla libertà spirituale, ma ora l'umanità aveva bisogno di un'altra libertària libertà economica: cominciava l'epoca del comunismo che finirà quando l'umanità non avrà più fame. E' andata come tutti sanno. La fame nel mondo comunista è cresciuta tanto che il comunismo s'è disintegrato, e una delle forze che ILFUP: LA FAMA MI EVITO' IL PUGNO PER quanto mi riguarda, mi sono reso conto di avere «successo» soltanto di recente, una sera, nel corso di un concerto. Sul palco suonavano i Prozac +, e nella bolgia sottostante gli amplificatori qualcuno ha dato un pestone all'amica che era con me. Per vendicarla, ho dato una violentissima spinta al primo corpo che mi è capitato a tiro, consapevole del fatto che difficilmente comunque si sarebbe trattato di quello giusto, impossibile a distinguersi nel parapiglia circostante. Purtroppo, non solo non era quello giusto, ma quando si è girato verso di me esibendo un enorme pugno puntato direttamente sul mio naso - mi sono accorto di avere a che fare con il classico armadio, un metro e novanta d'altezza per cento chili di peso, metro più, chilo meno. In una frazione di secondo mi sono visto: a) col naso fratturato e sanguinante; b) a terra, calpestato dalla folla; c) pietosamente soccorso dai crocerossini in uniforme catarifrangente arancione. Invece, il pugno si è abbassato e il suo proprietario mi ha sorriso, quasi abbracciandomi, esclamando a tutto volume (per via degli amplificatori): «MA CULICCHIA, CHE COSA FAI? TI METTI A SPINGERE I TUOI LETTORI Al CONCERTI?». Naturalmente, so bene che se una sera quel pugno partirà il «successo» se ne sarà andato, insieme al mio setto nasale. Ma non importa. Quello che mi spiace, in realtà, è che le guardie giurate - pur avendo turni di lavoro incredibilmente lunghi e altrettanto noiosi - leggano pochissimo. Altrimenti, finché sono in tempo, ne approfitterei per rapinare qualche banca. Culicchia Giuseppe Culicchia Culicchia , l'hanno frantumato è la chiesa cattolica. Pasolini sosteneva la necessità di un ritorno alla terra, non nel senso tolstoiano che la terra è natura e la natura è divina, ma nel senso pascolano che la terra è abitata da un'umanità fuori-storia, e se la storia è corruzione quell'umanità è incorrotta, dialetto famiglia cristianesimo paesaggio lavoro. Pasolini pensava alla terra di sua madre, che in obbedienza a un inconscio desiderio di ritornare nella, madre lui sentiva come sua. Ora quella terra fa parte di un complesso di regioni che si chiamano Nord Est, che son proiettate verso una storia nemica e inconciliabile con l'eredità dell'impegno. Il Nord Est, anche quello delle poesie in dialetto di Pier Paolo, è per l'interesse privato al di sopra della morale, al di sopra della religione, al di sopra di Dio. L'area politica che ha ereditato i temi dell'impegno pasoliniano (processo alla de, Mani Pulite, Andreotti colpevole di tutto, protezione dei dialetti, tante scuole di Bar- biana, campagne verdi piene di lucciole, una lucciola è meglio di tutta la Montedison anche prima che dalla Montedison venisse staccata la madre di tutte le tangenti), tutta quell'area politica è per il bene collettivo. La fabbrica umana pensata da Volponi, in cui il lavoro fosse sfrondato della proprietà privata e gli operai non ne facessero parte come anime morte (fu anche il grande tema del Parise industriale), la fabbrica liberante, è esattamente ciò verso cui non si va. Anche qui l'impegno ha perduto. Sulle fabbriche più profittevoli preme la deregulation, lavoro occulto, terzomondiali non registrati, gente che ufficialmente non esiste. Doveva essere il tempo della fabbrica degli ope¬ rai febei, col padrone che non esiste. E' il tempo della fabbrica del padrone febee, con gH operai che non esistono. Eppure quel lavoro è, per larghe ondate di umanità, la salvezza. Non avere quel lavoro è l'annientamento. Pretendere che un impegno oggi sia la continuazione dell'impegno di ieri vuol dire non tener conto che l'impegno di ieri ha perduto non perché la storia lo ha ingannato, ma perché era sbagliato. Abbiamo fatto tutto quel che potevamo per vincere, «per nostra fortuna» abbiamo perduto: non c'è altra conclusione che questa. Era un impegno sui tempi lunghi, della progettualità, non dell'attualità. Si aspettava la grande conferma dal futuro, venivano continuamente smentite dal presente, non rimpiangiamo i grandi maestri dell'impegno: ci hanno indotti (mi ci metto in mezzo) in grandi errori, l'impegno dell'attualità (descrivere Sarajevo, descrivere la Sardegna, descrivere Mestre e Marghera, descrivere le imprese della Volante Rossa: sto citando alcuni libri di piccoli memorabili maestri dell'impegno qui-ora), è più piccolo ma più sicuro. L'impegno dell'attuahtà è meno visibile, forse invisibile, in confronto all'impegno del progetto, e ottiene poco. Ma quel poco è l'unica cosa che possiamo ottenere. Ferdinando Camon in : Studi sull'inquisizione romana Traduzione di Stefano Galli Pagine 460, L, 60.000 Collana ■ Cultura e Storia ■; "SÌ":::::::>:-:?::: v:'i:S ::^\ ::•:•:":••;•• Romano Guardini Le cose ultime La dottrina crisfSarta sulla morte, a purificazione dopo la morte, a resurrezione, il giudizio e l'eternità Pagine 116, L. 25.000 Konrad Gaiser Testimonia Platonica Le antiche testimonianze sulle dottrine non scritte di Platone A cura di Giovanni Reale con la collaborazione di Vincenzo Cicero Pagine XX11-326 L. 60.000 (Conrad Gaiser Testimonia Platonica Li' untii-lii- ti-stiinonian/r sulle dottrine min scrilte di Platone ' Giovanili Reale .il \ì *V''Sfa-ir* " «L^j I vangeli e la presenza di Gesù Pagine 204, L. 28.000 Collana Sestante Le radici della bioetica Atti del Congresso Internazionale Roma, 15-17 febbraio 1996 A cura di E. Sgreccia, V. Mele, M. Gonzalo Pagine XX1V-792,2 volumi indivisibili, L. 100.000 Collana Medicina Collana Temi metafisici e problemi del pensiero antico Per informazioni: O 02-72342310