Comit esamina Bancaroma di Valeria Sacchi

Comit esamina Bancaroma ti PUNTO DEI MERCATI Comit esamina Bancaroma U FFICIALMENTE nulla è trapelato dal comitato esecutivo della Comit, riunito ieri à Milano al gran completo, nel cui ordine del giorno non era previsto l'argomento «fusione Comit-Bancaroma». Ma ufficiosamente si è poi saputo che della questione si è parlato, e la conclusione è che, sul tavolo degli amministratori delegati, la pratica Bancaroma è ora all'esame. Saranno Alberto Abelli e Pierfrancesco Saviotti a dover sviscerare lo studio interno (nemmeno questo ancora «ufficiale) che Merrill Lynch ha stilato, a chiedere eventuali delucidazioni, per poi riportare al consiglio le loro osservazioni. A far emergere il tema sembra sia stato il vicepresidente Gianfranco Gutty che nel capitale Comit rappresenta le Generali e il loro 5%. Sarebbe stato lui a domandare delucidazioni e, quindi, ad introdurre il problema. Che a quel punto è stato poi discusso, secondo qualcuno con grande pacatezza, secondo altri con grande freddezza da parte dei membri che si erano già espressi contro, come il presidente della Comit Luigi Fausti e il consigliere che rappresenta Paribas, Michel Frangois-Poncet. Buttando sul tavolo del comitato la fiche Bancaroma, Gutty avrebbe anticipato un parere favorevole, ufficializzando in questo modo l'apertura del dossier Bancaroma. Teoricamente, la prossima mossa dovrebbe essere quella di incaricare un advisor, magari la stessa Merrill Lynch, di una ricognizione sull'ipotesi di fusione. Della quale, peraltro, nessuno sa nulla anche se è quasi certo che essa ricalcherà la formula già sperimentata per Intesa e Unicredito, che vede la costituzione a monte di una holding che controlla le aziende bancarie. Della posizione di Paribas si è già detto, delle remore di Fausti anche. Fra gli altri membri del comitato, si era già dichiarato disponibile all'intesa Gianfranco Cerutti mentre Commerzbank, rappresentata da Axel von Ruedorffer, aveva sottolineato la necessità di esaminare la proposta. Ieri un altro autorevole «sì» è venuto dal presidente della Fiat Cesare Romiti. Il quale, richiesto sulla posizione della Toro (che è grande azionista di Bancaroma), ha risposto: «Siamo favorevoli». Sulla tempistica della trattativa sembrano assai meglio informati i vertici di Bancaroma. Ieri mattina, a margine di un convegno, il direttore generale dell'istituto capitolino Giorgio Brambilla ha infatti anticipato: «Spero che entro dieci giorni ci saranno fatti concreti». Una chiara allusione, anche se poi ha aggiunto che le «novità» non necessariamente riguarderanno l'aggregazione tra Banca di Roma e Comit. Subito dopo, però, sempre Brambilla si è soffermato sulla questione dei concambi che tiene occupata la Borsa da giorni e giorni, osservando che si tratta di un «errore parlare ora di ipotesi di concambio». Sostenuto dall'amministratore delegato di Bancaroma, Antonio Nottola, il quale ha concluso: «Il concambio è l'ultimo atto». Ieri, intanto, la Borsa ha privilegiato la Banca di Roma, che è andata al rialzo del 3,67% con scambi per 190 miliardi, mentre la Comit ha spuntato solo un progresso dello 0,88% con scambi per 163 miliardi. Il mercato, insomma, come del resto fa da qualche settimana, dà per già concluso il merger che dovrebbe dare vita al maggior gruppo bancario italiano. Valeria Sacchi

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