JUVE Coppa stregata vince il Real

JUVE Coppa stregata vince il Real Finale di Champions League ad Amsterdam: un gol di Mijatovic a metà ripresa manda ko i bianconeri JUVE Coppa stregata vince il Real AMSTERDAM DAL NOSTRO INVIATO Si diceva che la Juve non avrebbe sbagliato due finali di seguito, unica circostanza che avrebbe potuto condurre il Real Madrid al titolo europeo 32 anni dopo l'ultimo successo, trentadue anni di nobiltà frustata e frustrata. Invece, senza togliere il merito alla qualità degli spagnoli, capaci di inventarsi un match intelligente e tattico oltre ogni aspettativa, la Juve lippiana ha giocato ancora una finale europea al di sotto della propria fama: la generosità non è abbastanza se non coincide con idee chiare a centrocampo e almeno un briciolo di ispirazione dei suoi talenti in attacco. E la Juve, dopo un inizio promettente che l'aveva portata a sfiorare il gol all'8' su una deviazione di Roberto Carlos e al 13' con un diagonale di Zidane, s'è smarrita. La rete di Mijatovic (slavo come quel Djordevic che segnando al Rosenborg aveva evitato l'eliminazione dei bianconeri al primo turno) l'ha castigata, benché abbia avuto più occasioni del Real per segnare. Ma i conteggi da farmacista non dicono che, come a Monaco l'anno scorso, la Juve non è stata Juve. E ci chiediamo perché. La prevalenza dei Lippanti si è esaurita quando lo spernacchiatissimo Heynckes s'è alzato dalla panchina e ha fatto quanto non fa mai: come un burattinaio ha tirato i fili e ha spostato sulla scena i suoi pupazzi. Come Hitzfeld l'anno scorso con il Borussia, quest'altro tedesco ha voluto dimostrare prò prio all'ultimo atto di essere anche bravo. Intorno al quarto d'ora Karembeu s'è portato in mezzo e con il canaco davanti, Roberto Carlos e Redondo a bloccargli le partenze sui Lati, lo scostante Zizou s'è depresso e la Juve è andata in caduta verticale. Non c'era chi saltasse l'avversario al posto suo con tutti gli spazi chiusi. Del Piero? No, grazie. S'aggrovigliava nella rete di Hierro assai più in palla di quanto avremmo supposto dopo l'infortunio. Lo juventino aiutava i vecchietti della difesa madri dista con tocchi sbavati e l'imprecisione, difetto di serata per i bianconeri, abortiva qualsiasi iniziativa. Inzaghi non vedeva palla e si faceva anticipare su ogni lancio lungo. Era come se la Juve, delusa dall'inutilità della sua pressione, si lasciasse andare. Persino Deschamps e Davids frenavano l'irruenza e quel che è peggio perdevano palloni importanti. E' un guaio se il Real prende fiducia. L'errore della Juve è stato di lasciarla crescere. Seedorf e Mijatovic hanno cominciato a far male, partendo alle spalle di Raul e Morientes, sulla destra della difesa juventiva lo slavo e Roberto Carlos crocefiggevano Di Livio. Torricelli era saltato in velocita, per la prima volta si vedevano i limiti di una difesa a tre, che Lippi infatti avrebbe riportato a quattro uomini con l'inizio della ripresa. Al 25', dopo che Myatovic aveva spedito fuori di testa un cross dal corner, ancora lo slavo infilava Torricelli e dava una palla bassa a Raul: bellissima azione e conclusione di poco fuori. C'erano smagliature evidenti: com'è possibile lasciar giocare Redondo ai suoi ritmi? Tuttavia neppure il Real aveva la costanza di insistere e sul finale la situazione si riequi- librava, il match scadeva di qualità ma almeno la Juve riguadagnava metri e sicurezza, senza mordere però. Anzi uno mordeva: Davids. Krug non se la sentiva di estrarre il secondo cartellino giallo, al 45', per un intervento su Seedorf. La grazia concessa all'olandese scompaginava la compostezza della panchina spagnola: pareva 1 Inter. Coglievamo sguardi pensierosi all'uscita degli juventini. Al rientro, Lippi cambiava: difesa a quattro e Tacchinardi al posto di Di Livio, probabilmente per dare più robustezza al centrocampo. La Juve illudeva i suoi: al 15', su cross di un Davids ritonificato, Inzaghi stoppava di petto e di sinistro impegnava Illgner, Superpippo si ripeteva due minuti dopo su ribattuta della barriera madri- Madrilensul pianritornanodopo 32 superiori o tattico sul trono stagioni lena, ma il tiro era fiacco. Più che in ogni altra fase la Juve pareva padrona del campo, con forza e mestiere più che con ispirazione. Eppure cadeva. Al 22' un cross di Panucci da destra finiva a Carlos, tiro rimpallato e Mijatovic era lesto ad aggirare Peruzzi e spedire in porta. Un gol raggelante. Nonostante l'immediata replica di Inzaghi, alla prima bella azione con Del Piero (palla fuori di poco al 23' nonostante il disperato arrembare che produceva la clamorosa palla gol di Davids al 30', spedita da cinque metri nelle braccia di Illgner, la Juve perdeva. L'ingresso di Fonseca e di Conte era ininfluente nel raddrizzare una finale sballata. Una di troppo. Marco Ansaldo Madrileni superiori sul piano tattico ritornano sul trono dopo 32 stagioni JUVENTUS [3 4 12] gfa REAL MADRID^ PERUZZI 6 ILLGNER 6,5 TORRICELLI 6 PANUCCI 6 IULIANO 6 SANCHIS 6 MONTERO 6,5 HIERRO 7 D1LIVIO 6 ROBERTO CARLOS 6 TACCHINARDI [1' st] 6 SEEDORF 7 DESCHAMPS 5,5 KAREMBEU 6 CONTE[33'stl sv REDONDO 6 DAVIDS 6 RAUL 6,5 PESSOTTO 5,5 AMAVISCA |47'st] sv FONSECA [28'St] sv MIJATOVIC 7 ZIDANE 6 SUKER[44'stl sv INZAGHI 5,5 MORIENTES 6 DEL PIERO 5 JAIME [37' st] sv AIL: LIPPI 6 All.: HEYNCKES 7 1 Arbitro: KRUG [Germania] 6,5 Reti: 22' st Mijatovic. Ammoniti: Hierro, Davids, Roberto Carlos, Karembeu, Seedorf. Spettatori: 45.000 circa. f. e a e . i s, n e i, a el ri iaa al e a. te re o. SEtcCsddaTDlnegb dv

Luoghi citati: Amsterdam, Germania, Madrid, Monaco