SuperBin, la Borsa ci crede di Valeria Sacchi
SuperBin, la Borsa ci crede impunto dei mercati SuperBin, la Borsa ci crede MILANO. Una riunione che si è protratta fino alla tarda sera dell'altroieri in Mediobanca, presenti il presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi e uno dei due amministratori delegati della Comit, Pierfrancesco Saviotti, e la visita ieri mattina di Cesare Romiti in via Filodrammatici. Tanto è bastato per continuare a tener alta la tensione, sui titoli delle due ex Bin che, secondò un'ipotesi allo studio, dovrebbero unire i loro destini per dar vita al maggior gruppo bancario italiano. Tuttavia, per la prima volta dopo molti giorni, il titolo dell'istituto romano ha perso quota, retrocedendo del 2,43% a 3611 lire. Un ribasso che potrebbe essere messo in relazione alle ultime valutazioni degli analisti che ridimensionano il valore dell'azione. Flemings corregge il concambio, indicato dal mercato intorno a 2,72 a favore di Comit, a un range compreso tra 3 e 3,6 mentre Salomon Smith Barney, pur confermando la «validità» dell'operazione, riduce da «buy» a «underperform» la raccomandazione su Bancaroma, e stima un valore reale per azione intorno alle 3000 lire. Sale viceversa il titolo Comit il quale (in una Borsa che chiude in sostanziale pareggio) guadagna il 3,74% a 10.361 lire. Sempre alti i volumi scambiati: 58,8 milioni di pezzi per Bancaroma contro i 58,7 del giorno prima, e 24,6 milioni di pezzi per Comit contro i 15,4 di martedì. Insomma, il mercato resta convinto che, prima o poi, il progetto di fusione andrà in porto. Dalla riunione di martedì sera in Mediobanca nulla è trapelato. Nemmeno un particolare, anche se in Piazza Affari qualche operatore riferiva di una certa irritazione del vertice Comit. Forse non è un caso che da piazza Scala nel pomeriggio arrivava la notizia che il comitato esecutivo del prossimo venerdì non ha in agenda la questione Banca di Roma. «C'è il silenzio d'obbligo per i grandi azionisti e i consiglieri di amministrazione e c'è il silenzio che è "un bene per i piccoli azionisti"», ha osservato ieri uno degli azionisti privati di Comit, Diego Della Valle, che dell'istituto è anche consigliere. «In queste settimane ho letto tante cose e qualche sciocchezza di troppo - ha aggiunto -. Ma posso dire che anche se fossi un piccolo azionista sarei infastidito da tutte queste chiacchiere perché influenzano il corso dei titoli». Certamente un'operazione come quella tra Bancaroma e Comit difficilmente potrà essere conclusa in pochi giorni. Comit non ha ancora nominato l'advisor ufficiale, anche se ufficiosamente Merrill Lynch sta esaminando i dati della banca capitolina. Insomma, se merger sarà, ci vorrà tempo prima di arrivare alla stretta finale. Il nodo più complicato sarà quello delle valutazioni e dei concambi. Sulla base dei quali si capirà a quale dei due vertici, quello romano o quello milanese, andranno le leve del comando del futuro mega-polo. Non è quindi strano che il presidente della Comit Luigi Fausti ostenti di non avere fretta, né che il presidente di Bancaroma, Geronzi, si adoperi viceversa con energia per accelerare i tempi dell'alleanza. Valeria Sacchi
Persone citate: Cesare Geronzi, Cesare Romiti, Diego Della Valle, Geronzi, Luigi Fausti, Merrill Lynch, Pierfrancesco Saviotti, Salomon Smith Barney
Luoghi citati: Milano
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