«Sì, c'è un doppio Stato» di R. R.

«Sì, c'è un doppio Stato» PELLEGRINO «Sì, c'è un doppio Stato» ROMA. Uno Stato nello Stato, ovvero la contraddittoria presenza, nelle istituzioni, di strutture istituzionali che obbediscono a logiche non istituzionali. «Un doppio livello della storia», per dirla col senatore, e presidente della Commissione stragi, Giovanni Pellegrino, che usa queste parole in polemica con Nicola Tranfaglia, il quale da storico ritiene il «doppio Stato» alla stregua di una categoria interpretativa. Un tema infido e intrigante, comunque, e di lungo corso nella storia dell'Italia del dopoguerra. Un tema vividamente attuale, perché nelle recenti vicende Gelli e Cuntrera, e perfino nel furto alla Galleria nazionale d'arte moderna, s'insinua con la logica del cui pwdest il sospetto, che siano sempre loro i poteri segreti, i servizi occulti a «remare contro». Ieri, al convegno promosso da Giuseppe Vacca, c'era anche Massimo Brutti, che di mestiere fa il sottosegretario alla Difesa, il quale ha documentato il difficile rapporto tra occulto e palese. La conclusione ufficiale è che sì, c'è stato «un uso politico di uffici e strutture pubbliche, contro i principi fondamentali del patto democratico», e che dunque urge una riforma dei Servizi di informazione e sicurezza. [r. r.]

Persone citate: Cuntrera, Gelli, Giovanni Pellegrino, Giuseppe Vacca, Massimo Brutti, Nicola Tranfaglia

Luoghi citati: Italia, Roma