Sexygate, gli agenti testimonieranno

Sexygate, gli agenti testimonieranno Dovranno dire tutto sulle visite di Monica Lewinsky all'Ufficio Ovale Sexygate, gli agenti testimonieranno // giudice dà torto ai legali della Casa Bianca WASHINGTON. Un giudice federale ieri ha deciso che gli agenti che proteggono Bill Clinton dovranno testimoniare sul Sexygate. La Casa Bianca aveva chiesto che gli agenti del servizio segreto fossero esentati dal testimoniare sui rapporti tra Clinton e la internista Monica Lewinsky perché questo avrebbe messo in pericolo il rapporto di fiducia tra il Presidente e gli uomini che devono proteggere la sua vita. Ma il giudice federale Norma Hollaway Johnson, accogliendo la richiesta del magistrato Kenneth Starr, ha deciso che gli agenti possono essere chiamati come chiunque altro a testimoniare davanti al gran giurì del Sexygate. Gli avvocati della Casa Bianca avevano invocato, con mos¬ sa insolita, il «privilegio della funzione protettiva» per impedire agli agenti di essere interrogati da Starr sulle visite di Monica Lewinsky all'Ufficio Ovale. Starr aveva ribattuto che tale privilegio non era riconosciuto da alcuna legge e che gli agenti del servizio segreto non potevano godere degli stessi diritti riconosciuti agli avvocati o ai me 1 nei rapporti con i rispettivi clienti. Il giudice Johnson ha già decretato alcuni giorni fa che Monica Lewinsky non gode di alcuna immunità, aprendo così la strada all'interrogatorio della giovane internista, al centro della vicenda. Starr sta cercando di dimostrare che Clinton ha mentito sotto giuramento affermando di non aver mai avuto rapporti sessuali con la ragazza. Se il giudice riuscisse nel suo scopo, il fantasma dell'impeachment potrebbe tornare a turbare i sonni dell'attuale Presidente americano che nei sondaggi sembrava avere superato un recente periodo di crisi di popolarità. Il fatto di aver mentito apparirebbe infatti un comportamento eticamente molto più grave delle varie banali scappatelle sessuali di cui Clinton è accusato. Ad un certo momento della vicenda coloro, tra gli oppositori politici, che insistevano a citare il caso Monica Lewinsky si erano ritrovati a fare la figura dei moralisti, ma un Presidente bugiardo sarebbe accettato da ben pochi elettori americani. [Ansa]

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