Sinatra, oddio tra lacrime e musica

Sinatra, oddio tra lacrime e musica Funerali blindati per «The Voice», ieri nella chiesa del Buon Pastore di Beverly Hills Sinatra, oddio tra lacrime e musica In 600per il saluto di Hollywood BEVERLY HILLS. E ieri, alla chiesa del Buon Pastore di Beverly Hills c'è stato il secondo e ultimo atto. I familiari, gli amici, i rappresentanti della vecchia e della nuova Hollywood che erano accorsi la sera di martedì per vegliare Frank Sinatra, si sono ripresentati a mezzogiorno di ieri per il vero funerale, per dare l'estremo saluto a «Vecchi Occhi Blu» tra lacrime, memorie, aneddoti e anche qualche risata. Sinatra è stato il più grande cantante popolare di questo nostro secolo che sta per chiudere e la sua scomparsa segna la fine di un'era. Ma più che l'ultimo omaggio a un grande uomo di spettacolo, il funerale di ieri è stato una riunione di famiglia della vecchia Hollywood, un omaggio a Sinatra l'artista, l'attore e l'amico che ha fatto sognare per generazioni con le sue canzoni ma anche a quei giorni in cui un cantante poteva imporsi in un cabaret così, con la sua voce e con quell'atteggiamento un po' sbruffone e un po' romantico, e senza bisogno di giochi di luce fantasmagorici e di grosse campagne di marketing. Sin dalla prima mattinata, mezza Beverly Hills si è ritrovata bloccata. Oltre che da 40 agenti della polizia, davanti e attorno alla chiesa c'erano una dozzina di guardie del corpo del cantante e gli uomini del servizio segreto per scortare Nancy Reagan. C'erano decine di camion con i satelliti delle reti televisive di Hollywood e nazionali. E c'era la folla, centinaia di fans e curiosi giunti con i binocoli e con le macchine fotografiche. Poi, a bordo di lunghe limousine, di Rolls Royce e di Mercedes nere prese in consegna da un esercito di valletti, sono arrivati 600 «invitati»: attori, cantanti e produttori che se non fosse stato per tutti quei vestiti neri e blu si sarebbe potuto pensare alla cerimonia degli Oscar. Tra i primi ad arrivare, Jack Nicholson e dalla folla s'è sentito un urlo: Jack! Poi, Anthony Quinn, Wayne Newton, Paul Anka, Jack Lemmon, Sophia Loren. E' arrivata anche Liza Minnelli, decisamente ingrassata. Quindi Tony Curtis, Gregory Peck, Connie Stevens, Tom Selleck, Tony Danza, Red Buttons, Angie Dickinson. Ci sono anche tre delle quattro mogli di Sinatra: l'ultima, Barbara Marx, poi Mia Farrow e Nancy, la madre dei tre figli Tony, Nancy Jr. e Frank Jr. Nella chiesa del Buon Pastore, un edificio in stile missione dalle linee molto sobrie, Barbara Sinatra ha voluto molti fiori. Pare abbia speso ben 50 mila dollari. E ogni bancone, ogni angolo dell'altare, ogni base delle navate è stata ricoperta con gardenie e rose bianche. Alle 12 in punto ha avuto inizio la cerimonia funebre, officiata dal cardinale Roger Manony, arcivescovo di Los Angeles: il feretro era ricoperto dalla bandiera americana, Clinton ha inviato ai familiari di Frankie un suo personale messaggio. E ciò ha suscitato ulteriore commozione. Con il tipo di amici di cui amava circondarsi, con quel bicchiere e la sigaretta eternamente in mano, con tutti quei matrimoni, divorzi, fidanzamenti e rotture Sinatra non è stato esattamente l'esempio del buon cristiano e un piccolo gruppo di persone raccoltesi fuori dalla chiesa lo ha voluto ricordare. «Frank, vai al diavolo» dicevano i loro cartelli. Lo ha ricordato nella sua omelia anche l'arcivescovo, segnalando che «Sinatra non ha avuto una vita perfetta». Ma il cantante, ha aggiunto, ha avuto la volontà e la visione di andare oltre, di superare gli ostacoli e incoraggiare altri a fare altrettanto. Hanno quindi preso la parola il figlio Frank, Kirk Douglas, Tony Bennett e ognuno ha saputo commuovere ma anche far ridere il pubblico, rammentando con tristezza ma anche con humour dettagli e aneddoti della vita del cantante per il quale la vita era una grande festa e le sue canzoni l'accompagnamento musicale. «Ci siamo tutti innamorati, disamorati e reinnamorati con il suono della sua voce», ha ricordato Tony Bennett, che ha definito il vecchio amico «uno studioso della condizione umana». Poi, con quella sua voce che Sinatra considerava superiore alla sua, ha intonato un'Ave Maria. Il funerale di ieri, come detto, segue la veglia di martedì sera, quando il feretro di Sinatra è stato trasportato davanti alla chiesa da un carro funebre preceduto e seguito da una scorta di motociclette e poi portato dentro a braccia da un gruppo di amici che comprendeva Steve Lawrence e Don Rickles. Molti degli invitati di ieri hanno reso omaggio a La Voce anche la sera prima ed entrati in chiesa hanno trovato una sorpresa: invece che musica per organo e sonate di Bach, «My way», «New York, New York» e altre canzoni della lunga, leggendaria carriera di Sinatra. Subito dopo la cerimonia funebre, la bara del cantante è partita con un aereo privato alla volta di Palm Springs, dove Sinatra andrà a riposare accanto alla mamma Nathalie Dolly e al padre Anthony Martis al Desert Memorial Park. Un cimitero piuttosto semplice all'angolo di una strada che si chiama Frank Sinatra Drive. Lorenzo Soria Il sacerdote: «Una cerimonia commovente, si è anche riso come lui avrebbe voluto» Sulle note di «My Way» l'ingresso della bara coperta con la bandiera Usa Nella foto grande a sinistra la folla di amici e parenti entra nella chiesa di Beverly Hills dove si sono svolti i funerali di Sinatra Qui accanto l'arrivo di Tom Selleck L'attore Robert Wagner (a destra) al suo ingresso in chiesa. A sinistra la commozione di Faye Dunaway al passaggio della bara con le spoglie di Frank Sinatra

Luoghi citati: Hollywood, Los Angeles, Nancy Jr, New York, Usa