D'Antoni: Prodi attento adesso vogliamo i fatti

D'Antoni: Prodi attento adesso vogliamo i fatti D'Antoni: Prodi attento adesso vogliamo i fatti OCCUPAZIONE E MEZZOGIORNO SOL ROMA |l RRABBIATO con Romano ^W^Prodi? «Non voglio personalizzare, non ce l'ho con il presidente del Consiglio, ma con il governo nella sua interezza», avverte il segretario della Cisl Sergio D'Antoni all'indomani della rottura del confronto con il governo sull'occupazione. Ma perché tanta irritazione? «Purtroppo il governo ha fatto molto poco per mettere in moto politiche attive per il lavoro, soprattutto nelle zone più svantaggiate». Allora la protesta sindacale può sfociare in un clamoroso sciopero generale? «Decideremo unitariamente lunedì. Non escludo nulla. Ci sono diversi modi di mobilitarsi per raggiungere lo stesso scopo». E allora che cosa è importante per lei? «E' importante protestare con durezza per dare una scossa al governo e smuovere le acque, finalmente, determinando i provvedimenti necessari al raggiungimento del risultato, cioè la creazione di nuovi posti di lavoro». Ma che cosa non va bene nel progetto che il governo vi ha presentato giovedì? «Gli esempi non mancano. Il primo riguarda i patti territoriali e i contratti d'area, i nuovi strumenti di incentivazione degli investimenti. Dopo due anni dalla decisione di procedere, l'unica iniziativa concreta è quella della Telecom per 160 posti a Crotone. Secondo: infrastrutture. Non c'è rispetto agli impegni presi nel 1996 per gli aeroporti o le autostrade: ci sono pochissimi cantieri aperti. Terza questione: si è fatto finalmente l'accordo sulla formazione per le nuove assunzioni, ma non c'è una lira nel bilancio per realizzarla». La Usta è ancora lunga? «Certo. Quarto esempio: per il lavoro sommerso stiamo aspettando la norma che risolve i problemi fiscali e contributivi in caso di accordo per il superamento del lavoro nero. Quinto: per l'agenzia per il Mezzogiorno abbiamo letto l'organigramma dai giornali, ma non sappiano cosa sia». Sembra di capire che non c'è una cosa che vada bene. «Le condizioni economiche generali sono favorevoli, la ripresa è in corso, la stabilità finanziaria garantisce condizioni di vantaggio per gli investimenti; siamo il Paese in questo momento, nel Mezzogiorno in particolare, che ha un costo del lavoro molto basso, più dell'Irlanda o del Galles portati a modello. Manca la capacità di sfruttare il quadro economico complessivo e le condizioni e arrivare ai risultati». A questo punto è complicato riprendere il confronto con il governo? «Io penso che il confronto non solo deve riprendere, ma si deve allargare. Il tavolo quadrangolare annunciato, cioè il confronto esteso da sindacati e governo a imprese ed enti locali, deve essere convocato. Questo non toghe nulla al fatto che la mobilitazione ci deve essere e la pressione si deve sentire». Sembra lo stesso linguaggio del ministro del Lavoro Treu che parla di pressione sindacale, non di rottura. «Lui può interpretare il nostro dissenso come meglio crede. Ma la sostanza non cambia: noi non siamo d'accordo con il governo. Se a Treu non piace la parola rottura ne possiamo usare altre». Quale? «Se il ministro del Lavoro preferisce possiamo parlare di fratture. Sta al governo usare le terapie giu- ste per ricomporle». Ci può essere qualche iniziativa di Prodi che consenta di evitare la mobilitazione? «Più che di iniziative si tratta di fatti». Cioè? «I cinque esempi delle questioni aperte che ho indicato prima si risolvono o no? Vorremmo che il governo comprendesse davvero che favorire il recupero delle zone più svantaggiate significa ridurre le distanze tra tutte le aree ricche del Paese e quelle meno febei, non solo fra Nord e Sud. E quindi si può fare un'opera di coesione sociale, a cominciare dal Mezzogiorno, fondamentale per far vincere all'Italia la sfida europea. Il governo non può accontentarsi del brillante risultato raggiunto con la partecipazione all'Euro». E quindi cosa deve fare? «Deve rilanciare la politica di concertazione con le parti sociali, questa volta tesa allo sviluppo e al lavoro, modello che ci viene invidiato in Europa e che può diventare la carta vincente della nuova Italia». Roberto Ipppolito asso cora di più al Paese». leader di Rifondazionotti: «La critica dei consonante con queldicale che noi abbiasi scorsi». one non mostri segni o è denunciato anche giunturale della Confin rapporto, si parla di ulte contenuta flessione. La gnala poi che la produzioè aumentata a maggio bimestre aprile-maggio è ,8% rispetto al primo no. [r. r.] Wrspmlutthh I segretario generale della Cisl, Sergio D'Antoni

Persone citate: D'antoni, Prodi, Sergio D'antoni, Treu

Luoghi citati: Crotone, Europa, Galles, Irlanda, Italia, Roma