Buone nuove dall'industria Rallenta la disoccupazione di Bruno Gianotti
Buone nuove dall'industria Rallenta la disoccupazione Buone nuove dall'industria Rallenta la disoccupazione L'IDENTIKIT DELL'ISTAT E /7 ROMA lento, ma progressivo, il recupero di occupazione nella grande industria: a febbraio è stato dello 0,2%, che significa sui 12 mesi, una perdita dello 0,7%. In altre parole, l'industria sta recuperando posti di lavoro, ma nel giro di un anno il saldo è ancora negativo: si sono persi più posti di quanti se ne siano guadagnati. Un anno prima, però era un'emorragia: -3,9%. Il calo più marcato è del comparto energia-gas-acqua (-4,3%), mentre nell'industria manifatturiera trova conferma il segnale di inversione di tendenza, sia pure di modesta en¬ tità ( + 0,2%). Segnali più incoraggianti arrivano da alimentari, bevande, tabacco ( + 0,4%), gomma e materie plastiche ( + 0,6%), chimica e fibre sintetiche ( + 0,8%), macchine e apparecchiature meccaniche ( + 1,7%), metallo e prodotti in metallo ( + 3,8%). In febbraio però, è aumentato il numero delle ore di cassa integrazione ordinaria rispetto allo stesso mese '97: 6,7% in media, con punte nelle industrie della fabbricazione delle macchine e delle apparecchiature elettriche ( + 9,5%) e della costruzione dei mezzi di trasporto ( + 38,4%). L'indice degli occupati alle dipendenze, cal¬ colato al netto dei lavoratori in cig, registra così una variazione congiunturale di +0,3% ed una tendenziale di -0,7% contro lo 0,3% in meno del mese precedente. E si alleggerisce la busta-paga: la retribuzione lorda media per dipendente, calcolata per gli occupati al netto della cassa integrazione, ha presentato a febbraio una variazione tendenziale di -2,4%. Un effetto del pagamento di arretrati a febbraio '97 quando sono scattate le norme del contratto di lavoro per i metalmeccanici. Per la sola componente continuativa per lavoro ordinario, la variazione tendenziale è stata pari a -0,9%. Il costo medio del lavoro per dipendente, sempre al netto dei cassintegrati, ha registrato una diminuzione tendenziale del 5,5% a febbraio e del 3,8% nel bimestre gennaio-febbraio, soprattutto in seguito all'introduzione (a partire da gennaio '98) dell'imposta sulle attività produttive Irap e della conseguente abolizione di alcuni contributi. Le cifre dell'Istat non trascinano l'entusiasmo dei sindacati che giudicano buoni i segnali in arrivo dalle grandi imprese sul versante dell'occupazione, ma continuano a ritenere che le priorità siano il rilancio della concertazione e lo sviluppo del Mezzogiorno segnato da un forte divario rispetto alle aree sviluppate. «Il livello del costo complessivo del lavoro - sottolinea il segretario confederale della Uil Paolo Pirani - risulta sempre più competitivo, grazie alla scelta della concertazione e della politica dei redditi, nel confronto con i maggiori Paesi industrializzati e come sindacato chiediamo al governo impegni reali e tempi certi su occupazione e Mezzogiorno». Diversamente, secondo Pirani, vi è il rischio che si approfondisca il divario tra Sud e resto del Paese e che si mettano a repentaglio «le stesse potenzialità di crescita dell'intero Mezzogiorno». Il dato Istat è indicativo e «fa ben sperare nello sviluppo» anche secondo il segretario confederale della Cisl Natale Forlani. Tuttavia, fa notare Forlani «tali indicatori sono positivi solo per chi sta già bene, cioè per le aree forti, mentre resta il problema delle aree povere». Per il segretario Cisl, infatti, i dati «non riflettono effetti positivi sul quadro generale dell'occupazione e la grande industria non sta contribuendo a migliorare la situazione al Sud». Bruno Gianotti
Persone citate: Forlani, Natale Forlani, Paolo Pirani, Pirani
Luoghi citati: Roma
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