Poster, il riepilogo del '900

Poster, il riepilogo del '900 Al Victoria and Albert Museum di Londra una straordinaria mostra sui maestri delle icone moderne Poster, il riepilogo del '900 Dalla Bemhardt alla Herzigova, attraverso Hitler e Blair jt LONDRA NA stralunata Sarah Bernhard^ con un copricapo da fl Statua della Libertà e la 3tJ spada sanguinolenta di Medea; un Bob Dylan dai ricci psichedelici; un Nijinski che fluttua a mezz'aria; Eva Herzigova che contempla compiaciuta la forza antigravitazionale del reggiseno Wonderbra. Icone del secolo, e come tali esposte al Victoria and Albert Museum. La cosa che hanno in comune è che si trovano spiaccicate su un manifesto pubblicitario, al cui potere e versatilità è dedicata la mostra «The Power of the Poster» che proseguirà fino al 26 luglio. Ma la celebrazione, di un divo o di un prodotto, non è che una delle funzioni del poster. Propaganda politica e protesta sono altrettanto importanti nella storia di questo primo utensile di comunicazione di massa dall'incerto status artistico che ha abitato le strade dell'Occidente dal 1870. Per cui la ballerina Louise la Golosona illustrata da Toulouse-Lautrec è parte di una sequenza che comprende la birra Guinness, la faccia di Stalin, il sedere nudo con la tasca disegnata sopra per i jeans Levi's, un proletario nazista che sfonda con una martellata il tetto del Parlamento, il famigerato album dei Sex Pistols Never Mind The Bollocks e l'uomo incinto che negli Anni 70 incoraggiava la campagna inglese per la contraccezione. Su Londra convergono i pezzi di tappezzeria del paesaggio urbano che servono a riepilogare il '900. Partenza d'obbligo dalla line del secolo scorso con Àlphonse Mucha, illustratore prediletto di Sarah Bernhardt, rappresentata nei panni di signora dalle camelie o di Giovanna d'Arco. Cinque i poster di ToulouseLautrec, che reclamizzavano le attrazioni della vita notturna parigina, tra cui il Divari Japonais o la Troupe de M.lle Eglantine. Gli strepitosi Beggartaff erano maestri inglesi dell'avanguardia: nel 1895 composero un gigantesco collage quasi espressionistico per una rappresentazione di Don Chisciotte. Ebbero un'influenza decisi va su un talento tedesco come Ludwig Hohlwein, che nel 1910, per presentare una settimana di Richard Strauss a Monaco, ritrasse una dea del sesso con capezzoli di fuori e abito post-punk di rete a maghe larghe, tale da farti pensare che Madonna non abbia inventato proprio niente. Dallo stupendo Paul Colin degli Anni 20 in Francia si salta ai provocatori Anni 70 in Germania, dove un bricco di una caffettiera che protrude da una bocca femminile è la sigla di una produzione di Goldoni adattata da Fassbinder. Jean Cocteau, Oskar Kokoschka e David Hockney sono tutti qui a rammentare che i poster possono, eccome, essere arte. L'Italia è rappresentata da poster commerciali e di celebrazione del progresso. Il più drammatico è quello di Leopoldo Metlicovitz, che vinse il concorso per celebrare l'apertura del tunnel del Sempione nel 1906: due figure dall'elmo alato, con una luce sanguigna sulle spalle mentre guardano lontano, oltre la bocca di una galleria. Le confetture Cirio, raffigurate da Leonardo Cappiello nel 1923 con scritte in inglese sui barattoli, e il centauro fiammeggiante di Plinio Codognato, che brandisce una Fiat 506 (1925) alta sopra la fabbrica, figurano accanto alle controverse pubblicità di Oliviero Toscani per Benetton. Il secolo politico è compreso tra i poster di reclutamento della Grande guerra e quello con Blair dai rossi occhi demoniaci, spauracchio preelettorale dei Tory un anno fa. In mezzo le dittature: l'aquila nazista con le canne di un organo sinistramente illuminate tra le ali, che a nome delle ferrovie del Reich invitava a visitare «la Germania, terra della musica»; e una cartina della Spagna repubblicana schiacciata dal pugno tricolore dell'invasore italiano, con il Consiglio per la difesa di Madrid che invitava alla ribellione. I fermenti del dopoguerra sono meglio rappresentati dal pacifismo: alla denuncia (la celebre immagine della strage americana a My Lai) segue la satira, con Tesila' rante fotomontaggio del Socialist Worker che ritrae la Thatcher in po sa da Rossella O'Hara, tra le braccia di Reagan sullo sfondo di un fungo atomico: «Lei disse che lo avrebbe seguito fino alla fine del mondo. Lui promise di organizzarla!». Maria Chiara Bonazzi Tra Mucha e Cappiello, Toulouse-Lautrec e Oliviero Toscani così la propaganda commerciale e politica è diventata arte La litografia realizzata nel 1906 da Leopoldo Metlicovitz per l'inaugurazione del Sempione, fra i manifesti in mostra a Londra fino al 26 luglio Il manifesto del 1896 di Alphonse Mucha per «La samaritaine» con Sarah Bernhardt