Ricordi di prostitute

Ricordi di prostitute Ricordi di prostitute Geishe di fine Ottocento viste da Hou Hsiao-hsien CANNES. Cortigiane asiatiche fine Ottocento, cali-girl a New York pre-Duemila: tornano in due film in concorso l'eterno, a-temporale mestiere della prostituzione femminile, il pathos della schiavitù sessuale che ha sempre sedotto, incuriosito o commosso romanzieri e cineasti, che adesso si rinnova con il successo mondiale di «Memorie di una geisha». Molto bello e molto tedioso, «Flowers of Shanghai» (Fiori di Shanghai) del maggiore regista di Taiwan, il cinquantenne Hou Hsiao-hsien, è ambientato nel 1884 in quei ricchi bordelli della concessione inglese di Shanghai che erano gli unici a poter essere frequentati dagli alti dirigenti imperiali cinesi e che sarebbero stati spazzati via dalla caduta dell'ultimo imperatore e dall'avvento della Repubblica. Fra cerimoniali e rituali minuziosi (il tè, il gioco, il bere, il cibo) naturalmente non si parla d'amore, ma neppure di sesso (delle bellissime cortigiane non si vede nudo neanche un gomito): si discute invece molto di soldi, di vitalizi, di regali costosi, di somme per il guardaroba, di parenti da mantenere. Gelosie, abbandoni, ritorsioni, hanno quasi sempre un'origine economica: e contribuiscono a illustrare la società cinese dell'Impero (e di oggi), il dominio virile, la reclusione e illibertà femminile, l'idolatria per le forme estetiche e per la nobile dignità dell'apparenza che copriva una brutalità quattrinaia. Interpretato anche da Tony Leung, la superstar di Hong Kong prediletta dai registi asiatici più famosi (Wong Kar-wai, Tsui Hark, John Woo), il film è strutturato in brevi scene concluse in dissolvenza, è girato magnificamente tutto in interni in una luce crepuscolare, è naturalmente ripetitivo: questo crea un senso di soffocamento adattissimo alla storia tratta da un celebre romanzo ottocentesco di Han Ziyun, ma impervio per lo spettatore. La cali girl di New York è un'irlandese emigrata in «Claire Dolan» di Lodge Kerrigan: dopo la morte della madre la prostituta elegante e lussuosa tenta di cambiare vita e di liberarsi del suo sfruttatore, ma viene riportata con la violenza al mestiere che riuscirà ad abbandonare soltanto quando sarà incinta del primo figlio. Aneddoto frusto, ma il film ha due elementi notevoli: la protago nista Katrin Cartlidge, brava e d'una gran bellezza contemporanea, accanto al bravissimo Colm Meany (l'attore di «The Snapper» e di «Due sulla strada» di Stephen Frears); e la fotografia di Teodoro Maniaci, che trasforma New York in un universo di vetro e acciaio dai colori grigiazzurri, in un paesaggio di splendore metallico elegantissimo e crudele [1. t.J Le protagoniste del film Le protagoniste del film

Luoghi citati: Hong Kong, New York, Shanghai, Taiwan