Sequestrati alla mafia beni per 1000 miliardi
Sequestrati alla mafia beni per 1000 miliardi Palermo, ville e terreni dei Drago Ferrante Sequestrati alla mafia beni per 1000 miliardi PALERMO Il magistrato EgidDAL NOSTRO CORRISPONDENTE Maxisequestro dei carabinieri ai danni della mafia. Beni per mille miliardi sono stati confiscati dai militari su ordine del tribunale di Palermo (sostituto procuratore Egidio La Neve) al gruppo imprenditoriale Drago Ferrante di Bagheria. Un patrimonio invidiabile: 120 alloggi nel complesso residenziale «Golden Hill» ai margini di una lussureggiante distesa di agrumeti vicina al mare fra Bagheria e Tràbia, aree edificabili, azioni e patrimoni di cinque società (Imco, Cqjdra, Coesi, Cosedra e Cosmo), depositi bancari, automezzi e auto di lusso. Tutte proprietà intestate a Francesco Drago Ferrante e ai figli Pietro e Manlio sospettati da tempo di essere portatori di enormi interessi economici della mafia, controllati dal mandamento di Caccamo, uno dei più antichi. Francesco Drago Ferrante fra l'altro è imputato in imo dei tanti processi in corso per associazione mafiosa. Il pm Salvo De Luca ha chiesto la sua condanna a 8 anni di reclusione. Gli inquirenti sono certi che l'imprenditore bagherese, autore di un'irrefrenabile quanto veloce ascesa nell'imprenditoria palermitana, sia uno dei bracci finanziari di Cosa nostra. E come altri prima di lui, Drago Ferrante ha insospettito gli inquirenti con dichiarazioni dei redditi assai modeste (pare addirittura denunciasse 10-30 milioni all'anno) in contrasto con il suo tenore di vita da riccone. Accertamenti bancari tra l'altro hanno evidenziato alcuni conti «in rosso». I carabinieri sono risaliti ai io La Neve Drago Ferrante indagando sulle ripetute e gravissime intimidazioni contro il sacerdote modenese Gino Sacchetti, cappellano del supercarcere di Termini Imerese, che per oltre due anni, fino al 1996, fu bersaglio della mafia per via di una comunità per il recupero dei tossicodipendenti da lui avviata accanto al «Golden Hill». Una vicinanza sgradita ai Drago Ferrante e una presenza malvista dagli spacciatori legati ai boss che hanno maldigerito fin dall'inizio il progetto. I Drago Ferrante hanno avuto un ruolo negli «avvertimenti» (gli venne «recapitata» anche una testa di un agnello sgozzato) al sacerdote, al quale fu assegnata una scorta? Il pentito Salvatore Barbagallo ha detto ai magistrati che «la realizzazione del centro contrastava con gli interessi economici ri connessi alla realizzazione del Golden Hill e facenti capo alle famiglie di Trabia, Termini Imerese e Caccamo, impegnate ad ostacolare il progetto di don Sacchetti». Secondo l'accusa, poi, l'imprenditore e i figli sono stati in affari col ricchissimo costruttore edile e presunto mafioso Salvatore Sbeglia e con i latitanti Domenico Rancadore e Salvatore Pinella. Fra i più consistenti seque stri degli ultimi tempi di patri moni di presunta matrice mafiosa, quello di 400 miliardi a un altro costruttore edile, Gio vanni Ienna, nel gennaio del 1995 e nel marzo dell'anno scorso quello per 200 miliardi agli imprenditori D'Anna di Terrasini, nonché altri ai danni di presunti riciclatori di denaro «sporco» alcuni dei quali sono indiziati di essere prestanome di Totò Faina. Antonio Ravidà Il magistrato Egidio La Neve
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