Armata europea per i Balcani di Maurizio Molinari
Armata europea per i Balcani DIPLOMAZIA Prodi conferma al premier macedone: i nostri soldati pronti a intervenire Armata europea per i Balcani A Tirana l'Italia arbitro di un accordo a otto ROMA. L'Italia batte due colpi nei Balcani. A Tirana il sottosegretario alla Difesa, Gianni Rivera, ha siglato l'accordo per una forza di pace multinazionale nei Balcani fra 8 Paesi europei. A Roma il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha formalizzato al premier di Skopje, Branko Crvenkoski, l'impegno a favore del rinnovo della missione dei caschi blu in Macedonia, a cui dovrebbero partecipare dei contingenti italiani. I due passi rientrano nella strategia di Roma - che da luglio sarà per sei mesi presidente di turno dell'Ueo di rafforzare le sicurezza nei Balcani per prevenire o arginare crisi come quella in atto nel Kosovo. L'accordo di Tirana è stato firmato da Italia, Albania, Bulgaria, Macedonia, Grecia, Romania, Slovenia, Turchia (e da una delegazione americana). «Daremo vita ad una brigata - spiega Gianni Rivera - che avrà compiti di mantenimento della pace e prevenzione dei conflitti. L'Italia è pronta a partecipare con reparti del genio, delle trasmissioni e della sanità ma prima bisognerà attendere la designazione della sede del comando, che vede già candidate Grecia, Turchia e Bulgaria». Al vertice è intervenuto il presidente albanese, Rexhep Meidani, auspicando una «presenza internazionale nella regione e nel Kosovo». La forza multilaterale potrebbe essere impegnata sotto l'ombrello di Onu, Osce o Ueo anche se l'ipotesi più avvalorata da fonti militari prevede uno sviluppo nell'ambito della «Partnership per la Pace» della Nato. A Bruxelles è già in fase avanzata la definizione di tre programmi a sostegno della stabilità dei Balcani, a cominciare dal Kosovo. Mosca però non ha mancato di far presenti i timori per un ulteriore allargamento dell'area-Nato. Paese cruciale per gli equilibri regionali è la Macedonia, il cui premier ha iniziato una visita a Roma di tre giorni in coincidenza con le celebrazioni dei Santi Cirillo e Metodio. Durante l'mcontro a Palazzo Chigi Prodi si è detto «favorevole al mantenimento dei caschi blu dell'Unpredep in Macedonia a salvaguardia della sua integrità territoriale». «C'è un'enorme attenzione per Skopje - aggiunge il sottosegretario Piero Fassino - e per questo abbiamo confermato il nostro impegno per i caschi blu e per la cooperazione». Skopje ha da tempo chiesto all'Italia di inviare un contingente ma per la decisione bisogna aspettare la scelta dell'Onu di rinnovare il mandato, che scadrà il 30 agosto. E in Consiglio di Sicurezza manca ancora «sì» formale della Russia. Crvenkoski con Prodi ha affrontato anche i temi economici legati alla realizzazione del «corridoio numero 8» attraverso i Balcani: l'Italia ha erogato a Skopje 24 miliardi di crediti. In serata Crvenkoski ha poi incontrato alti responsabili dell'Eni per discutere il progetto di un «gasdotto dei Balcani» che, attraversando Bulgaria, Macedonia e Albania porterebbe le risorse del Caspio fino a Brindisi. ; Maurizio Molinari
Persone citate: Branko Crvenkoski, Gianni Rivera, Piero Fassino, Prodi, Rexhep Meidani, Romano Prodi
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