«Sparsero veleni anche su Prodi»

«Sparsero veleni anche su Prodi» IL CASO «Sparsero veleni anche su Prodi» // Cavaliere sul caso Sme: ma io non ci credo I SOSPETTI SUI GIUDICI E fi VERONA la guerra dei veleni. All'ingegner De Benedetti, che di fronte al Pool di Milano aveva sostenuto che i giudici della vicenda Sme e del lodo Mondadori erano stati corrotti, ha replicato ieri, indirettamente, Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha usato l'accetta, menando fendenti in varie direzioni. Lo spunto per la sua controffensiva è venuto da un incontro con la stampa prima di un comizio a Verona. «Ho letto - ha detto Berlusconi - pettegolezzi da angiporto giudiziari, di notizie spazzatura, voci di terza e quarta mano. Ed è gravissimo che certe affermazioni escano da documenti che dovrebbero essere coperti dal segreto istruttorio e che-vengano estrapolate e consegnate alla stampa che ne fa un processo mediatico, una occasione per colare del fango addosso a qualcuno». «Tirato in ballo - ha proseguito Berlusconi - vorrei rispondere». E nemmeno lui ha risparmiato i colpi. «Sulla Sme - ha detto - tutti sapevano allora che il contratto di De Benedetti era un contratto molto discutibile, e che aveva lasciato molto sorpresi gli stessi componenti del cda dell'Ili che non erano mai stati informati». Il leader di Forza Italia ha quindi affermato che la Sme fu poi venduta a cinque-sei volte il prezzo che doveva pagare De Benedetti «con soldi - ha aggiunto - non suoi, perché i finanziamenti gli venivano attribuiti da Mediobanca e la parte restante veniva reperita nelle casse delle società che si acquisiva¬ no, e dovevano pertanto essere pagati successivamente alla presa in consegna di queste società. Allora ha sottolineato Berlusconi - quello che si diceva era che c'era una tangente che andava dal tre al cinque per cento per Prodi e per dei partiti a cui Prodi avrebbe dovuto distribuire queste somme; e fu questo, credo, anche uno dei motivi che determinò l'intervento del presidente del Consiglio, del segretario della presidenza del Consiglio, in definitiva del Governo. Non ci credo - ha ribadito Berlusconi - a questi pettegolezzi da angiporto, non ho prove assolute. Ho una informazione "de relato" ma che era generalizzata. E' una notizia spazzatura. Non ci credo; ma queste erano le voci che allora correvano». Berlusconi si è tolto anche altri sassolini dalla scarpa. «Per quanto riguarda la Mixidadori - ha osservato - il caso nacque dal tribunale di Milano, sollecitato da De Bene¬ detti, che sequestrò le azioni della famiglia Formenton e le attribuì in custodia addirittura ad un amico di uno dei soci de l'Espresso, il conte Caracciolo. Il nome di questo custode è il dottor Polverini. Anche allora si disse - sostiene il leader di Forza Italia - che il tribunale non aveva agito sulle basi del diritto e della giustizia, ma che le spinte erano state ben diverse. Ripeto: non ci ho creduto allora, sono pettegolezzi da angiporto, sono notizie spazzatura, ma io non le ho mai appalesate». «Ultimamente - ha aggiunto Berlusconi - la sentenza della Cassazione che ha mandato assolto soltanto De Benedetti rispetto a tutti gli altri imputati del processo dell'Ambrosiano, viene considerata scandalosa nel Transatlantico di Montecitorio e sui giornali. I benpensanti hanno affermato che in fondo questa sentenza era il prezzo pagato per il sostegno che De Bene¬ detti come editore di Repubblica e de l'Espresso ha dato a certa magistratura. Sono sicuro che non è vero. Sono sicuro - ha ripetuto ancora Berlusconi - che si tratta di voci di terza e quarta mano non dimostrate e forse non dimostrabili. Se fossi stato un magistrato non avrei mai raccolto quelle voci e soprattutto non avrei acconsentito che queste notizie uscissero dal segreto istruttorio». Berlusconi ha poi confermato, che «la Fininvest giustamente denuncerà per calunnia l'ing. De Benedetti e i mezzi di stampa che si prestano a questi bassi servizi». L'unica replica giunta in serata a Berlusconi è stata quella di Prodi. Una replica insieme infuriata e lapidaria. Informato dai giornalisti sulle affermazioni di Berlusconi, il presidente del Consiglio si è sfogato: «Fa bene a non credere alle cose che lui stesso ha detto. Non stanno né in cielo né in terra». [r. i.] Carlo De Benedetti

Luoghi citati: Mediobanca, Milano, Verona