«Una Silicon Valley al Sud» di Enrico Singer

«Una Silicon Valley al Sud» i piani del consorzio che corre per il terzo gestore dei telefonini «Una Silicon Valley al Sud» Telon convince i sindacati ROMA. Lo sviluppo della telefonia mobile in Italia potrebbe far nascere una «Silicon Valley» nel Sud. A Napoli, dove ha stabilito sede e centro operativo la Telon, uno dei consorzi che concorrono alla gara che, prima dell'estate, assegnerà la licenza di terzo gestore dei telefonini dell'ultima generazione: quelli con standard Dcs 1800, molto più potenti dei Gsm. Domani Telon presenterà ufficialmente al governo la sua offerta - così come laranno i due «avversari» Wind e Picienne - e ieri ha illustrato ai sindacati il progetto ricevendo un significativo via libera proprio in considerazione degli effetti sull'occupazione nel Mezzogiorno. Il consorzio che ha dato vita a Telon è composto da Autostrade spa, che detiene il 27 per cento delle quote, da Bell Canada International (27 per cento), da Distacom International (22 per cento), da Cofiri (7,5 per cento), da Unicredito (7 per cento), da Satap (3 per cento), dalla Banca del Salento (3 per cento), da Kefi (2 per cento) e da Tad Fin (1,5 per cento). E' un consorzio a maggioranza italiana (51 per cento) che ha scelto come partner tecnologici Italtel e Nortel. Ieri a Roma c'erano tutti a presentare le frecce nell'arco di Telon. Giancarlo Elia Valori, presidente di Autostrade spa, ha sottolineato le due caratteristiche originali che costituiscono la forza del progetto. Creazione di posti di lavoro al Sud realmente nuovi e non riciclaggio di esuberi. Separazione tra telefonia fissa e mobile. Posti di lavoro. A fronte di un in- vestimento di 4500 miliardi nel triennio 1998-2000 (in dieci anni è previsto un investimento totale di 7000 miliardi) saranno creati mille posti di lavoro già nel primo anno che diventeranno tremila nel 2000. «Posti di lavoro nel Sud - ha detto Valori - che ha bisogno di sviluppo e non di sussidi o prebende». Non solo: posti di lavoro che nascono da investimenti tutti privati. Separazione tra telefonia fissa e mobile. Nei prossimi anni i telefonini avranno uno sviluppo tecnologico molto sofisticato. Se l'Italia non vuole essere al rimorchio, deve sviluppare ricerche autonome nel campo specifico della telefonia mobile. Da qui la partnership con Bell Canada International - che ha una grande esperienza di sistemi di comunicazione mobili in America Latina, in Asia ed anche in Europa - e con Distacom, una multinazionale con sede a Hong Kong che è specializzata in «cellulare». Il direttore di Distacom, Bruce Hicks, ha detto che la zona di Napoli ha tutte le caratteristiche per diventare la «Silicon Valley italiana» perché «ha una situazione favorevole del costo del lavoro, ha ottime università e un'industria delle telecomunicazioni già sviluppata come 11taltel». Hicks ha poi sostenuto che il vantaggio di Telon è nel suo specifico interesse per la telefonia mobile «mentre gli altri concorrenti vengono dalla rete fissa». Liberalizzare le telecomunicazioni significa anche separare i mercati. Assegnare licenze per la telefonia mobile a chi già gestisce la telefonia fissa «è un modo per continuare il monopolio», sostiene Telon. I leader sindacali intervenuti alla presentazione del progetto hanno premesso che non è loro compito interferire nella scelta tra i diversi contendenti. Ma sia Walter Cereda (Cgil), che Natale Forlani (Cisl), che Paolo Pirani (Uil), hanno promosso il piano di Telon. E un «totale appoggio» è stato espresso anche dal presidente della Regione Campania. Antonio Rastrelli. Da domani, la parola passerà al governo che dovrà decidere a chi assegnare la licenza. Enrico Singer Il presidente dell'Autostrade Giancarlo Elia Valori

Persone citate: Antonio Rastrelli, Bruce Hicks, Giancarlo Elia Valori, Hicks, Natale Forlani, Paolo Pirani, Valori, Walter Cereda