E' scontro Mossi-Di Pietro
E' scontro Mossi-Di Pietro IL CASO E' scontro Mossi-Di Pietro An-Forza Italia, divisioni nel Polo IL REFERENDUM ELETTORALE ROMA. Il referendum elettorale continua a suscitare polemiche nel mondo politico. Fabio Mussi, capogruppo diessino alla Camera, e Antonio Di Pietro hanno avuto ieri uno scambio di battute piuttosto vivace sull'argomento. Non solo: quel quesito potrebbe tramutarsi in un ulteriore motivo di diffidenza e di divisione tra Forza Italia e Alleanza nazionale. Nel mondo imprenditoriale, invece, si reagisce diversamente e l'iniziativa viene vista con interesse. Vi hanno aderito finora Umberto Agnelli (che Segni ha voluto ringraziare pubblicamente), Luigi Abete, la presidente dei giovani industriali Emma Marcegaglia e Pietro Marzotto. Tutt'altra aria si respira nei palazzi della politica. Il referendum rischia di diventare un ■ nuovo pomo della discordia per I il Polo. Gianfranco Fini, da Pa¬ lermo, ha dichiarato testualmente: «Non lo sottoscrivo ma non lo ostacolo». Una posizione curiosa, quella del leader di Alleanza nazionale, anche perchè, nel contempo, Fini ha tessuto le lodi della proposta elettorale di Mattarella, frutto del cosiddetto patto di casa Letta tanto inviso ai referendari. Secondo il presidente di An il testo del capogruppo del ppi è innovativo e «modifica in senso positivo la legge elettorale». Dei contenuti del referendum, invece, Fini non ha parlato bene, tant'è vero che ha detto che quel quesito «non introduce elementi inno¬ vativi e non toglie di mezzo la quota proporzionale». La posizione di Fini, dunque, ha suscitato qualche perplessità in Forza Italia dove l'opinione prevalente è quella di Giuliano Urbani, secondo il quale l'iniziativa di Segni e Di Pietro «è popolare quanto inutile». Contro il presidente di Alleanza nazionale si è scagliato Enrico La Loggia. Il capogruppo forzitalista al Senato ha accusato Fini di «comportarsi da democristiano nel senso dispregiativo»: «Il leader di An infatti - ha osservato La Loggia - dice che non sottoscrive e non osta¬ cola il referendum ma poi loda la proposta Mattarella». E Segni, individuata la potenziale divisione nel Polo si è rivolto proprio a Fini per chiedergli di «non comportarsi come Craxi e Forlani e di aderire al referendum». Nel mondo politico anche l'appello provocatorio di Di Pietro ai diessini perché appoggino la sua iniziativa fa litigare. Mussi ha mostrato pubblicamente il suo disappunto e l'ex magistrato gli ha risposto per le rime. «Se Mussi - ha dichiarato il senatore del Mugello - è favorevole al doppio turno vada a firmare il referendum, se invece non è favorevole lo dica apertamente. Non vorremmo che fosse impossibilitato a farlo da un improvviso mal di pancia per una crostata indigesta». Il destinatario dell'ironia dell'ex pubblico ministero non è tipo da rimanere silente, e quindi dopo qualche ora è giunta la contro replica. «Al senatore Di Pietro - ha affermato Mussi - rispondo amichevolmente: il referendum, checché se ne pensi, non introduce affatto il doppio turno. Discutiamo apertamente, ma diciamo le cose vere». Ir. r.l Mario Segni
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