Forza Italia nel ppe, è quasi fatta di Francesco Manacorda

Forza Italia nel ppe, è quasi fatta Schermaglie a Bruxelles, ma le strade dei due partiti italiani sono destinate a riunirsi Forza Italia nel ppe, è quasi fatta Ma è nervosismo tra ipopolari italiani BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se non è intesa poco ci manca. Grandi sorrisi, ieri pomeriggio, all'uscita dal primo incontro tra la delegazione del partito popolare europeo e quella di Forza Italia, facce scure e porte sbattute tra i popolari italiani. Ma soprattutto la decisione del presidente del Ppe, l'ex primo ministro belga Wilfried Martens, di accelerare i tempi della trattativa con i forzisti ai quali ha proposto di passare nelle file del Ppe. Così un incontro è fissato per martedì prossimo e già per il 2 giugno l'ipotesi d'intesa potrebbe essere all'esame dei leader popolari europei, riuniti per il loro vertice a Bruxelles. Sarà proprio in quella sede che Romano Prodi potrebbe giocare le sue ultime carte contro l'accoppiata Kohl-Aznar nel tentativo di evitare una scelta che renderebbe più difficile la creazione di un'ala moderata dell'Ulivo e accentuerebbe il carattere conservatore dei Popolari euro- Già ieri mattma m casa Ppe la giornata incomincia nel segno del conflitto: alla riunione di presidenza che deve designare ufficialmente la delegazione che tratterà con Forza Italia Martens e il vicepresidente del gruppo Antonio Graziani si scontrano sull'interpretazione dello statuto del Ppe. Graziani sostiene la posizione del Ppi che, riferendosi al testo in italiano, rivendica un diritto di veto all'ingresso di altri eurodeputati italiani, Martens gli oppone il testo dello statuto in altre tre lingue dove la formulazione non lascia intravedere poteri di veto. Alla fine Graziani abbandona la riunione, «sbattendo la porta» assicurano i testimoni. Certo, commenta il presidente dei Popolari europei, quello dello statuto è «un enigma anche per me», ma questo non impedisce che «in un'organizzazione democratica si accettino le decisioni prese a maggioranza» come quella di trattare con Forza Italia. Nel pomeriggio, poi, è il capodelegazione italiano Pierluigi Castagnetta a lanciare un segnale polemico con la sua assenza: aveva annunciato che non avrebbe partecipato alla trattativa e per non avere imbarazzi torna in Italia. Al di là delle schermaglie procedurali l'impressione è comunque che le strade di Popolari europei e Forza Italia siano destinate a riunirsi presto e che il Ppi si debba preparare a un altro scomodo coinquihnato, dopo quello con Ccd e Cdu, nelle sale di Bruxelles e Strasburgo. Uscendo dalla riunione Martens e il presidente dei deputati forzisti - sono venti su ventiquattro quelli che potrebbero passare al Ppe - Claudio Azzolini parlano di un incontro «molto positivo», anche se non si sbilanciano sui contenuti. «Abbiamo confrontato documenti e programmi, ci siamo conosciuti reciprocamente», dice Azzolini. Il problema che resta aperto a questo punto è quello della formula con cui traghettare gli eurodeputati di Forza Italia, la soluzione potrebbe essere quella trovata per l'adesione dei conservatori britannici nel '92.1 nuovi arrivati firmerebbero a titolo individuale una dichiarazione che sarebbe però uguale per tutti e una volta entrati nel Ppe creare una delegazione non su base nazionale, ma sotto la bandiera di Forza Italia. E Berlusconi a Frasinone per un comizio ha commentato: «L'ingresso di Forza Italia nel partito popolare europeo è "una cosa logica", mentre il ppi è "un giano bifronte", che siede nel ppe in Europa mentre i popolari sono sinistri di sinistra in Italia». Francesco Manacorda Il Cancelliere tedesco Helmut Kohl

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Strasburgo