Oggi si replica il «mi dimetto per restare» di Filippo Ceccarelli

Oggi si replica il «mi dimetto per restare» La vicenda del Guardasigilli ha illustri precedenti: da Pertini a Occhetto, da Maccanico a De Mita Oggi si replica il «mi dimetto per restare» Eallora resto... La vicenda Flick rinvia a uno straordinario racconto di Achille Campanile, «Celestino e la famiglia Gentilissimi», in cui questo Celestino, noioso e invadente, ospite sgradito per eccellenza, combina guai su guai alla famiglia, i Gentuissimi appunto, che lo ospitano sempre più malvolentieri. Ma non riescono mai a liberarsene perché, dopo aver meditato il più sdegnoso abbandono, ogni volta Celestino si accontenta delle spiegazioni: «E allora resto». Il bello, a quel punto, è che i Gentilissimi devono anche fingere di essere felici. Ma questo, nel caso di Flick, è difficile che accada. Da sempre, comunque, la vita politica italiana abbonda di «Celestini». Abbandonando definitivamente la levità della letteratura umoristica per inoltrarsi nella plumbea metodologia del potere, la lettera del Guardasigilli, così grave, solenne e prodiga di auto-riconoscimenti, ripropone la sottile distinzione tra «finte dimissioni» e «dimissioni per finta». Entrambi i modelli, com'è ovvio, svolgono una funzione eminentemente politica - che però, an¬ che per ragioni di stile, non deve risultare troppo scoperta o sfacciata. Tra gli effetti sperati del «dimissionario», tra virgolette, c'è infatti quello di dare uno sfogo a una tensione più o meno latente - nel caso di Flick ormai insopportabile - e trasmettere all'esterno la sensazione di aver ripreso l'iniziativa e recuperato il controllo della situazione. 11 prevedibile e previsto non accoglimento delle dimissioni da parte di Scalfaro e Prodi, con tanto di incontri nei rispettivi palazzi, integra e completa la liturgia costringendo gli alleati a fornire la solida- rietà fino a quel momento negata. Oltre a confermare negli osservatori, e forse anche nell'opinione pubblica, l'impressione che certe tipiche rappresentazioni della Prima Repubblica si sono tramandate pari pari nella Seconda. E tuttavia, tornando all'italianissima distinzione tra «finte dimissioni» e «dimissioni per finta», chi scrive una lettera non proprio amareggiata come quella del Guardasigilli, con il dovuto richiamo alla responsabilità, «l'impegno straordinario», «la serena consapevolezza», «la raccolta dei frutti», «le proposte divenute legge» e perfino «gli altri disegni di legge all'esame del Parlamento», ecco, basterebbe una prosa del genere, anche piuttosto diplomatica nei confronti della maggioranza, a collocare il gesto di Flick nel novero delle «dimissioni per finta». Le quali, oltre a durare due ore, paiono in realtà programmate, organizzate, calibrate e gestite secondo la logica del «Mi dimetto per restare». La casistica è ampia e nonostante l'inevitabile «effetto-teatrino» perfino illustre. Massimo cultore di quest'arte pare sia stato Enrico De Nicola che ai primordi della Repubblica la condusse a una perfezione e a una leggiadria mai più toccate. In tempi più recenti vale la pena di ricordare, con le dovute attenuanti dei singoli casi, il segretario generale del Quirinale Maccanico (vicenda grazia Pirri-Ardizzone); il ministro dell'Interno Rognoni dopo il terremoto dell'Irpinia (e la sfuriata pertiniana); il ministro del Tesoro Goria (del governatore Ciampi si seppe più tardi) all'indomani del venerdì nero della lira; il presidente del Consiglio nazionale della de De Mita, infine, in una calda riunione d'agosto, contro il Caf. Le dimissioni «finte», invece, sono più umorali e benché destinate anch'esse ad essere respinte, meno articolate e solenni. Tra gli esecutori di vaglia: il presidente della Camera Pertini (stipendi di Montecitorio), Occhetto («Trovatevene un altro»), Forlani e Fisichella (bozza istituzionale respinta da Fini). Flick, dunque, è un emulo. Tenga solo conto che una seconda volta è molto più difficile dire: «E allora resto». Filippo Ceccarelli Massimo cultore dell'arte fu De Nicola il primo Presidente A sinistra Sandro Pertini e a destra Enrico De Nicola