Del Piero: una coppa maledette di Franco Badolato

Del Piero: una coppa maledette ffl Dopo essere stati protagonisti di questa Champions League a suon di ret Del Piero: una coppa maledette Inzaghi: noi le occasioni, loro un gol casuale AMSTERDAM DAL NOSTRO INVIATO La delusione è grande, cocente, colpisce soprattutto i giovani attaccanti della squadra campione d'Italia. Alessandro Del Piero e Pippo Inzaghi, quindici gol in due in questa stagione di Champions League, steccano l'ultima partita, la più importante. Non passa la linea verde della Juve, si impone un montenegrino di quasi 30 anni, Predrag Mijatovic, pensate un po', ironia, beffa del destino, tutto quello che volete, insomma, alla prima prodezza nel torneo. Nella serata più importante sparisce il bianconero portato fin qui dai torinesi e con loro da tutti quei tifosi che li hanno seguti entusiasti, nel cielo di Amsterdam resta solo il bianco madridista. Piangono i ragazzi di Lippi, sollevando la coppa urlano la loro gioia Raul e compagni, rimessi sul podio più alto dopo 32 anni di attesa da un prodigio di Mijatovic, connazionale di Savicevic, figlio di una scuola mai parca di talenti. Gli eroi di tante notti magiche dell'annata juventina si sono ritrovati senza gambe e senza idee (Del Piero) o privi di munizioni valide (Inzaghi), due tiri due palle fuori di una spanna. Erano entrati nella hit parade della Champions League, con quindici gol complessivi (9 Del Piero, 6 Inzaghi) non lontani dai migliori di sempre, tanto per cambiare due madridisti, Puskas e Gento, 20 gol nella stagione '59-60. Le imprese che hanno costellato la loro stagione vanno in archivio, nella storia resterà il nome di Mijatovic. No, non doveva finire così. Del Piero, il talentuoso asso del nostro calcio che quest'anno ha fatto ombra a Ronaldo, però ammette senza tanti giri di parole: «Non ho giocato bene. C'è rammarico, molta rabbia, un'infinita tristezza. Ci siamo, ci sono rimasto male. Non è la prima volta che mi capita di sbagliare una partita importante come questa, e la cosa mi dà fastidio. Non mi piace steccare nei momenti decisivi. Per questo sono triste. Sì, sta diventando una coppa maledetta, la seconda sconfitta consecutiva. E' molto brutto arrivare fin qui e poi non farcela all'atto conclusivo. Potevo e dovevo fare di più. Mi scuso con tutti. La prospettiva di cominciare fra un po' l'avventura Mondiale in maglia azzurra non può certamente togliermi di dosso la delusione che provo in questo momento». Il destino ha premiato il Real Madrid, è attorno a questo concetto che ruotano gli argomenti con i quali Pippo Inzaghi cerca di farsi una ragione dell'insuccesso. «E' vero che noi non abbiamo combinato granché spiega il centravanti - ma anche gli attaccanti madrileni, fino al gol, non si erano affatto resi pericolosi. E, pure dopo la rete segnata da Mijatovic, sono state più nostre le poche occasioni create. Certo, l'amarezza è il sentimento che ci accompagna a pochi minuti dalla fine dell'incontro. Nello spogliatoio siamo rimasti a guardarci a lungo, increduli per come erano andate le cose. Peruzzi era impietrito, non ha mai dovuto compiere una vera parata e si è ritrovato a dover raccogliere in rete un gol casuale, nato da un tiro dalla mira sbagliata di Roberto Carlos deviato da un nostro difensore. E su quell'unica circostanza favorevole, hanno costruito la vittoria». Il fato, ma anche altro. Una specie di maledizione che sembra aver circondato la squadra bianconera, non è neppure una novità, già accadde a Belgrado '73, poi ad Atene '83. Un rapporto stregato tra la Juve e questo torneo. Roma aveva illuso che tutto fosse finito, Monaco e soprattutto questa notte olandese rigettano la squadra nello sconforto. Distrutto, lo sguardo perso nel vuoto, Zinedine Zidane è l'immagine di questa impotenza bianconera di fronte all'evento negativo. Lui, poi, che in tre anni è rimasto choccato tre volte. Prima nelle file del Bordeaux, battuto dal Bayern nella finale Uefa '96, poi a Monaco superato dal Borussia. Ma stavolta, «stavolta - mormora il francese di origine algerina - è stato peggio dell'anno scorso. Non c è stato nulla che ci ha mai illuso di potercela fare. Avevamo disputato 20' a buon ritmo, poi siamo letteralmente spariti dal campo. Il Real ha giocato meglio, inutile discutere o trovare scuse. Non ho una spiegazione da offrire. No, non penso che sia stata una questione di testa. Ora vorrei restare un po' solo con la mia personale delusione». Franco Badolato ffl Del Piero non è mai riuscito a districarsi dalla morsa della difesa madridista: eccolo contrastato da tre avversari

Luoghi citati: Amsterdam, Atene, Belgrado, Bordeaux, Italia, Madrid, Monaco, Roma