Oggi si decide: tutti a scuola fino ai 16 anni

Oggi si decide: tutti a scuola fino ai 16 anni Si innalza l'età dell'istruzione obbligatoria, l'innovazione potrebbe già scattare a settembre Oggi si decide: tutti a scuola fino ai 16 anni Il governo dà il via al provvedimento ROMA. Tutti a scuola fino a 16 anni. Buon ultima in Europa, anche l'Italia innalza l'età dell'istruzione obbligatoria. Con l'intenzione di partire già a settembre, Parlamento permettendo. Il consiglio dei ministri approva stamane un provvedimento «ad hoc», stralciando così l'importante innovazione dalla più complessiva riforma dei cicli scolastici, da mesi all'esame delle Camere ma ancora ferma alle secche dei «vedremo». Il governo dell'Ulivo schiaccia il piede sull'acceleratore, spronando i parlamentari a una pronuncia urgente. A Palazzo Chigi tutto è ormai deciso. Premier e ministri debbono solo scegliere quale strumento utilizzare: un decreto legge (che darebbe attuazione immediata alla norma, rischiando però di indispettire deputati e senatori), oppure un disegno di legge «con procedura d'urgenza»? Si sa: la corsia preferenziale consentirebbe l'approvazione forse entro l'estate, con risultati pratici sostanzialmente analoghi al decreto troppo imperativo. In un modo o nell'altro, comunque, il messaggio è chiaro. L'Italia, sesta potenza economica mondiale, non può permettersi di restare al palo quanto ad anni di istruzione obbligatoria. Con soli 8 anni di lezione d'obbligo per tutti, siamo fanalino di coda in Europa, insieme all'Islanda (e all'Albania); anche il Portogallo ci ha superati. E il confronto si fa ancora più amaro se il nostro sistema viene comparato con quelli vigenti in Africa: in Namibia, nel Congo e nel Gabon si va a scuola per 10 anni; così nell'Africa del Sud; in Algeria, nel Ghana, in Liberia, nel Mah e nelle Comores per 9; solo il Kenya e l'Egitto (con 8 anni) eguagliano l'Italia. Nell'America centrale, ci superano le Barbados (12 anni obbligatori); il Salvador, il Costarica e la Repubblica Dominicana con 9... Nel Sud America, solo Bolivia, Brasile e Cile sono ancora ferme a 8 anni (tutti i dati sono tratti dall'ultimo rapporto dell'Unesco sull'istruzione nel mondo). Proprio la settimana scorsa, l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha racco mandato alle autorità italiane di garantire il diritto allo studio «fino ah'età di 18 anni». Un suggerimento «forte», quasi una richiesta di impegno, articolata e precisa: «L'estensione della scuola dell'obbligo - scrive il Rapporto degli esperti internazionali - non è tanto un requisito da parte dello Stato che tutti i giovani frequentino fino a 15-16 anni, cosa che quasi tutti fanno. Si tratta di qualcosa di più che simbolico, di una iniziativa tesa a garantire a tutti i giovani, a prescindere dalle circostanze, una istruzione adeguata che conduca a un livello accettabile di conoscenza e di competenza tale da permettere loro di proseguire gli studi verso la professione auspicata o di pervenire quantomeno a un minimo di competenza che potrebbe essere loro richiesta, una volta lasciata la scuola, sul posto di lavoro, per giocare un ruolo attivo in quanto cittadini in una società complessa». Dicono i bene informati che, in questi giorni, il ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, abbia puntato i piedi per giungere al risultato che viene varato questa mattina dal consiglio dei ministri, proponendo l'innalzamento immediato da 8 a 10 anni. Gh studenti dovranno assolvere all'obbligo scolastico frequentando il primo biennio della secondaria di secondo grado? Tutti ai licei o negli istituti superiori, per altri due anni dopo la media, dunque? Oggi, conosceremo il testo del provvedimento assunto dal consiglio dei ministri. Pare che l'intenzione sia quella di prevedere anche la possibilità di frequentare corsi di formazione professionali, purché «garantiti» attraverso apposite convenzioni dagli istituti scolastici secondari. Pure questo è un suggerimento Ocse, che raccomanda l'introduzione di «misure speciali» nella scuola, ma anche «sul posto di lavoro» perché «tutti i giovani possano così ottenere una qualifica professionale riconosciuta». Quale sarà la risposta del Parlamento al sollecito che arriva dal governo? Tutti ben sanno che la «montagna» di dibattiti e di progetti all'esame delle Camere non può accontentarsi di partorire il «topolino» del mero innalzamento a 16 anni dell'istruzione obbligatoria. La sortita Prodi-Berlinguer (che riprende una idea adombrata già all'inizio degli Anni 90, ma allora respinta dallo stesso pei) servirà anche a portare a casa in tempi ragionevoli l'intera riforma? Mario Tortello

Persone citate: Berlinguer, Luigi Berlinguer, Mario Tortello