Miìotovic: In Juve sconfitta perché si sentiva già regina di Roberto Condio
Miìotovic: In Juve sconfitta perché si sentiva già regina Miìotovic: In Juve sconfitta perché si sentiva già regina AMSTERDAM DAL NOSTRO INVIATO La notte più bella, più esaltante, al termine della stagione più anonima. Il gol di Mijatovic cancella in un sol colpo 32 anni di sofferente attesa per la «septima» Coppa d'Europa e le umiliazioni subite nella Liga appena finita. Il Real torna sul trono e mentre nella capitale spagnola impazza la festa, negli spogliatoi dell'Amsterdam Arena i giocatori madridisti gettano nella vasca piena d'acqua Lorenzo Sanz vestito di tutto punto. Quando esce, il presidente ha addosso una tuta sociale e una felicità incontenibile: «Abbiamo aspettato tanto, ma ne è valsa la pena. E' stato un successo legittimo, ma l'ultimo quarto d'ora è stato il più lungo della mia vita. Non so quante volte sono uscito dal palco d'onore: non osavo guardare. Non avevo più nemmeno da fumare il sigaro cubano che mi aveva regalato Sùker: l'avevo finito già nel primo tempo». Anche nel momento del trionfo, i cronisti spagnoli non gli risparmiano la domanda più cruda: «Presidente, Heynckes ha salvato la panchina?». Sanz risponde al volo: «Di allenatori non parlo. Almeno fino alla prossima settimana. Godiamoci la festa». Ed eccolo il tecnico tedesco, snobbato dalla squadra persino nel momento della consegna del trofeo: sul podio, lui non è nemmeno salito. Le sue sono parole di circostanza: «Sono orgoglioso di questa squadra: è stata capace di superare un avversario di grandissima esperienza internazionale». Poi, un'ammissione onesta: «Questo Real, comunque, non ha la forza per poter puntare a vincere campionato e coppa. Servono dei rinforzi». Di sicuro arriveranno, ma non sarà lui a poterli utilizzare. Ancora più sicuro è che nel Real che a dicembre giocherà la Coppa Intercontinentale a Tokyo ci sarà il giovane gioiello Fernando Moricntes: «Da Madrid non mi muovo. Dopo una stagione di debutto del genere, non ci penso proprio. Abbiamo dimostrato di essere superiori alla Juve. La nostra arma vincente: la testa. Tutti dicevano che i bianconeri erano nettamente favoriti: noi non abbiamo mai avuto paura». Ecco Mijatovic, l'eroe della serata. In Champions League, quest'anno, era a secco. Ha scelto l'occasione più importante per segnare. «Grande partita, sognavo questa rete dopo tutti i problemi degli ultimi mesi. E' stata una sensazione inenarrabile alzare la coppa al cielo. La Juve, forse, ha commesso lo stesso peccato dell'anno scorso: si sentiva già campione». Decisivo quanto il montenegrino è stato Hierro, baluardo in difesa: «Sì, ho fatto un buon match, ma i duelli vinti con Del Piero e Inzaghi non sono stati la chiave della nostra vittoria. E' stato il trionfo di una squadra, di un gruppo che ha saputo ritrovarsi nel momento più delicato dell'anno». «E adesso - aggiunge il croato Suker - questo Real ha l'obbligo di confermarsi: dobbiamo vincere l'Intercontinentale e poi tentare il bis nella Champions League dell'anno prossimo. E' vero, io non ho potuto dare molto in campo, ma stare in panchina per 88' vi assicuro che è stato un supplizio. Anche perché l'arbitro ha fatto davvero di tutto per innervosirci». Roberto Condio
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