L'ecatombe di F. Gal.

L'ecatombe L'ecatombe In 29 anni 3607 morti BELFAST DAL NOSTRO INVIATO Nel momento in cui la scontata vittoria del sì apre una nuova pagina nella sua tormentata storia, sia pure con le incertezze derivanti dalle dimensioni del mandato che sarà dato agli uomini di pace, il Nordirlanda fa i conti con 29 anni dei suoi «troubles»: i disordini, come eufemisticamente chiamano qui gli agguati, i massacri, le bombe. E sono conti da brivido: 3607 morti, dal 1969 a oggi, e un numero di feriti da stadio affollato, fra 40 e 50 mila. L'indagine è stata svolta dall'Università dell'Ulster: il primo sistematico studio della tragedia irlandese, tanto accurato da essersi utilizzato dal governo britannico e dalla sua Commissione per le Vittime del Nordirlanda in un rapporto su come assistere le famiglie delle vittime a ricostruirsi un'esistenza. «Quel bilancio - ha osservato Sir Kenneth Bloomfield, presidente della commissione governativa - non è catastrofico se paragonato all'Olocausto, ai massacri della prima guerra mondiale, alle sofferenze in Bosnia, nel Ruanda o in Cambogia. Ma per dare un'idea della sua immensità basti dire che se la stessa tragedia avesse colpito in uguali proporzioni la Gran Bretagna, con i suoi 58 milioni di abitanti contro il milione e 600 mila dell'Ulster, i morti sarebbero stati 130 mila». Secondo la ricerca universitaria, che s'intitola «The Cost of the Troubles Study», ci sono stati 3352 morti in Nordirlanda, 133 in Inghilterra, 107 in Irlanda, 7 in Olanda, 6 in Germania, uno in Francia e uno in Belgio: quelli sul continente europeo quasi sempre in attentati rivolti contro le strutture militari britanniche. Ma quello che risulta particolarmente interessante è lo spaccato di quelle cifre, fra carnefici e vittime. Tra le forze di sicurezza sono morti 301 poliziotti della Royal Ulster Constabulary, la Ruc così criticata dai cattolici e destinata a profonde ristrutturazioni; 451 militari britannici; 203 soldati provenienti da altri due reggimenti reclutati in loco. Sono stati circa 1900 i civili morti senza neppure sapere perché: persone, cioè, che non avevano nulla a che fare con le forze paramilitari in lotta; e fra queste, anche se la demarcazione con i civili è sempre piuttosto labile, l'Ira e gli altri schieramenti dell'estremismo cattolico hanno perso circa 350 uomini, contro i 150 delle milizie lealiste prote stanti. Delle vittime, l'87 per cento di quel tragico totale di 3607 unità è stato ucciso dalle formazioni paramilitari: in particolare il 59 per cento in azioni dei repubblicani e il 28 per cento per mano dei lealisti. 11 rimanente 11 per cento è stato ucciso dalle forze di sicurezza: un dato - a conferma delle critiche repubblicane che non può fare piacere a Londra, [f. gal.]

Persone citate: Kenneth Bloomfield