Scuole americane il grande terrore

Scuole americane il grande terrore USA Morto uno dei ragazzi feriti nell'Oregon. E un liceale si spara alla testa in classe Scuole americane il grande terrore Un'altra strage di adolescenti sventata in Missouri NEW YORK DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Uno dei feriti nella sparatoria dell'altro ieri nel liceo di Springfield, nell'Oregon, è morto. Si chiamava Ben Walker, aveva 15 anni ed era stato fra quelli che avevano tentato di disarmare il loro compagno Kipland Kilken che sparava all'impazzata. Così sale a due il numero delle vittime di quella tragedia (a quattro contando i genitori di Kipland trovati morti in casa e probabilmente ammazzati da lui), mentre nell'ospedale di Springfield ci sono quattro ragazzi che i medici considerano ancora in pericolo di vita e altri quattro le cui condizioni sono ancora definite «serie». Ieri sera era prevista la formale incriminazione del giovane assassino. Sarà processato come un adulto, hanno spiegato le autorità, ma per lui verrà bandita la possibilità di una condanna a morte. La notizia che Ben Walker non ce l'aveva fatta è arrivata agli altri ragazzi proprio quando si erano di nuovo riuniti nella scuola, non per partecipare alle lezioni, che sono state sospese, ma per stare insieme, per consolarsi a vicenda, abbracciarsi, piangere e deporre un fiore in memoria di Mikael Nickolauson, 17 anni, la vittima dell'altro ieri. Sulla montagna di fiori che durante la mattinata si era creata, a un certo punto è apparso un cartello che diceva: «Non impareremo mai?», quasi un'eco delle considerazioni che un po' dovunque que sto nuovo episodio ha suscita to. A questo punto sono 17 gli studenti americani uccisi da qualche loro compagno durante questo anno scolastico e «non è più possibile far finta che si tratti di aberrazioni fini a se stesse, fuori controllo e quindi da trascurare», dice perentorio il «New York Times». Si tratta di un preciso feno meno che va analizzato e affrontato, dicono tutti, e gli esperti segnalano le solite cose: la tv piena di personaggi che più ammazzano e più sono «fichi», i videogochi in cui più si distrugge e più punti si fanno, e anche il pericolo che le notizie stesse sugli episodi di violenza inducano all'«emulazione». Proprio ieri, per dire, è stato scoperto che in una scuola elementare del Missouri un gruppo di bambini aveva elaborato un «piano» da mettere in pratica il 6 giugno, ultimo giorno di scuola, che consisteva nell'azionare l'allarme antincendio e nell'appostarsi fuori per sparare sul mucchio dei ragazzi in fuga. Una copia perfetta di quanto e accaduto a Jonesboro, nell'Arkansas, che sembra spiegare l'iniziativa presa ieri dal giornale «Chicago Sun»: nessuna notizia in prima pagina della sparatoria di Springfield e una nota per spiegare che non si voleva «contribuire al fenomeno». Poi però, grande copertura, con tanto di foto agghiaccianti, alle pagine 2 e 3 e l'avviso che comunque, se una tragedia del genere accadesse nell area di Chicago, «le notizie le metteremmo in prima pagina». Una contraddizione perfino buffa, che però è un sintomo del disagio che sta cogliendo un po' tutti. Ma il punto essenziale della discussione è quello solito della circolazione delle armi, alle quali i ragazzi hanno un troppo «facile accesso». Ieri in California un liceale di 17 anni si è sparato alla testa davanti ai compagni di scuola. E' in fin di vita. Il ragazzo, di cui si ignora l'identità, avrebbe fatto ricorso al disperato gesto perché non è stato promosso. In questo Paese, come si sa, ci sono più rivendite di armi che pompe di benzina. Quello di essere armati sarà pure un diritto costituzionale, dice il «New York Times», ma una legge che tenga lontani i ragazzi da quegli strumenti di morte «non è chiedere troppo e il Congresso dovrebbe agire». Forse però è proprio chiedere troppo. L'anno scorso i parlamentari hanno ricevuto dalla NRA, la lobby delle armi, contributi per un milione e mezzo di dollari. La lobby contraria, quella per il controllo, non è riuscita ad andare oltre i 200.000 dollari. Franco Pantarelii

Persone citate: Franco Pantarelii, Mikael Nickolauson

Luoghi citati: Arkansas, California, Chicago, Missouri, Oregon, Springfield, Usa