Berlinguer: tappa obbligata per stare al passo con l'Europa

Berlinguer: tappa obbligata per stare al passo con l'Europa Berlinguer: tappa obbligata per stare al passo con l'Europa IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE ROMA INISTRO Luigi Berlinguer, quando il governo annuncia una novità come l'innalzamento dell'obbligo scolastico, in assenza di un quadro complessivo di riforma, la gente si chiede: e adesso che succede a mio figlio che fa la terza media? «Allora, diamo subito una risposta rassicurante. Per chi fa la terza media ora e farà le superiori a settembre, non cambierà nulla, perché la nuova norma - se verrà approvata come tutto lascia prevedere - sarà in vigore solo dall'anno prossimo. Per quell'epoca le scuole medie si saranno raccordate, attraverso delle intese da definire in sede locale, con le superiori, in maniera di offrire un triennio (terza media più biennio superiore) che abbia un carattere di orientamento, che accompagni cioè il ragazzo ad operare la scelta definitiva dei propri studi con cognizione di causa e, se fosse il caso, a cambiare mdirizzo senza perdere un anno. Consideri che gran parte dell'abbandono scolastico avviene proprio nel biennio superiore e, quindi, l'introduzione di una flessibilità dovrebbe consentire di limitare questo fenomeno». Se l'innalzamento dell'obbligo era un provvedimento così necessario, ministro, perché avete aspettato solo ora per introdurlo? «Per almeno tre motivi. Il primo è che siamo entrati in Europa e, in confronto con gli altri partners comunitari, presentiamo un defict di scolarità impressionante. Siamo l'unico Paese a non avere l'obbligo a 16 anni. Anche la Grecia ha provveduto ben prima di noi. In un contesto di libera circolazione dei cittadini e della manodopera i nostri giovani partono fortemente svantaggiati sul piano formativo. Il secondo motivo è che la riforma dei cicli scolastici è troppo lunga, e un prowedimento di questa urgenza non può aspettare ulteriormente. Infine, perché ora c'è l'autonomia e quindi la capacità dei singoli istituti di organizzarsi e fare dell'allungamento dell' obbligo una realtà concreta». A proposito di concretezza, ministro, non sarà che questo è l'ennesimo annuncio e poi non parte niente? «Lo escludo. Io ho in mente l'esperienza negativa del '63, quando si riformò la scuola media, ma poi si impiegarono cinque anni per metterla in piedi. Questa volta non sarà così: ci sarà una gradualità, certamente, ma in due anni la riforma dell'obbligo sarà piena- mente a regime. Che vuole, dobbiamo recuperare a spron battuto una riforma che si atteneva lo sa da quando? Dal '72, quando al mio posto c'era Scalfaro. Pensi un po'!». Questo suo prowedimento è stato salutato da un plauso collettivo che va dai sindacati alla Confindustria, dal suo partito fino al Polo, ma a patto - hanno detto tutti - che sia solo il primo passo per la riforma, quella vera. Che cosa risponde? «Che vuole che risponda? La riforma l'ho proposta io, figuriamoci se voglio che vada avanti. Ma ormai quel disegno di legge è stato trasmesso al Parlamento, non sono più io a stabilire tempi e scadenze. Sono però convinto che l'innalzamento dell'obbligo sarà uno stimolo per cambiare tutto il quadro di riferimento in tempi rapidi. La riforma insomma s'impone». Che cosa c'è scritto nella sua agenda, ministro: la ((parità scolastica»? «Quello della parità scolastica tra istruzione statale e privata è un adempimento costituzionale a cui questo governo ha risposto con un disegno di legge. Ora anche su questo tema attendiamo indicazioni dal Parlamento, non è più materia nostra. Voglio solo ricor- dare, però, che ora nel bilancio dello Stato i contributi alla scuola non statale ora sono quasi raddoppiati, rispetto a quelli fissati da tanti governi democristiani. Questo è un fatto». E allora qual è il prossimo obiettivo? «La riforma dei cicli scolastici, ovviamente, e subito dopo l'ulteriore innalzamento dell'obbligo a 18 anni. Solo quando arriveremo a tanto potremmo stare alla pari con i Paesi europei più avanzati». Raffaello Masci Prodi «apre» al Polo «Votate un disegno di legge che non è di sinistra né di destra» Approvazione prevista per la fine di giugno «Ora nella riforma si punta anche sulla parità scolastica» né di sinistra», ha ribadito ieri Prodi. Quindi via alla collaborazione: il ddl consta di un solo articolo. I TEMPI. Il provvedimento potrà avere la «procedura d'urgenza» alla Camera, il che significa che entro 30 giorni dalla presentazione (cioè entro la fine di giugno) dovrà Dal fronte politico il plauso è unanime. Lo hanno espresso i parlamentari della sinistra democratrica (Barbara Pollastrini e Luigi Biscàrdi), il leader di Rifondazione Fausto Bertinotti, il verde Nando Dalla Chiesa, il popolare Giovanni Manzini. Ma anche da esponenti dell'opposizione, come i ccd Carlo Giovanardi e Beniamino Brocca, è giunta man forte. Se queste non sono solo parole, 1 approvazione prima dell'estate dovrebbe essere scontata. [r. mas.] Il ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer

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