Lippi: una serate storta di Claudio Giacchino

Lippi: una serate storta Lippi: una serate storta «Abbiamo ancora sbagliato partita» AMSTERDAM DALL'INVIATO Volti luttuosi in seno alla Juve. Esattamente come un anno fa, all'Olympische Stadium di Monaco di Baviera. Moggi è laconico: «Delusione enorme. Non siamo stati i soliti». Laconico anche Bettega: «Loro, gli spagnoli, hanno avuto maggior convinzione. La stagione, ad ogni modo, rimane positiva». Ed ecco Lippi. Stessa abbronzatura di dodici mesi fa in Baviera. Stesso sguardo triste. Stessa voce stanca, amara. Stesso torcersi ossessivo delle dita delle mani. E stessa onestà: «Onore al Real Madrid, ha vinto il migliore. Ancora una volta abbiamo sbagliato la partita decisiva». Chissà quant'è avvilito (e forse furibondo) Marcello il Bello. Però, cela bene lo stato d'animo, solo il continuo intrecciarsi e disintrecciarsi delle dita tradiscono l'intimo tormento. Seduto tra due funzionari-interpreti della Uefa, davanti a una siepe di taccuini e telecamere, il tecnico esordisce rendendo omaggio al Real Madrid e accusando se stesso e la truppa: «Non c'eravamo, inutile girare attorno all'argomento. La verità è che gli spagnoli ci sono stati superiori. Noi, ancora una volta, come a Monaco col Borussia, non siamo stati capaci di giocare come sappiamo. Ci siamo espressi al di sotto del nostro standard». Lippi è monologante: «Tutto è stato identico all'altra volta: di nuovo siamo arrivati alla finale disputando ottime prestazioni e poi, all'atto conclusivo, abbiamo fallito». La voce ha un sussulto: «Comunque, non getto la croce addosso ai miei. Anzi, li voglio ringraziare pubblicamente per quanto hanno combinato di grandioso. Hanno rivinto il campionato con pieno merito, sono riusciti a giungere ancora una volta alla finale della Champions League, poi...». Pausa, segue un mesto, sospirato: «Pazienza». Cominciano le domande, sono tutte di matrice italica, i giornalisti spagnoli ascoltano. Richiesto di commentare la prova bianconera, il generalissimo è conciso: «Avevamo iniziato benino, a poco a poco il Real ha preso il controllo del gioco. Così, dopo aver creato qualcosina nei primi venti minuti, abbiamo subito. Lo stesso è accaduto nella ripresa: una fiammata e i madrileni che si riprendono... Abbiamo proprio combinato poco. Passati in svantaggio abbiamo fatto tremare Illgner con quella conclusione di Inzaghi di un soffio a lato e poi con l'occasione di Davids. Peccato che l'olandese non sia riuscito a calciare bene colpendo la palla in maniera sporca. Però, non soffermiamoci troppo su queste due azioni: non è da Juve mettere insieme una miseria tale di occasioni. Ripeto, signori, abbiamo fatto davvero poco, ancora una volta siamo mancati nel momento decisivo». Nessuno parla di «maledizione da finale», si cercano lumi alla sostituzione di Di Livio al principio della ripresa. Spiega Lippi: «Dato che avevamo perduto il controllo del centrocampo e mi serviva un uomo che fosse più presente nel cuore del gioco, nell'intervallo ho deciso di far entrare Tacchinardi. La mossa ha dato subito qualche frutto, nel senso che siamo andati bene per ima decina di minuti, poi...». Lippi guarda la platea, l'interroga: «Domande?», coglie al volo l'opportunità del silenzio, sospira: «Allora, spazio ai vincitori, è giusto così». E porta negli spogliatoi la delusione per la seconda Coppa svanita sui più bello. Claudio Giacchino Moggi: «Delusione enorme». E Bettega: «Gli spagnoli sono stati più convinti Ma questa stagione rimane positiva» Karembeu e Raul portano in trionfo la Coppa appena conquistata [ansa]

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