Cagliari prova il «fattore X»: Grauso di Cesare Martinetti

Cagliari prova il «fattore X»: Grauso Terzo uomo nel duello tra il favorito, il sindaco Delogu (Polo) e la sfidante Carboni Boy (Ulivo) Cagliari prova il «fattore X»: Grauso «Candidato di se stesso» CAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO Alle 5 e mezzo del mattino, Grauso si toglie le scarpe e con quel po' di voce che gli hanno lasciato whisky e sigarette si rimette al pianoforte: «Lasciatemi cantare... sono un italiano vero». Laggiù, dietro il mare, comincia a far chiaro. Qui siamo rimasti in otto: una russa, Nina (che gli ha chiesto la canzone di Toto Cutugno), una coreana, un'inglese, un'islandese, Michela, una dei suoi; un sardo e un piemontese. Grauso canta, Nina ride, il maggiordomo porta un'altra bottiglia di vino, Michela dice: «Sai chi è davvero lui? Un inventore, uno che si alza al mattino, ha un'idea e sa come realizzarla. Ma è anche un mecenate, anche...». Un profeta, un guru? Rita Carboni Boy, invece, è una kamikaze. Ha fatto l'avvocato, ha studiato in America, ha un'azienda agricola a Nuragus, ha una cultura liberale, ha due antenati senatori democratici del Regno, è cresciuta nel rosso dell'uovo del bel mondo culturale sardo, è amica dei Pintor («Giaime era innamorato di mia sorella»). Ha 71 anni, ma è tagliata nel ferro ed elettrizzata dall'adrenalina: guida da sola la sua Tipo grigia dentro una campagna elettorale pazzesca e senza speranze. Una kamikaze: hanno scelto lei perché nessuno voleva perdere. Vincerà un altro, l'avvocato Mariano Delogu, sindaco uscente, Polo. C'è solo da vedere se ce la farà al primo turno o dovrà andare al ballottaggio. La signora Rita Carboni Boy, candidata dell'Ulivo, se la vedrà soprattutto con quelli che dovrebbero votarla. Dentro il pds e il ppi circola una di quelle raffinatezze della politica politicante che la dice lunga. Correnti trasversali dei due partiti mandano tam tam sinistri per far votare la propria lista e insieme l'avvocato Delogu in modo che il sindaco forzista sia eletto già domani, ma con una maggioranza azzoppata. Pensano di poterlo condizionare e di annegare la sua giunta nelle sabbie mobili del consiglio. Nichi Grauso, invece, è candidato di sé stesso. Dannunziano e narciso, ha fondato il «Nuovo movimento», parla profeticamente di «tre rivoluzioni» per Cagliari, dice di non avere speranze, ma che la sua campagna elettorale è un'altra cosa: «E' Tinizio di un viaggio...». Verso dove? H terzo millennio, la pace, l'etica delle responsabilità, Internet, Gorbaciov, premi Nobel, ex astronauti, un confuso insieme di simboli, uno stato d'animo, forse una religione che però, calata dentro una campagna elettorale, ha risvolti grotteschi. Grauso è proprietario de L'Unione Sarda, il principale quotidiano di Cagliari e di Videolina, la principale televisione sarda. Si può combattere contro uno così? Si porta dietro la fascinazione di grandi intuizioni (fu uno dei primi in Italia a capire la potenzialità di Internet e a commercializzarne una via di accesso), ma anche l'ambiguità di chi quelle intuizioni non ha saputo tradurle fino in fondo. Così per altre avventure. Fino alla sfida di pagare il riscatto di Silvia Melis. 0 a quella di violare (su un Piper con Sgarbi) l'embargo aereo libico per «liberare» il sardo Sarritzu. Sempre di più, sempre più su, come un giocatore d'azzardo o un drogato dei colpi ad effetto. «Grauso? Un giocoliere - dice la signora Rita - un fantasista, intelligente, inaffidabile, mercuriale. Fa tutto e il contrario di tutto ili pochissimo tempo...». Seguiamo la signora Carboni Boy in un centro sociale del quartiere Pirri, estrema periferia, 40 per cento di disoccupati. Qui si fa teatro, c'è un circolo di Rifondazione, è venuto Nichi Vendola a dire qualcosa. Al fondo della sala c'è uno striscione: «Prima di tutto il lavoro». In platea un pensionato trattiene l'epa sotto una maglietta del Che. Vendola dovrebbe sostenere la candidatura della signora e invece fa una tirata terzomondista e anti-governo, poi saluta e se ne va. Rita non gradisce, si sente in terra di infedeli, parla dei «buchi neri» nel piano urbanistico del sindaco Delogu, dice che difenderà dal cemento posti come questo: era una vetreria, adesso la gente si incontra e respira. Difficile battaglia se ti tagliano anche gli spot elettorali su Videolina. Ce n'era uno in cui la signora diceva: «Il traffico è diventato insopportabile. Cosa ha fatto la giunta? Nulla». I censori hanno preteso che si togliesse il riferimento alla giunta e quel «nuUa». Combatte contro un fantasma, la signora Rita: non si presenta ai dibattiti sulla città, ma ogni giorno dal suo giornale bombarda i cagliaritani con due paginone a colori e dalle sue tivù apre e chiude gli spot degli altri con un messaggio subliminale: «Hai scelto liberamente di votare per Grauso...». Chi, io? La lYpo grigia della signora ci porta dalle suore di carità per l'ulti mo incontro di giornata, con Alberto Monticone, ex presidente dell'Azione cattolica. Rita ha scelto uno slogan uhvista-governativo: «Sono del partito che ha portato l'Italia in Europa, con Prodi, Ciampi, Bassolino e Rutelli». Europa? Qui non han no nemmeno usato i contributi di Bruxelles per i corsi da gruisti e se si farà il porto fluviale, dovranno venire da Genova. Grauso, intanto, se ne stava alla fiera, paesaggio surreale, polvere, vento e deserto, saracinesche ab bassate eccetto quelle del teatro do ve facendo finta di parlare d'altro («Sono imbarazzato per questa coincidenza della campagna elettorale»), davanti ad una platea di bel mondo, orchestrava lo spettacolo di un cenacolo cosmopolita («Alcune delle menti più murninate del no stro tempo», ha scritto L'Unione) impegnato a discutere di «coscienza planetaria, dalla visione alla prati ca». Betty Williams, irlandese, premio Nobel per la pace nel '77; Vigdis Finbogadottir, ex presidentes sa d'Islanda; Edgar Mitchell, uno degli astronauti che hanno camminato sulla Luna; Ervin Laszlo, filo sofo della scienza, fondatore del club di Budapest, ospite della «Fon dazione Grauso». E tra qualche giorno arriva Gorbaciov. Il cenacolo s'è poi trasformato in una cena, a casa Grauso, una villona nel cuore di una foresta a mezzacosta sul grigio di Cagliari, pisci na a forma di cuore, o di fiore, mo quette d'erba vera sulle terrazze, buffet mediterraneo, vini sardi, prò fumo di cultura e di belle donne, ininterrotto brusìo poliglotta. E lui, Nichi, con quella sua smorfia un po' triste, incapace di resistere fermo per più di tre minuti: «Sa chi mi emoziona di più tra tutti questi? Mitchell, l'astronauta. Venga, glielo presento, gli tocchi la mano, gliela guardi: è stato sulla Luna». Laszlo ci spiegava che all'umanità resta solo un anno e mezzo: «Oltre la soglia del 2000 bisognerà aver fatto maturare le coscienze. Il nostro è un metodo socratico». Vedremo. Era mezzanotte quando il cenacolo di Budapest ha spinto Grauso verso il piano: Sapore di sale, Emozioni, A chi sorriderò se non a teeee... Grauso sorride: «Cosa non si deve fare per la pace». Effettivamente, è dura, fino all'alba. Cesare Martinetti I L'esponente ulivista è una combattiva signora di 71 anni Hanno scelto lei perché nessuno voleva perdere A destra Nicola Grauso, candidato del «Nuovo movimento» qui sopra Rita Carboni Boy, candidata dell'Ulivo Entrambi sfidano il sindaco uscente, Mariano Delogu